lunedì, Giugno 30, 2025
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Dazi, per Coldirett l’obiettivo export di cibo italiano negli Usa è a 9 miliardi

AGI – Raggiungere i 9 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari negli Stati Uniti è l’obiettivo secondo Coldiretti e Filiera Italia, anche se pesano i dazi e il dollaro debole. Il primo mese di applicazione dei dazi USA ha drasticamente ridotto la crescita delle esportazioni di cibo Made in Italy negli States, crollata al +1,3% rispetto al +28,7% dell’anno precedente. Un campanello d’allarme da tenere in considerazione rispetto alle trattative in corso tra Unione Europea e Stati Uniti.

Fancy Food: Coldiretti lancia l’allarme da New York

Ad affermarlo è un’analisi Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione dell’apertura del Fancy Food a New York, con l’incontro su “L’eccellenza del modello alimentare italiano” organizzato da Coldiretti e Filiera Italia al Padiglione Italia (Level 3 – stand No. 2718), con la presenza di Vincenzo Gesmundo, Ettore Prandini, Francesco Lollobrigida, Luigi Scordamaglia, Matteo Zoppas, Maurizio Massari, Michele Candotti e Jacopo Morrone.

Effetto dazi: aprile in forte rallentamento

Ad aprile, quando sono entrate in vigore le tariffe aggiuntive sulle merci europee volute dal presidente Donald Trump (prima al 20%, poi dimezzate al 10%), la crescita delle esportazioni agroalimentari negli USA è drasticamente diminuita rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Anche rispetto al primo trimestre 2025, che aveva segnato un +11%, il confronto è negativo. Per un bilancio più chiaro si attendono i dati di maggio e giugno, quando l’effetto “scorte” sarà esaurito.

Vino, formaggi e olio d’oliva in difficoltà

I primi segnali negativi sono arrivati dal vino: secondo Coldiretti su dati Eurostat, ad aprile si è registrato un calo del 9%, contro il +18,1% dell’aprile 2024. Le vendite di formaggi restano positive (+7%), ma lontane dal +24,5% dell’anno precedente. Per l’olio d’oliva si passa dal +75% al -17%.

Impatto sui consumatori e rischio Italian sounding

I dazi impattano anche sui consumatori americani, con l’aumento dell’inflazione e l’indebolimento del dollaro. Se il dazio al 10% dovesse restare, comporterebbe un aggravio di spesa di quasi 800 milioni di euro per i cittadini USA, con ricadute sulle aziende italiane. Aumenta anche il rischio Italian sounding: gli USA sono in testa per la produzione di falsi Made in Italy, con un valore di oltre 40 miliardi, in particolare nei formaggi.

Coldiretti: serve una risposta europea

“È importante che l’UE trovi una soluzione diplomatica condivisa per evitare i danni delle guerre commerciali, ma è altrettanto essenziale affrontare i dazi interni che penalizzano le imprese”, sottolinea Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. Vincenzo Gesmundo aggiunge: “I dazi USA rischiano di avere un peso rilevante sull’economia nazionale. A pagarne le conseguenze potrebbero essere tutti i cittadini italiani”.

Scordamaglia: promuovere il modello alimentare italiano

“L’evento di oggi è finalizzato a contrastare la riduzione delle esportazioni evidenziando come il cittadino americano sia sempre più interessato al nostro modello alimentare“, ha dichiarato Luigi Scordamaglia, AD di Filiera Italia. “La nostra dieta equilibrata è un toccasana contro le malattie non trasmissibili legate al consumo di alimenti ultraprocessati, tema al centro della strategia ONU di quest’anno”.

Precedenti: l’effetto dei dazi Trump nel 2020

Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, i dazi imposti durante la prima presidenza Trump avevano portato a una diminuzione delle esportazioni tra il 2019 e il 2020: -15% per la frutta, -28% per carni e prodotti ittici lavorati, -19% per formaggi e confetture, -20% per i liquori. Anche il vino, pur non colpito inizialmente, aveva registrato un -6%.

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