AGI – Gli armatori che vogliono attraversare il Mar Rosso devono ora versare circa l’1% del valore della nave alle compagnie assicurative, contro lo 0,2-0,3% di pochi mesi fa. Dall’inizio delle ostilità nel 2023, oltre 250 imbarcazioni sono state attaccate. Il traffico nel Golfo di Aden è diminuito del 70% rispetto al 2023.
A riportarlo è il sito di notizie economiche Agbi, alla luce dei nuovi attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso, lanciati a luglio nell’ambito della “fase quattro” della loro campagna contro la guerra israeliana a Gaza, che hanno aggravato la crisi delle catene di approvvigionamento globali. Il gruppo, sostenuto dall’Iran, ha annunciato di voler colpire navi legate a Israele indipendentemente da bandiera o destinazione, in qualsiasi zona raggiungibile dalle proprie forze.
Il porto israeliano di Eilat è stato costretto a chiudere per il crollo dell’80-90% dei volumi. L’Egitto ha visto le entrate del Canale di Suez calare da 10,3 a 4 miliardi di dollari, mentre in Arabia Saudita il traffico nei porti di Jeddah e King Abdullah ha subito un forte ridimensionamento. A peggiorare la situazione, anche l’effetto dei dazi imposti da Donald Trump, che spingono le imprese ad anticipare le spedizioni verso gli Stati Uniti, congestionando ulteriormente le rotte marittime.
“Non credo che torneremo completamente al mondo di 600 giorni fa”, ha detto ad Agbi Marco Forgione, direttore generale del Chartered Institute of Export & International Trade. “C’è la consapevolezza che le catene di approvvigionamento globali devono essere costruite in modo da essere anti-fragili, e questo significa che ci sarà una diversificazione delle modalità di trasporto, con una maggiore combinazione di ferrovia, trasporto marittimo e aereo”.