mercoledì, Luglio 16, 2025
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Economia circolare e Tecnologie digitali, una necessaria convergenza per la decarbonizzazione

AGI – Negli ultimi anni, la sostenibilità ambientale è diventata una priorità a livello globale. Il cambiamento climatico e la necessità di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra impongono oggi l’adozione di modelli innovativi, capaci di imprimere una svolta concreta e decisiva verso uno sviluppo sostenibile, non solo sul piano ambientale ma anche economico e sociale.

In questo scenario si inserisce l’economia circolare, un approccio in grado di ottimizzare l’uso delle risorse, prolungare la vita utile dei materiali e limitare drasticamente gli sprechi. Tuttavia, è l’integrazione con le tecnologie digitali – dall’Internet of Things (IoT) all’intelligenza artificiale, dalla blockchain ai big data – che può abilitare realmente il potenziale di questo modello, trasformandolo in una soluzione concreta, scalabile e incisiva.

Economia circolare: alleata chiave per la decarbonizzazione

Alla base dell’economia circolare c’è l’obiettivo di evitare l’estrazione di nuove materie prime, ridurre gli scarti, riutilizzare e rigenerare prodotti e componenti. Tutto questo, come detto, genera enormi benefici ambientali, ma anche vantaggi economici e sociali.

In Italia, questo modello ha già un ruolo significativo. Secondo il settimo Rapporto sull’Economia Circolare in Italia, realizzato dal Circular Economy Network, il nostro Paese si colloca al vertice tra le principali economie europee in termini di circolarità, superato solo dai Paesi Bassi a livello UE. Tuttavia, il rapporto evidenzia anche la necessità di accelerare ulteriormente il percorso, per rafforzare il sistema produttivo italiano e renderlo più resiliente e sostenibile.

Aumentare la circolarità significa ridurre le emissioni lungo l’intera catena del valore industriale, contribuendo agli obiettivi climatici internazionali. La Commissione europea, con il Clean Industrial Deal, ha infatti indicato l’economia circolare come un asse portante della strategia industriale dell’Unione, puntando a raddoppiare il tasso di circolarità dall’attuale 11,8% al 24% entro il 2030.

Per centrare questi traguardi, saranno necessari investimenti consistenti in tecnologia, innovazione e nuovi modelli di business orientati alla rigenerazione e al riutilizzo delle risorse. Tuttavia, la vera sfida è riuscire a integrare l’economia circolare nei processi produttivi esistenti, un obiettivo che non può prescindere dalla trasformazione digitale e dallo sviluppo di nuove competenze.

Tecnologie digitali al servizio della circolarità

Se i principi della circolaritàridurre, riutilizzare, riciclare – sono semplici da enunciare, applicarli su larga scala e in ambito industriale è ben più complesso. Sono infatti necessari strumenti avanzati di monitoraggio, tracciabilità e analisi dei flussi di materiali in tempo reale. Ed è qui che le tecnologie digitali diventano decisive.

L’Internet of Things, ad esempio, permette di connettere oggetti e dispositivi in rete, raccogliendo dati costanti su stato, posizione e utilizzo dei materiali. Sensori intelligenti installati su macchinari o prodotti consentono di monitorare l’usura e di pianificare interventi di manutenzione predittiva o recupero dei componenti prima che diventino rifiuti, riducendo così la domanda di nuove materie prime e le emissioni legate alla loro estrazione.

Anche l’intelligenza artificiale riveste un ruolo centrale, elaborando i dati raccolti dall’IoT per ottimizzare processi complessi come la gestione dei rifiuti e il riciclo. Gli algoritmi possono prevedere la qualità dei materiali recuperati, suggerire le strategie più efficienti di riutilizzo e, nel complesso, aumentare l’efficienza e ridurre le emissioni di CO2.

La blockchain, dal canto suo, garantisce la tracciabilità e la trasparenza lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti, dalle materie prime al riciclo finale. In questo modo si possono certificare la provenienza e la qualità dei materiali, incentivando pratiche virtuose e investimenti nella sostenibilità.

Grazie alla convergenza tra queste tecnologie, è possibile superare molti dei limiti che tradizionalmente frenano la diffusione dell’economia circolare, come la complessità logistica o l’assenza di dati affidabili. Si crea così un ecosistema digitale capace di utilizzare le risorse in modo più efficiente, con benefici concreti lungo tutta la filiera: meno estrazione di materie prime, meno produzione superflua, meno trasporti inutili e una riduzione complessiva dei rifiuti.

Innovazione e collaborazione per un futuro sostenibile

L’economia circolare rappresenta dunque una delle soluzioni più efficaci per ridurre le emissioni e contribuire alla decarbonizzazione, ma il suo successo dipende in modo crescente dall’integrazione delle tecnologie digitali. E questo, di fatto, sottolinea un punto oggi più che mai essenziale: l’innovazione digitale e quella ambientale viaggiano insieme.

Investire in tecnologie abilitanti significa porre le basi per un risparmio di risorse ed emissioni, costruendo i presupposti per raggiungere gli obiettivi climatici globali.

Tuttavia, nessun attore può agire da solo. Servono investimenti nello sviluppo tecnologico, collaborazioni tra diverse realtà e la creazione di ecosistemi digitali circolari in cui innovazione e sostenibilità si rafforzino reciprocamente. Solo attraverso questo approccio collaborativo e integrato sarà possibile immaginare un domani in cui crescita economica e tutela ambientale non siano in contrasto, ma procedano di pari passo, garantendo benessere, competitività e un futuro più sostenibile.

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