mercoledì, Dicembre 17, 2025
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I batteri intestinali possono accelerare la sclerosi multipla

AGI – Alcuni batteri intestinali possono confondere il sistema immunitario inducendolo ad attaccare il rivestimento protettivo delle fibre nervose, accelerando così la progressione della sclerosi multipla (SM). Lo ha dimostrato uno studio condotto dall’Università di Basilea in collaborazione con l’University Hospital of Bonn (UKB), pubblicato sulla rivista Gut Microbes.

La ricerca ha chiarito un possibile meccanismo chiave alla base dell’autoimmunità nella sclerosi multipla, noto come ‘molecular mimicry‘ (mimetismo molecolare): alcune strutture presenti sulla superficie di specifici batteri intestinali somigliano a quelle della mielina, la guaina che riveste i nervi. In presenza di un ambiente infiammatorio, questa somiglianza può indurre il sistema immunitario a colpire non solo i batteri, ma anche i tessuti nervosi dell’organismo. “Sappiamo che il microbiota intestinale influenza il sistema immunitario, ma i meccanismi coinvolti nella sclerosi multipla non sono ancora del tutto chiariti – ha spiegato Anne-Katrin Probstel, professoressa alle Università di Basilea e Bonn e neurologa presso l’UKB – ed è stato mostrato che una combinazione di infiammazione e somiglianza molecolare può attivare cellule immunitarie specifiche che poi attaccano la mielina”. Nel lavoro, i ricercatori hanno utilizzato modelli murini geneticamente predisposti alla sclerosi multipla.

L’impatto dei batteri pro-infiammatori

Batteri pro-infiammatori di Salmonella sono stati modificati per presentare una struttura simile a quella della mielina e confrontati con batteri di controllo privi di questa caratteristica. Nei topi esposti ai batteri ‘mimetici’, la malattia è progredita in modo significativamente più rapido. “La sola presenza di batteri pro-infiammatori ha alimentato la malattia in misura limitata – ha spiegato Probstel – ma è stata la combinazione con la somiglianza alla mielina ad attivare una risposta immunitaria più aggressiva, con cellule che si sono moltiplicate, hanno raggiunto il sistema nervoso e hanno danneggiato la guaina mielinica“.

Il contesto immunologico è determinante

Esperimenti analoghi sono stati condotti utilizzando Escherichia coli, un batterio normalmente presente nell’intestino e non infiammatorio. In questo caso, anche quando modificato per imitare la mielina, l’andamento della malattia è risultato più lieve, suggerendo che il contesto immunologico in cui avviene la stimolazione sia determinante.

Implicazioni future e cautela terapeutica

“In futuro – ha spiegato Probstel – potrebbe essere possibile utilizzare batteri che calmano attivamente il sistema immunitario per ‘addestrarlo’ alla tolleranza, invece che all’attacco della mielina”. Lo studio indica quindi che non conta solo la composizione del microbiota, ma anche la presenza di specifiche strutture molecolari su determinati batteri intestinali, che possono contribuire all’avvio e alla progressione della sclerosi multipla. Allo stesso tempo, i risultati invitano alla cautela nell’uso di terapie che stimolano il sistema immunitario attraverso il microbioma, come alcuni trattamenti oncologici, poiché potrebbero favorire reazioni autoimmuni indesiderate.

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