AGI – Il Polo Interaziendale Trapianti (POIT) al San Camillo si rinnova con il trasferimento delle attività chirurgiche al sesto piano del Padiglione Puddu: il grande ospedale romano inaugura tre nuove sale operatorie di ultima generazione e un reparto di terapia subintensiva da 29 posti letto, dotato di camere a pressione controllata per pazienti oncologici e trapiantologici. Il progetto, del valore complessivo di oltre 3,2 milioni di euro per lavori e impianti, cui si aggiungono 770 mila euro per le attrezzature, è stato completato in meno di due anni e ha già prodotto risultati significativi: tra agosto e ottobre 2025 gli interventi di alta chirurgia oncologica addominale sono aumentati del 20%, passando da 156 a 187. Le tre sale operatorie, di livello ISO 5, consentono procedure open, laparoscopiche e robotiche, e sono dotate di un innovativo sistema di ventilazione e di un impianto multimediale audio-video integrato per il live sharing in tempo reale, unico nel suo genere in Europa.
«Il San Camillo è un punto di riferimento per Roma e per l’intero Lazio – sottolinea il direttore generale Angelo Aliquò –. Modernizzare oggi non è un semplice rinnovamento: significa costruire l’ospedale che servirà alle persone di domani, migliorando sicurezza, efficienza e sostenibilità». Alla presentazione del nuovo reparto è intervenuta anche la presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, che ha rimarcato l’impegno dell’amministrazione regionale per il rilancio della sanità pubblica capitolina: «È il segno di un’attenzione che stiamo dando a questo ospedale e, più in generale, a tutta la sanità romana. Il San Camillo rappresenta per volumi, per numero di posti letto e per la sua storia, un’eccellenza. È un pezzo importante della rete ospedaliera: dei 170 milioni che abbiamo stanziato per le nuove apparecchiature, circa 80 milioni serviranno a rinnovare questo ospedale straordinario, che da anni necessitava di interventi strutturali. È un lavoro lento ma inesorabile: lento perché le cose vanno fatte bene, ma inesorabile perché non ci fermiamo».
Rocca ha poi lanciato un messaggio sulla cultura della donazione: «Bisogna incentivare la cultura del dono. Donare aiuta a ridare la vita. Oggi ho incontrato persone che mi hanno trasmesso gioia ed emozione: una paziente operata venerdì già voleva rimettersi in piedi. Dobbiamo educare a questo spirito di solidarietà».
Soddisfazione anche da parte di Giuseppe Maria Ettorre, primario direttore del POIT: «Voglio ringraziare la Regione Lazio per la sensibilità dimostrata con questo grande investimento al San Camillo, che si è tradotto nel lavoro del direttore generale, sanitario e amministrativo, capaci di declinarlo in un progetto concreto. Se vi girate, vedete un ospedale che è un cantiere, ma che si traduce in benessere per la cittadinanza. Il Presidente ha visitato il nostro centro trapianti, che dirigo, dove si eseguono oltre cento trapianti l’anno. Qui si concentra una grande qualità chirurgica e progettuale, in una città e in una Regione che puntano sull’eccellenza».
Ettorre ha poi rivolto un appello alla donazione di organi: «Come ha ricordato il Presidente, bisogna continuare a investire sulla donazione. La Regione lo sta facendo, ma serve anche la generosità delle famiglie: quando si vive il dolore di un congiunto in ospedale, bisogna avere la forza di dire sì al dono degli organi. È un gesto che può ridare la vita a chi non ha più chance». Il POIT, fondato 18 anni fa in collaborazione con l‘INMI Spallanzani, consolida così la sua posizione come centro di eccellenza nazionale per la chirurgia oncologica e i trapianti.



