AGI – Medio Oriente, Ucraina e dazi: saranno questi i principali dossier sul tavolo dei leader del G7 che da oggi al 17 giugno si riuniranno a Kananaskis, sulle montagne rocciose canadesi. I fari saranno puntati soprattutto sul presidente americano Donald Trump che oggi ha spiazzato gli altri partecipanti al vertice, auspicando per una risoluzione della guerra tra Israele e Iran un ruolo di mediazione per il presidente russo Vladimir Putin.
Mentre è in corso il pressing di Paesi come Italia, Germania e Gran Bretagna per favorire subito una de-escalation della tensione (anche il presidente francese Emmanuel Macron ha auspicato un ritorno alla calma “nelle prossime ore” in Iran e Israele), il summit dovrà confrontarsi sull’appello del presidente israeliano Isaac Herzog che ha invitato tutti i leader a unirsi a Tel Aviv nel contrastare la minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano.
Al momento la presidenza canadese ha voluto che l’agenda dei lavori rimanesse invariata ma la situazione in Medio Oriente è l’argomento sul tavolo che crea maggiore preoccupazione. “Sarà la priorità”, ha detto il Cancelliere tedesco Merz.
Il G7 è chiamato – l’auspicio è della premier Giorgia Meloni – a dare una indicazione per la risoluzione della crisi ma al momento sono tante le incognite che potrebbero portare i leader a non prendere una posizione comune. Così come su Ucraina (Zelensky ha chiesto un incontro a Trump per nuove sanzioni a Mosca) e dazi, con il tentativo in atto – anche da parte dell’Italia – di favorire la strada del dialogo.
Per questo motivo fonti diplomatiche sottolineano che ogni scenario resta aperto. Del resto, già alla vigilia non era già prevista alcun documento ufficiale al termine del summit, ma sette brevi dichiarazioni su alcuni temi: finanziamento dello sviluppo; intelligenza artificiale; tecnologie quantistiche; lotta agli incendi; minerali critici; repressione transnazionale; contrasto al traffico di migranti (l’Italia ha proposto un testo ad hoc su questo che – spiegano fonti diplomatiche – permetterà ancora una volta di ribadire quanto il problema sia condiviso e centrale anche in ambito G7).
Sarà poi la presidenza canadese a riassumere le conclusioni del vertice, ma l’attesa dei leader è legata alle mosse del presidente americano che potrebbe sconvolgere ulteriormente l’agenda e l’andamento dei lavori. Con i leader europei (in primis la presidente della Commissione von der Leyen che dovrebbe avere un bilaterale con l’inquilino della Casa bianca) che puntano a far sì che ci siano dei passi avanti nella partita sui dazi, anche se è improbabile ricalcare il modello dell’intesa raggiunta tra Regno Unito e Washington.
Trump sarà l’ultimo ad arrivare a Kananaskis (alle 21 ora locale), la prima – ieri – è stata proprio la premier italiana. Oggi sarà la volta del primo ministro australiano Anthony Albanese, del britannico Keir Starmer, del padrone di casa Mark Carney, del cancelliere tedesco Friedrich Merz, del presidente del Consiglio Ue Antonio Costa, del presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, del primo ministro giapponese Shigeru Ishiba e alle 19 del presidente francese Emmanuel Macron e, alle 21 ora locali il presidente americano Trump.
I lavori del summit inizieranno domani con una sessione dedicata all’economia globale, alla sicurezza delle nostre comunità, al tema dei minerali critici; poi martedì si parlerà, tra l’altro, di Ucraina (presenti il presidente Zelensky e il segretario generale della Nato Mark Rutte) di innovazione tecnologica e della sicurezza energetica.
Tra i dossier che verranno affrontati anche quelli dell’intelligenza artificiale e della repressione transnazionale. Il punto clou sarà la cena di domani dedicata alla politica estera: si parlerà del conflitto tra Kiev e Mosca, della situazione nell’Indopacifico e soprattutto appunto di Medio Oriente e del diritto difesa di Israele.
Gli sherpa sono al lavoro, anche sui bilaterali. Meloni incontrerà il cancelliere tedesco Merz e il primo ministro britannico Starmer, domani – tra gli altri – dovrebbe vedere il primo ministro canadese Carney e avere contatti anche con Trump). L’obiettivo dei Paesi europei è quello di coordinarsi e far si’, allo stesso tempo, che il G7 mostri unita’ di vedute. Per questo motivo sarà necessario capire come Trump intenderà muoversi. Ma, per ora, si procede al momento al buio.