AGI – Un incendio è divampato nella centrale nucleare di Kursk, in Russia occidentale, dopo che l’esercito di Mosca ha abbattuto un drone ucraino. A riferirlo è stata l’emittente russa REN TV, citando l’ufficio stampa dell’impianto. Il “dispositivo è detonato” all’impatto con il sito, innescando un rogo in un trasformatore situato in un’area non collegata alla sezione nucleare. Le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco e, secondo le autorità locali, non si registrano vittime né feriti.
La direzione della centrale ha precisato che la capacità produttiva è stata ridotta, ma che “il livello di radioattività nell’area resta entro i valori normali e non è cambiato a seguito dell’incidente”. La struttura si trova a ovest della città di Kursk, capoluogo regionale con circa 440 mila abitanti, a poca distanza dal confine con l’Ucraina.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha più volte ribadito la propria preoccupazione per i combattimenti attorno a centrali nucleari in territorio russo e ucraino, ricordando i rischi elevati di incidenti collegati al conflitto iniziato nel febbraio 2022 con l’invasione russa. “Il pericolo – ha sottolineato più volte l’Agenzia – è che un impianto civile venga coinvolto direttamente nelle ostilità con conseguenze imprevedibili per la popolazione e per l’ambiente”.
La guerra prosegue ormai da oltre due anni, con decine di migliaia di morti, milioni di sfollati e vaste aree distrutte nelle regioni orientali e meridionali dell’Ucraina. Mosca controlla attualmente circa un quinto del territorio ucraino, compresa la penisola di Crimea, annessa nel 2014. Il presidente russo Vladimir Putin ha finora respinto le richieste di Kiev e dell’Occidente per un cessate il fuoco immediato e senza condizioni.
Nelle stesse ore in cui si è verificato l’attacco a Kursk, droni ucraini hanno colpito anche un’impresa nella città di Syzran, nella regione russa di Samara. Lo ha reso noto il governatore Vyacheslav Fedorishchev, precisando che non ci sono state vittime né feriti, senza tuttavia fornire dettagli sugli obiettivi o sull’entità dei danni.
La questione dei missili a lungo raggio
Da mesi il Pentagono sta bloccando l’uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina per colpire la Russia. Lo hanno affermato funzionari statunitensi al ‘Wall Street Journal’, impedendo a Kiev di impiegare un’arma potente nella sua lotta contro l’invasione di Mosca. Una procedura di approvazione di alto livello del Dipartimento della Difesa, che non è stata finora resa pubblica, ha impedito all’Ucraina di lanciare sistemi missilistici tattici dell’esercito a lungo raggio, o Atacms, di fabbricazione statunitense contro obiettivi in Russia dalla tarda primavera, hanno affermato i funzionari. In almeno un’occasione, l’Ucraina ha cercato di utilizzare Atacms contro un obiettivo in territorio russo, ma la richiesta di Kiev è stata respinta, hanno affermato due funzionari.