AGI – Il caffè nel supermercato va a ruba. E allora ecco l’ultima trovata: il cartoncino contro i furti. Sullo scaffale non c’è più il prodotto ma una copia perfetta della confezione con il testo impresso sopra: “Portami alla cassa e avrai il tuo qualità oro da 250 grammi”. Più in basso un cartellino per rafforzare il concetto: “Rivolgersi al box informazioni”.
L’anti-taccheggio alla Conad
È il sistema anti-taccheggio adottato alla Conad di via Frattini, al quartiere Portuense, per stroncare i continui ammanchi dell’aromatico macinato. Non di una marca qualsiasi, ma della Lavazza. Evidentemente un brand ricercato e anche un po’ su col prezzo. Per cui, adesso chi lo vuole acquistare prende il facsimile dal ripiano, va alla cassa, paga e riceve il pacco vero e proprio.
La soluzione proposta da Lavazza
“Da questa estate – spiegano dagli uffici del punto vendita – confrontando la quantità dei pezzi in entrata e in uscita ci siamo accorti che i conti non tornavano. Abbiamo chiamato la Lavazza che ci ha proposto la soluzione: sulla mensola viene esposto il cartoncino del pacco di caffè (fornito dall’azienda), il cliente interessato all’acquisto lo prende, va in cassa dove avviene la lettura del codice a barre che vi è impresso sopra e gli viene consegnata la relativa confezione”.
Aumento dei furti dall’estate
Non è molto tempo che il fenomeno dei furti è balzato agli occhi della direzione del supermarket: “All’incirca – si precisa – è dall’inizio dell’estate. Abbiamo aumentato i controlli ed è stata fatta la scoperta: c’è chi ha cercato di portarsi via anche nove pacchi di caffè in una volta”, nascosti in borse schermate per superare i varchi antifurto. E non sono gli unici pezzi a piacere alle mani leste.
Alla Conad, che a ottobre festeggerà un anno di gestione, è lunga la lista della merce preferita dai ladri e dettagliata dagli addetti: “Ci sono parmigiano (anche sei chili a razzia), tonno, solari, insetticidi, ma anche preservativi, batterie e cerotti. La frutta viene mangiata sul posto”. Non è semplice tracciare l’identikit del responsabile” che si aggira tra banchi frigo ed esposizioni. “Finora alle forze dell’ordine sono state presentate una decina di denunce – proseguono – contro soggetti assai diversi: ci sono uomini e donne, giovani, persone di mezza età, anziani e stranieri. C’è chi ha rubato la merce per fame e chi per rivenderla” al mercato nero degli alimentari.
Costi dei furti nella grande distribuzione
I furti nella grande distribuzione sono in aumento. Nel 2023, secondo lo studio “La Sicurezza nel Retail in Italia” di Checkpoint Systems e Crime & Tech, in collaborazione con l’Associazione del Laboratorio per la Sicurezza dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, in Italia tra furti, ammanchi e investimenti per proteggere sono costati 6,7 miliardi di euro, circa il 2% dei ricavi. Una fortuna.