AGI – “Domani realizzerò tutto questo. La notizia che ‘Familia‘ era candidato all’Oscar per l’Italia l’ho avuta un paio d’ore fa e la prima cosa che ho chiesto è se era uno scherzo, visti i nomi e i film con cui concorrevo. Quando ho realizzato, ero incredulo e al limite dello shoccato”.
È ancora turbato Francesco Costabile, regista di ‘Familia‘, film con Francesco Gheghi, Barbara Ronchi e Francesco Di Leva (che per questo film ha vinto il David di Donatello come miglior attore non protagonista) che l’Italia candida agli Oscar nella categoria Miglior film internazionale, quando si collega su zoom con un ristretto gruppo di giornalisti. “È un film piccolo, coraggioso e speriamo di raggiungere un pubblico internazionale”, aggiunge.
L’urgenza del tema della violenza di genere
“Evidentemente i selezionatori hanno pensato che rispetto agli altri film e al curriculum dei registi la tematica trattata nel mio film fosse urgente anche sul mercato americano – spiega il regista – infatti l’argomento di ‘Familia‘ è universale perché la violenza di genere è un tema transculturale e trasversale a tutte le classi sociali e le società. Alcune forme di violenza oggi sono sdoganate in tutte le guerre che ci sono nel mondo”.
Riconoscimento del pubblico femminile
“Ciò che mi ha stupito del film – continua – è aver incontrato così tante spettatrici che si sono riconosciute in questo film. Dopo le proiezioni vengo sempre fermato da donne che hanno vissuto questa forma di violenza. Il cinema probabilmente è in grado di smuovere le cose e cambiare anche le persone”.
L’accoglienza negli Stati Uniti
Sulla possibile accoglienza del film, che ancora non ha una distribuzione americana (in Italia è distribuito da Medusa), da parte del pubblico di Oltreoceano Costabile ritiene che la tematica è urgente soprattutto negli Usa.
“In America è stato ucciso Kirk, rappresentante estremo dell’America cattolica integralista, uno che diceva che se tua figlia viene stuprata deve tenere comunque il figlio… se non è questa violenza di genere – dichiara il regista – l’America è sprofondata nella violenza verso le donne: c’è il razzismo, la transfobia e anche le donne sono vittime di un’America repubblicana che preoccupa tutti noi”.
Un esordio tardivo ma significativo
Costabile, 44 anni, che insegna Grafica e comunicazione al liceo Aldini Valeriani di Bologna racconta poi che un suo ex compagno di classe, il regista Francesco Amato, dopo il primo film (‘Una femmina’ del 2022) gli ha scritto queste parole: “Hai esordito a 40 anni ma ne valeva la pena”. “Ho sempre creduto che fosse importante fare film personali che rischiassero, che avessero impatto sociale, politico – spiega – volevo esordire con un film che mi potesse rappresentare. Questa tenacia oggi mi viene ripagata con questo riconoscimento.
Una trilogia sulla violenza di genere
Con ‘Familia’ Francesco Costabile ha realizzato il suo secondo film di una trilogia che si concluderà con quello a cui sta lavorando e di cui può dire poco, ma abbastanza per capire di cosa tratterà: “Il nuovo film chiude il percorso iniziato con ‘Una femmina’, va a unire i primi due film e completa un percorso che tratterà i fenomeni della violenza di genere, una trilogia sulla violenza di genere”.