venerdì, Settembre 5, 2025
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Gruppi di tempeste tropicali si spostano verso l’Atlantico

AGI – Un nuovo studio co-diretto da Dazhi XI, climatologo del Dipartimento di Scienze della Terra e dei Pianeti dell’Università di Hong Kong (HKU), e da Zheng-Hang FU, dottorando dell’Università di Fudan, rivela che negli ultimi decenni i cicloni tropicali a grappolotempeste che si verificano in rapida successione – stanno diventando meno frequenti nel Pacifico nord-occidentale, compresi Hong Kong, Giappone e Filippine, mentre stanno diventando più comuni nell’Atlantico settentrionale, colpendo regioni come la costa orientale degli Stati Uniti e i Caraibi.

Lo studio, intitolato “Shifting Hotspot of Tropical Cyclone Clusters in a Warming Climate”, è stato pubblicato su Nature Climate Change.

Formazione e impatto dei cicloni a grappolo

I cicloni tropicali, comunemente noti come tifoni o uragani, non colpiscono sempre da soli. A volte si formano a grappoli – due o più tempeste che si sviluppano simultaneamente all’interno dello stesso bacino oceanico. Questo fenomeno non è raro: storicamente, solo il 40% dei cicloni tropicali si è manifestato da solo. Ad esempio, nel settembre 2024, il tifone Bebinca e la tempesta tropicale Pulasan hanno toccato terra a Shanghai, a tre giorni di distanza l’uno dall’altro. Questi eventi a grappolo possono causare danni sproporzionati, poiché le regioni colpite hanno un tempo limitato per riprendersi tra le tempeste successive. Pertanto, comprendere i meccanismi e le tendenze alla base di questi eventi è essenziale per la gestione del rischio costiero.

Analisi probabilistica dei cluster di cicloni

“Volevamo capire se questi modelli di raggruppamento siano semplicemente casuali o se si tratti di qualcosa di più profondo”, premette Dazhi Xi, coautore dello studio: “Abbiamo sviluppato un quadro probabilistico per indagare se i cambiamenti osservati nei cluster di cicloni potessero essere spiegati solo da fattori casuali. Se i cluster – continua – si formano semplicemente per caso, la loro presenza dovrebbe dipendere solo dalla frequenza con cui si formano le tempeste, dalla loro durata e dal momento in cui si verificano durante la stagione”.

Modello di simulazione dei cluster di tempeste

“Abbiamo costruito un modello basato su questi tre fattori per simulare i cluster di tempeste nell’ultimo decennio, fornendoci una base di riferimento da confrontare con le osservazioni reali”, conclude Dazhi Xi. Le tempeste raggruppate stanno aumentando nell’Atlantico settentrionale, ma stanno diminuendo nel Pacifico nordoccidentale. Utilizzando un modello probabilistico, la ricerca suggerisce che i cambiamenti nella frequenza delle tempeste siano il fattore principale alla base dello spostamento dei punti caldi degli ammassi. Altri fattori, come la durata e la tempistica della tempesta, svolgono solo un ruolo secondario. Tuttavia, in alcuni anni, il modello sottostima notevolmente il numero effettivo di tempeste raggruppate, il che indica che non tutti i raggruppamenti si formano per caso. Queste eccezioni sono legate alle onde su scala sinottica, una serie di perturbazioni atmosferiche simili a treni che aumentano attivamente la possibilità di formazione di gruppi di cicloni tropicali.

Influenza del riscaldamento globale

Il cambiamento nei modelli di raggruppamento sembra essere guidato da un modello di riscaldamento globale simile a La Niña, in cui il Pacifico orientale si sta riscaldando più lentamente rispetto a quello occidentale. Tale modello di riscaldamento non solo modula la frequenza delle tempeste, ma influenza anche l’intensità delle onde su scala sinottica, contribuendo ulteriormente allo spostamento dei cluster ciclonici dal Pacifico all’Atlantico.

Implicazioni e gestione dei rischi

La ricerca implica una crescente minaccia di cicloni tropicali consecutivi lungo le coste del Nord Atlantico. Per affrontare questi rischi crescenti, è necessario rafforzare sia le infrastrutture costiere sia i sistemi di risposta alle emergenze. Ciò include il rafforzamento del sistema di drenaggio, il miglioramento della resilienza della rete elettrica e l’aumento dell’affidabilità delle reti di approvvigionamento idrico per resistere ai pericoli di tempeste multiple. Le squadre di risposta alle emergenze devono anche essere meglio preparate a gestire più attacchi di tempeste in rapida successione.

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