AGI – L’americano di origine galiziana Ignacio Francisco Caneda Deza, assassinato nel 1936 dopo un tentativo di fuga dal carcere di San Cristóbal dove era stato imprigionato come anarchico, ha recuperato ieri la sua “dignità” dopo quasi 90 anni sepolto in una fossa comune ed è stato “restituito al calore della sua famiglia”.
Identificazione e ricongiungimento familiare
Il toccante evento era stato programmato nel cimitero di Berriozar dove le spoglie di Caneda Deza hanno riposato per decenni, fino a quando l’anno scorso sono stati in grado di confrontarle con quelle dei suoi parenti e identificarle come quelle del giovane americano con famiglia sia a New York che a O Grove (Galizia). E’ in quest’ultima città che Caneda Deza sarà definitivamente sepolto nel fine settimana accanto ai suoi genitori e fratelli.
Emozione e ricordo al cimitero di Berriozar
Ma la pioggia ha determinato lo spostamento dell’evento dal cimitero del centro storico di Berriozar ad uno spazio all’aperto con copertura, alla presenza di un’emozionata Mauricia Caneda con Rosa González Caneda, rispettivamente nipote e pronipote del cittadino americano-galiziano.
La ricerca della famiglia e la scoperta
Dopo decenni in cui erano all’oscuro del destino del loro antenato, di cui si sapeva fosse morto durante la guerra civile dopo essere stato imprigionato per una rivolta nel 1934, per un puro caso l’anno scorso i parenti di O Grove hanno inviato loro una recensione di un giornale galiziano in cui l’Istituto della Memoria della Navarra chiedeva di contattarli.
Accoglienza delle spoglie con grande emozione
La pronipote ha dato voce al sentimento della famiglia, alla “grande emozione” con cui ricevono le spoglie e al “profondo riconoscimento” verso le istituzioni e le persone che hanno reso possibile questo giorno tanto atteso e significativo”.
Origini e storia di Ignacio Francisco
Da una famiglia allargata e divisa, dal momento che Ignacio Francisco – che si chiamava “Frank” – nacque negli Stati Uniti da genitori galiziani emigranti, anche se quando sua madre morì lì tornò in Spagna intorno al 1920, dove suo padre si risposò ed ebbe altri figli.
La vita in Spagna e l’arresto
Una volta in Spagna lavorò come marinaio e si unì alle idee anarchiche. Fu arrestato e imprigionato in Galizia nel 1934, e nel 1936 entrò nel Forte di San Cristóbal, dove si persero le sue tracce, anche se i suoi fratelli e sorelle “mantennero viva la sua memoria attraverso le loro storie a figli e nipoti”.
Il dolore della famiglia e l’intervento mancato
“La memoria di famiglia conserva il dolore, la sofferenza del nostro bisnonno – e padre di Frank – e l’angoscia che lo ha consumato quando non è riuscito a ritrovare suo figlio dopo il suo arresto nel 1934”, ha detto la pronipote, che lo ha ricordato, data la doppia nazionalità dello zio, all’epoca dell’intervento dell’ambasciata degli Stati Uniti. Invano.
La realizzazione di un desiderio familiare
Per questo, per le nipoti “poter condividere questo momento trascendentale rappresenta la realizzazione di un desiderio di famiglia che per quasi 90 anni abbiamo custodito nel cuore, il recupero delle spoglie del nostro amato zio”. Sarà “nella pace che tanto meritava e che per decenni gli è stata negata”, ha sottolineato per mostrare la sua “eterna gratitudine” a coloro che hanno reso possibile “questo momento di giustizia, dignità e ricongiungimento familiare“.
Impegno del governo della Navarra
Alla cerimonia ha partecipato anche la vicepresidente Ana Ollo, che ha sottolineato il fermo impegno del governo della Navarra nei confronti del piano di esumazione, al di là delle difficoltà di localizzazione di nuove tombe, e la necessità di cementare la convivenza democratica senza dimenticare il ricordo delle brutali violenze subite dal colpo di Stato del 1936.