martedì, Luglio 29, 2025
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È stato assolto l’italiano detenuto da 3 anni senza motivo in Costa d’Avorio

AGI – È stato assolto Maurizio Cocco, l’italiano che ha passato tre anni in carcere in Costa d’Avorio e solo poche settimane fa era stato scarcerato su cauzione. A dare la notizia è il suo legale italiano, Mario Cicchetti, che all’AGI riferisce di come, nell’udienza di oggi in Corte d’Appello della capitale ivoriana, il collegio abbia assolto l’ingegnere italiano dall’accusa di frode fiscale, l’unico reato che gli era stato ascritto dopo l’assoluzione da quella di narcotraffico, e per la quale ha ingiustamente scontato tre anni di detenzione preventiva.

“La Corte ha riconosciuto l’innocenza del nostro connazionale della quale eravamo da sempre convinti” dice Cicchetti, “e per la quale, insieme con i colleghi ivoriani, ci siamo strenuamente battuti, anche contro il totale disinteresse manifestato dalla premier, dal ministro degli Esteri e da tutta la classe politica, nessuno escluso, da me reiteratamente sollecitati a interessarsi della vicenda”.

“A dispetto delle dichiarazioni rilasciate in occasione della sua recente liberazione che descrivevano il nostro governo in prima linea per la tutela anche dei diritti minimi del nostro connazionale” dice il legale, “nessun aiuto gli è pervenuto e ha dovuto scontare, da innocente, tre anni in misura preventiva in uno dei carceri peggiori al mondo in una condizione di detenzione ben oltre i limiti della umana sopravvivenza. Condizione, anche questa, denunciata in più occasioni al nostro Governo al quale non mancherò di chiedere conto”.

La storia di Cocco

È il 30 maggio del 2022, Maurizio Cocco, che da poco meno di un anno e mezzo si è trasferito in Costa d’Avorio, riceve una telefonata come tante ne arrivano in quei giorni sul suo cellulare. Ha saputo muoversi nella caotica capitale Abidjan e, anche se la sua attività non è ancora decollata, è ottimista. A 59 anni ha una solida esperienza nel campo dell’edilizia e sa che la Costa d’Avorio è uno dei tanti Paesi africani che hanno bisogno di infrastrutture. Lui, che per 12 anni ha lavorato per il gruppo Caltagirone, ha creato la zona di Casal Boccone a Roma e l’intero stabile della TIM in via della Magliana, è convinto di essere la persona giusta nel posto giusto.

A chiamarlo al telefono è un generale che Cocco conosce bene: è uno dei frequentatori del più elegante ristorante di Abidjan, che si trova proprio sotto il suo appartamento. Vi si incontrano politici, diplomatici, uomini d’affari e di apparato: il genere di locale che bisogna frequentare per entrare nel giro che conta. Con uno dei titolari Cocco ha anche costituito da pochi mesi una società di costruzioni.

Il generale, al quale in passato Cocco ha fornito del materiale edilizio regolarmente pagato, lo aspetta sotto casa e, con cortesia, lo invita a salire in macchina. In auto ci sono anche alcuni militari, ma Cocco non si sorprende: il generale era sempre con la scorta. Parlano di lavoro, ma a un certo punto l’alto ufficiale fa fermare l’autovettura, scende e chiede a Cocco di seguire i colleghi per un controllo. È l’inizio di un incubo che è finito solo oggi.

Le motivazioni dell’arresto

Maurizio Cocco viene arrestato e tre giorni dopo gli vengono contestate le accuse di traffico internazionale di stupefacenti, associazione a delinquere e percosse. Insieme a lui sono state arrestate altre 65 persone in quella che la stampa locale descrive come la più importante operazione contro la criminalità nella storia del Paese. In carcere finisce anche un parente dei gestori del ristorante – lo chef – che Cocco frequenta e che si trova proprio sotto il suo appartamento. Un altro italiano riesce a fuggire in Libano. Gli inquirenti ivoriani sospettano che Cocco sia complice di alcuni cittadini spagnoli e colombiani: i loro telefoni agganciano la stessa cellula in tre occasioni: 13 febbraio 2022, 11 marzo 2022 e 15 aprile 2022.

Peccato che il suo ufficio fosse a ridosso della zona frequentata dai narcotrafficanti e che, l’11 marzo del 2022, l’ingegnere fosse andato in un piccolo hotel – La Pergola – di quella zona per pagare il conto a due operai italiani che lo avevano raggiunto nel Paese africano per alcuni lavori nell’unico cantiere che in quel momento aveva, e che il 15 aprile dello stesso anno l’ingegnere fosse rientrato in Italia per la Pasqua per fare una sorpresa ai propri cari.

Prima di finire in carcere, in una cella di 50 metri quadrati in cui era stato rinchiuso con altre duecento persone, ha fatto in tempo ad avvertire la moglie che è subito partita e, appena arrivata, si è messa alla ricerca di un avvocato. Ma non c’è verso di convincere i giudici a concedere almeno gli arresti domiciliari all’ingegnere italiano, nonostante i narcotrafficanti spagnoli e colombiani – tutti condannati a vent’anni – abbiano nel corso del processo escluso categoricamente di aver intrattenuto qualsiasi rapporto con Cocco.

Nel frattempo uno dei calabresi titolari del ristorante – quello con il quale l’ingegnere aveva costituito la società – viene arrestato ed estradato in Italia, dove deve scontare una condanna a dodici anni di carcere. La macchina della giustizia e della diplomazia italiana si è mossa in fretta per lui, ma non altrettanta fretta sembra avere per Cocco, che resta in carcere nonostante le accuse a suo carico siano cadute. A tenerlo in cella è un’altra contestazione, quella di riciclaggio che deriverebbe da un pagamento ricevuto da un noto imprenditore italo-francese che con lui ha collaborato nell’unico cantiere.

La giustizia ivoriana è lenta e Cocco passa in detenzione cautelare più di due anni. Tanto che, quando viene emessa la condanna di primo grado a due anni per frode fiscale, di fatto li ha già scontati. È il 7 maggio del 2024 e sulla pista, a Ciampino, c’è un aereo in attesa di partire alla volta di Abidjan per riportarlo a casa. Ma, racconta l’avvocato Cicchetti, c’è un qualche intoppo e l’operazione viene abortita. Inoltre i legali ivoriani di Cocco hanno presentato ricorso contro la sentenza: il loro obiettivo è chiarire l’innocenza dell’ingegnere. Ci sono riusciti solo oggi.

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