AGI – Non c’è serie televisiva del 2025 che abbia appassionato più della nuova inchiesta reale, quotidiana, sorprendente sul delitto di Garlasco. Un copione di tale intensità narrativa da far tremare la saldezza dei codici delle leggi e incrinare la fiducia nella giustizia, qualunque ne sarà l’epilogo, perché fa paura a qualsiasi cittadino che 18 anni dopo si possano mettere in discussione sia la sentenza di condanna passata in giudicato per Alberto Stasi sia le due archiviazioni, nel 2017 e nel 2020, per Andrea Sempio.
Ma questi mesi hanno significato anche un prima e un dopo nell’informazione con la celebrazione di una delle indagini più mediatiche di sempre che ha travalicato i confini delle testate tradizionali su carta e digitale esondando in tv e sui social attraverso una cronaca ‘partigiana’, minuto per minuto, da parte di legali, giornalisti, criminologi, pletore di esperti di scienza e navigatori del web che hanno impersonato con vigore le tesi dell’innocenza o della colpevolezza. Per la prima volta in questa saga giudiziaria gli scoop sono arrivati anche dagli influencer, come Bugalalla.
Gli avvocati, soprattutto l’instancabile Antonio De Rensis per Stasi, idolatrato su ‘X’ per le perfomance in tv, e Massimo Lovati per Sempio, con le uscite surreali che gli sono costate il mandato, sono diventati a loro volta dei personaggi divisivi. Tutto ricomincia l’11 marzo 2025 quando viene resa nota la riapertura dell’inchiesta per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto la mattina del 13 agosto 2007 nel paese della Lomellina fino ad allora noto per le risaie e per la vivace discoteca delle Rotonde.
E, subito, il primo mistero: la Procura di Pavia, guidata dall’esperto Fabio Napoleone, comunica ad Andrea Sempio che è accusato dell’omicidio ‘in concorso con Alberto Stasi o con ignoti’. Si vedrà che la formula è un escamotage, indispensabile in presenza di una condanna definitiva, per ricominciare a indagare perchè col passare delle settimane diventa chiaro che, se dovesse risultare colpevole Sempio, Stasi sarebbe scagionato.
A stagliarsi tra i due nei dibattiti è la figura dell’allora fidanzato della ragazza uccisa, che sta scontando in semilibertà l’ultima parte della condanna a 16 anni e gode del favore popolare, quantomeno nel tribunale dei social e della tv. La prima casella del lungo viaggio del nuovo capitolo è segnata dalle consulenze della procura e della difesa di Stasi che attribuiscono ad Andrea Sempio il dna trovato sulle unghie della vittima. Classe 1988, impiegato in un negozio di telefonia in un centro commerciale a Voghera, detto ‘Gandhi’ dagli amici per il suo aplomb aiutato anche da ore quotidiane di meditazione, l’amico di Marco Poggi, fratello di Chiara, era già stato tirato in ballo due volte dalla giustizia ma sempre scagionato con formule che non lasciavano varchi ai dubbi. Ora, sulla base di fresche analisi scientifiche basate sulla biostastistica, quel dna che era stato definito non utilizzabile in precedenza per le sue caratteristiche viene invece ritenuto ‘utile’.
A confermarlo nelle settimane scorse è stata la genetista super partes Denise Albani davanti alla quale si è svolto, da maggio a fine anno, l’incidente probatorio che ha cercato spunti investigativi dalle analisi di reperti già o mai presi in considerazione. Oltre al dna riconducibile al ramo paterno di Sempio, un altro dato inedito emerso è la traccia genetica di Stasi trovata sulla cannuccia dell’Estathè nel sacchetto della spazzatura. Fin qui la prova scientifica che però deve essere inserita in un contesto a maggior ragione in un caso in cui il dna viene definito “non consolidato, misto e parziale” da Albani e non è chiaro se sia da contatto diretto, come accade in un’aggressione, oppure da contaminazione, tesi sostenuta dalla difesa di Sempio che sottolinea come l’allora ragazzo dalla lunga chioma castana frequentasse abitualmente la villetta soprattutto per giocare al pc in taverna con Marco Poggi.
È questa la sfida principale per la Procura pavese e per i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano: costruire una trama credibile di cosa accadde quel giorno, magari anche un movente sebbene non sia necessario e nemmeno per condannare Stasi se ne trovò uno nitido (non convinse l’ipotesi della rabbia di Chiara per i video porno nel pc di Alberto) mentre la ricerca dell’arma nel canale di Tromello, sulla base anche di controverse testimonianze televisive, sembra non avere dato frutti. Quanto all’alibi di Sempio, la difesa ribadisce che è rappresentato dallo scontrino in un parcheggio a Vigevano ma per la Procura non conta perché non riporta la targa dell’auto e il telefono non sarebbe stato agganciato alle celle della città a pochi chilometri da Garlasco. A rendere complicata una possibile riscrittura della storia sono gli errori commessi dagli inquirenti all’epoca, una sequela di omissioni e maldestri accertamenti enfatizzati anche da questa indagine che ha rivelato contaminazioni perfino sul tavolo dell’autopsia della vittima.
Il team legale-scientifico che rappresenta la famiglia Poggi sta analizzando in queste settimane i monili che la ragazza indossava quando è stata trovata morta, molti dei quali finora ignorati e depositerà molto presto i risultati.
Senza contare, a offuscare il quadro, le manomissioni al pc di Chiara Poggi testimoniate pure dal video diffuso nei giorni scorsi da Bugalalla che mostra Sempio mentre gioca con una palla di carta in quella che sembrerebbe essere una scuola chiusa. Immagini che, secondo i metadati, vennero guardate da qualcuno il 14 agosto 2007, quando la villetta di via Pascoli era già sequestrata e quindi sarebbe dovuta essere invalicabile. Nella narrazione che ipotizza Sempio colpevole potrebbero avere un peso gli esiti, ancora non noti, della Blood Pattern Analysis (BPA), l’analisi del Ris di Cagliari che ha ricostruito, in 3D e con nuovi strumenti rispetto alle vecchie indagini, la mappa delle macchie e degli schizzi di sangue nella casa e la consulenza della medico legale Cristina Cattaneo che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe cambiare l’orario della morte rafforzando l’alibi di Stasi intento a scrivere la tesi di laurea. E resta ancora da valutare l’impronta 33 sulla parete destra della scala interna dell’abitazione dove è stato trovato il cadavere. Per la Procura appartiene a Sempio, non sono dello stesso avviso la difesa dell’indagato e la parte civile Poggi.
Quanto al contesto resta sullo sfondo, ma pronto a ritornare in auge secondo alcune fonti legali, il santuario della Bozzola con tutte le suggestioni del caso. Chiara Poggi è stata uccisa perchè aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere in quel luogo sacro dove, in quegli anni, si svolgevano messe di purificazione che attiravano migliaia di fedeli e teatro di uno scandalo sessuale che coinvolse un religioso?
Su questo fronte gli inquirenti si sono mossi riportando in Italia il latitante rumeno Flavius Savu, già condannato per l’estorsione all’ex rettore del santuario, don Gregorio Vitali, che potrebbe essere ascoltato come testimone. Ancor più inquietante degli approfondimenti sulla Bozzola, è l’inchiesta parallela a quella principale che vede indagato per corruzione in atti giudiziari l’ex magistrato pavese Mario Venditti che chiese l’archiviazione per Sempio nel 2007 in cambio, sostiene la Procura di Brescia, di una somma di denaro di 20-30 mila euro incassata da Giuseppe Sempio, padre di Andrea.
Il bigliettino “Venditti gip archivia…”
La prova starebbe in un bigliettino (‘Venditti gip archivia per 20-30 eurò) trovato nell’abitazione dei genitori. Sempre Venditti è indagato nell‘indagine sul ‘Sistema Pavia’ che lo ipotizza partecipe di un grumo di malaffare che avrebbe coinvolto anche magistrati e poliziotti giudiziari dei carabinieri, alcuni impegnati nelle prime indagini su Garlasco. Il Tribunale del Riesame ha però annullato il sequestro dei pc e dei dispositivi di Venditti smorzando, almeno per ora, la spinta investigativa.
Quando la chiusura delle indagini su Sempio
In questo crocevia di ipotesi e scadenze, si può supporre che la Procura chiuderà l’indagine su Sempio tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Quasi impossibile che, visto lo sforzo messo in campo e la convinzione di essere sulla strada giusta, i pm non arrivino a una richiesta di rinvio giudizio. A quel punto toccherà a un giudice stabilire se mandare a processo Sempio tenendo conto anche che la riforma Cartabia impone al gip di farlo solo in presenza di “ragionevole previsione di condanna”.
Con la notifica alle parti del 415 bis, l’atto che fa calare il sipario sull’indagine, le migliaia di carte saranno tutte scoperte e finalmente si disgelerà in tutta la sua compiutezza la tesi dell’accusa alla quale difesa e parte civile si oppongono sostenendo che non ci siano elementi inediti tali da scardinare le verità giudiziarie già acquisite. La difesa Stasi potrebbe chiedere la revisione alla Corte d’Appello di Brescia anche prima di un’eventuale condanna per Sempio, sulla base di una “nuova prova”, in questo caso il dna sulle unghie e forse altro, e del ragionevole dubbio che l’imputato, poi condannato, dovesse essere assolto. Gli sceneggiatori delle serie dovranno lavorare con molta fantasia anche nel 2026 per trovare un soggetto più avvincente di Garlasco.
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