mercoledì, Luglio 30, 2025
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Il nome del premier nella scheda, la tentazione del centrodestra

AGI – Il confronto tra maggioranza e opposizione non è ancora decollato, ma il cantiere sulla legge elettorale c’è, assicurano fonti parlamentari della Camera. E coinvolge gli uffici parlamentari ai più alti livelli, viene aggiunto. Tanto avviato che sarebbero in corso anche simulazioni su diverse proposte arrivate da parte della maggioranza, per verificarne l’impatto sui collegi elettorali.

Il tema emerge saltuariamente nei conciliaboli fra parlamentari, tra le confidenze in Transatlantico, più che sui tavoli politici. Nel centrodestra è più avanti, con la premier Giorgia Meloni che ne ha parlato con gli altri leader della coalizione in diversi passaggi. Fonti di FdI, tuttavia, definiscono il tema “prematuro”. Al momento il dossier è congelato, anche nei giorni scorsi la Lega ha fatto sapere che si troverà una sintesi, che non c’è alcuna tensione nell’alleanza.

L’indicazione del premier nella scheda

Che ci siano delle resistenze all’interno del partito di via Bellerio sulle possibili modifiche è stato fatto presente anche al presidente del Senato Ignazio La Russa che ha rilanciato sulle preferenze: “Quando si è discusso di legge elettorale sono stato l’unico a presentare un emendamento per le preferenze. Sono rimasto su quella idea, poi ci sono le storture ma più piccolo è il teatro più grande sono le storture”, dice la Seconda Carica dello Stato. Ma l’attenzione nelle coalizioni, oltre che sui collegi uninominali, si concentra anche sulla possibile indicazione del premier nella scheda elettorale. La convinzione nel centrodestra è che nel momento in cui si procederà in questa direzione “nel centrosinistra si terranno le primarie“, perché tra Schlein e Conte si aprirà “una questione grande quanto una casa”, dice un big dell’alleanza.

Strategie e primarie nel centrosinistra

E se un alto dirigente del Movimento 5 stelle scommette che poi, alla fine, non verrà modificato il sistema di voto, un esponente di primo piano del Pd assicura che i dem non attendono altro: “Qualora Meloni dovesse decidere di procedere in questa direzione, inserendo anche le preferenze, allora noi saremmo pronti a raddoppiare i voti”. Il ragionamento è legato allo strumento stesso delle primarie necessarie nel caso sulla scheda dovesse essere indicato il nome del candidato premier: una ‘sfida’ interna al centrosinistra, ma condotta nel Paese, avrebbe un affetto ‘booster’ sull’elettorato, ‘amplificando’ i temi della campagna elettorale e facendo durare la stessa ancora di più, prima per la scelta del candidato alla leadership del centrosinistra e poi per le elezioni politiche vere e proprie.

Attesa e proposte dei partiti

Il centrosinistra è alla finestra, in attesa che sia la maggioranza a formulare una proposta nero su bianco. Nell’attesa, l’avviso comune dei leader di Pd, M5s e Avs è quello di evitare di commentare le indiscrezioni per non rischiare di fornire assist alla Lega, contraria a cambiare la legge, o a Fratelli d’Italia e Forza Italia, che invece vorrebbero farlo. Quello che è sicuro è che i tre partiti sarebbero favorevoli a un superamento delle liste bloccate.

I Cinque Stelle hanno fatto della scelta diretta dei candidati a Camera e Senato, con le Parlamentarie, un tratto loro distintivo fin dalle origini. Il Partito Democratico, prima con Enrico Letta e poi, durante la campagna per le primarie 2023, ha aperto all’ipotesi fatta propria anche da Stefano Bonaccini che in assenza di una riforma della legge elettorale, sarebbe ben felice di fare scegliere i candidati in Parlamento alla base dem. Da Avs, infine, Angelo Bonelli ricorda: “Noi siamo a favore delle preferenze. Ma aspettiamo che ci sia una proposta da parte della maggioranza perché sappiamo che c’è uno scontro fra Lega, da una parte, e FdI e Forza Italia dall’altra. La legge elettorale non è una prerogativa della maggioranza, quindi ci facciano sapere loro”.

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