giovedì, Dicembre 5, 2024
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Il centrosinistra ‘occupa’ l’Umbria, ma la chiusura sarà senza big

AGI – A una settimana dal voto in Umbria, i leader dell’opposizione intensificano la loro presenza nella Regione diventata, dopo la sconfitta in Liguria, una sorta di linea del Piave per il centrosinistra. In particolare la segretaria del Pd ha fatto contare nove tappe in meno di ventiquattro ore: ieri Schlein ha toccato Gualdo Tadino, Gubbio, Fossato di Vico, Città di Castello, Bastia Umbra. Oggi è stata la volta di Foligno, Gualdo Cattaneo ed Amelia. La sfida della segretaria dem è all’astensionismo. La strategia è la stessa di sempre: “Casa per casa, strada per strada”, come ama ripetere. Una strategia che, dicono i dem, ha portato il Pd a diventare primo partito in Liguria, nonostante la sconfitta. A differenza della Regione di Ponente, in Umbria la coalizione si presenta compatta e larga, un fattore che dovrebbe infondere ottimismo fra le truppe dem. Eppure in casa Pd ‘cautela’ è la parola d’ordine. Il centrodestra, che schiera la governatrice uscente Marietta Tidei, è dato avanti, seppure di uno zero virgola. Nonostante questo, a scandagliare fonti dem si ricava una certa fiducia. È vero, viene spiegato, che la campagna di Proietti è partita in ritardo e con qualche scivolone di troppo, vedi aborto e fine vita. Però, la candidata di centrosinistra appare agli occhi dei dem più “dinamica” della governatrice uscente. “La partita è da 1X2, apertissima”, viene aggiunto. Nel partito guidato da Schlein, inoltre, si guarda al dispiegamento di forze messo in campo dal centrodestra i cui leader saranno tutti al fianco a Tesei durante l’evento del 14 novembre. “È la prova del fatto che vogliono distrarre l’attenzione degli umbri dalla disastrata situazione della sanità nella Regione”, aggiungono dal Pd, “e del fatto che puntano a far leva sul potere nazionale per convincere i cittadini che, per la loro Regione, è meglio avere un governo amico”. Al contrario, Proietti non terrà il comizio finale con i leader nazionali sul palco. L’apporto dei big del centrosinistra, certo, non manca. In Umbria si sono recati, in sequenza, Elly Schlein, Carlo Calenda, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (che in Umbria è di casa, a Foligno), mentre Giuseppe Conte lo farà nei prossimi giorni.

Nel suo tour in Umbria, Elly Schlein ha deciso invece di puntare sui temi locali a cominciare da quelli sociali: sanità, scuola e lavoro. Senza dimenticare le politiche industriali. La segretaria ha visitato un’azienda dell’automotive e aziende del settore della ceramica: “Nel nostro viaggio per l’Umbria a sostegno di Stefania Proietti, ho visitato due aziende del settore della ceramica e della manifattura”, dice la segretaria: “Due realtà che esportano in tutto il mondo, con un know how avanzatissimo, da tutelare e sostenere. L’Umbria del lavoro e dell’industria, che chiede investimenti comuni europei e piani industriali ed energetici all’altezza delle sfide globali che ci attendono”. Politiche industriali, dunque, oltre alla sanità, scuola, università e lavoro. Sono questi i temi su cui concentrare la campagna elettorale e sui quali le opposizioni hanno presentato emendamenti comuni alla manovra, una decina in tutto. Ciò che va evitato, osservano fonti della sinistra Pd, è l’effetto “Kamala Elly”. Ovvero, l’errore di puntare a temi “troppo alti” sacrificando quello che davvero preoccupa le persone: i salari, il costo della vita e la sanità. E se può sembrare ardito collegare le elezioni americane con il voto regionale in Italia, fra i dirigenti di lungo corso del Pd c’è chi ricorda, a parti invertite, cosa accadde dopo la prima elezione di Bil Clinton: un’onda progressista che si diffuse in Gran Bretagna con Blair, prima, e poi in Germania con Gherard Schroeder per arrivare anche in Italia, con Romano Prodi. Per evitare che l’elezione di Trump sortisca lo stesso effetto, è il ragionamento, è necessario “sporcarsi le mani”. Sotto questa luce è stata letta anche la scelta della segretaria di scendere in piazza con i sindacati dei trasporti in sciopero, venerdì scorso. L’altro tavolo su cui si giocano le regionali è quello dell’Emilia-Romagna dove Michele De Pascale sta portando avanti una campagna elettorale tutta incentrata sui temi locali. A supporto del candidato di centrosinistra si sono schierati, uno dopo l’altro, tutti i big dei partiti, a cominciare proprio dalla segretaria Pd e dal presidente, Stefano Bonaccini. A differenza di quanto accaduto in Liguria, però, non ci saranno i leader dei partiti sul palco dell’evento che chiude la corsa alla Regione. Una scelta del candidato, stando a quanto si apprende, che intende così tenere i fari accesi sui temi locali, senza prestarsi a polemiche nazionali, come quelle innescate dal corteo di Casa Pound a Bologna. 

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