AGI – “Che i soldi richiesti servissero a Giuseppe per aiutare Andrea lo abbiamo saputo solo poi”. E’ il 26 settembre 2025 e Silvia Maria Sempio, sorella di Giuseppe, viene sentita dai carabinieri e finanzieri che svolgono le indagini della Procura di Brescia sulla presunta corruzione dell’ex procuratore pavese Mario Venditti per archiviare l’inchiesta su Andrea Sempio.
Tra le altre cose, racconta anche che diede al fratello più soldi di quelli richiesti. “Siamo una famiglia molto unita ma non è che discutiamo dei reciproci interessi. Se qualcuno ha bisogno di denaro, chiediamo a vicenda e ci aiutiamo” dice la donna alla quale vengono chieste le “motivazioni per le quali il 28 maggio 2017 ha emesso un assegno bancario di 30mila euro a favore del fratello”.
“Ricordo che Giuseppe è venuto a casa mia. C’era anche mia sorella Ivana – prosegue la narrazione -. In quella circostanza ci disse che aveva bisogno di soldi in quanto aveva delle necessità e siccome siamo fratelli ci siamo aiutati. Ricordo che Giuseppe mi aveva chiesto 20000 euro ma io, siccome ho notato che era veramente in difficoltà, ho deciso di dargli 30000 euro. Gli chiesi a cosa gli servissero ma lui mi disse semplicemente che era in difficoltà. Ho capito che non si voleva aprire di più e non sono andata oltre. Poi con il tempo ci ha detto che questi soldi gli erano serviti per le spese che aveva dovuto affrontare per la vicenda giudiziaria che aveva visto coinvolto suo figlio Andrea“.