venerdì, Settembre 12, 2025
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Global Sumud Flotilla: “Giornalisti allontanati perché violate le regole”

AGI – “La libertà di stampa da noi non è, e non sarà mai, in discussione”, ma “gli allontanamenti sono stati decisi dai capitani e dagli equipaggi” per “la violazione di regole condivise (immaginiamo che se fossero state lesive della libertà di stampa i giornalisti non le avrebbero accettate all’origine)”: lo afferma il Global Movement to Gaza rispondendo alla Fnsi, che aveva criticato l’atteggiamento tenuto dalla Global Sumud Flotilla nei confronti di una giornalista della Stampa, cacciata dalla missione. Il movimento annuncia, tra l’altro, una querela al quotidiano “Il Tempo” per “diffamazione” e “diffusione di notizie false, tendenziose”.

“Chiediamo – aggiunge la nota – di comprendere tre cose: la flotilla è innanzitutto una comunità di attivisti, siano essi giornalisti o personalità pubbliche. Le vulnerabilità e i pericoli a cui il nostro equipaggio è esposto, anche alla luce degli attacchi in Tunisia, obbligano a misure di sicurezza rigide, tese a garantire non solo l’incolumità dell’equipaggio, ma anche la fiducia reciproca, fondamentale su piccole barche e in situazioni di forte stress emotivo. L’obiettivo della missione è consegnare aiuti umanitari ai gazawi attraverso un’iniziativa nonviolenta della società civile. Le altre cose sono tutte importanti, ma non possono rischiare di inficiare l’obiettivo”.

“Sia i gruppi editoriali che i giornalisti indipendenti – spiega la missione – sono liberi di seguire la flotilla armando barche o utilizzando i mezzi che ritengono più opportuni per seguirla e raccontarne la cronaca da una prospettiva esterna. Alla luce del nostro obiettivo, non possiamo porre le esigenze dei giornalisti al di sopra di quelle dei gazawi. Perché la meta è Gaza, non il racconto della missione. Garantire l’incolumità dell’equipaggio, siano essi giornalisti, politici o attivisti, è la nostra priorità”.

Quanto ai controlli sui documenti, questa è una “misura richiesta dalla Capitaneria di Porto di Augusta, per il riconoscimento delle credenziali di ciascuno, in aree molto frequentate da cittadini di svariate nazionalità, al fine di evitare possibili infiltrazioni esterne”. “Allo stesso modo – aggiunge la missione – è stato chiesto ai partecipanti di procedere al riconoscimento attraverso un documento di identità, che è stato volontariamente consegnato al nostro team legale, per poi essere riconsegnato una volta ultimato il riconoscimento e la registrazione delle credenziali”.

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