AGI – Il pressing del Partito Democratico su Antonio Decaro non si ferma e, anzi, si fa più stretto con l’avvicinarsi dell’appuntamento di domani a Bisceglie, dove l’eurodeputato è atteso sul palco della festa dell’Unita’ assieme alla segretaria Pd, Elly Schlein. È quella la deadline che il partito ha indicato a Decaro per sciogliere la riserva sulla propria candidatura. L’ex sindaco di Bari, dopo il passo indietro di Emiliano – che non sarà nelle liste elettorali – insiste a chiedere il ritiro di Nichi Vendola blindato, tuttavia, dai leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: “Le liste di Avs le decide Avs e non ci sono ragioni per chiedere il ritiro di Vendola”.
La risposta di Decaro suona come una provocazione: “Non sono insostituibile”. Tradotto: se Vendola resta in lista, dovrete cercare un altro candidato. Uno scambio che mette un punto interrogativo sulla presenza di Decaro a Bisceglie. L’ex sindaco, se non dovesse ottenere nel frattempo garanzie sui suoi ‘desiderata’, potrebbe trovare il modo più diplomatico di tenersi lontano dal palco. Ma la prospettiva preoccupa i dem che sarebbero, in quel caso, costretti a virare su un piano B.
La segretaria Elly Schlein continua a ripetere che “Decaro è il migliore candidato da mettere in campo” e “per quanto riguarda Nichi Vendola, è un candidato di Alleanza Verdi e Sinistra ed è giusto sia Alleanza Verdi e Sinistra fare la sua scelta”. Gli ‘ambasciatori’ di Schlein sono tornati oggi in Puglia per cercare di trovare una quadra. La ‘palla’ è nel campo di Decaro, viene spiegato, “è lui che deve confrontarsi con Avs”.
Reazioni e posizioni
Fra le fila dem c’è sconcerto per il comportamento del potenziale candidato. Se il ‘niet’ a Michele Emiliano, governatore uscente dopo due legislature, si puo’ spiegare con il bisogno di dare l’immagine di una fase nuova che si apre con la Puglia, quello a Vendola risulta incomprensibile: Vendola, ragionano i dem impegnati nella partita Puglia, è lontano da dieci anni dalla politica dei partiti.
Perché, allora, Decaro punta i piedi? In Avs c’è chi sospetta che il ‘diktat’ di Decaro derivi dal timore che una Avs imbaldanzita dai voti portati da Vendola possa incidere fin troppo nelle scelte del potenziale governatore. In tanta incertezza, si fanno largo anche le tesi più complottiste, come quella che vede dietro alle manovre di Decaro la volontà di logorare la segretaria. Secondo questa tesi, Decaro si appresterebbe a contendere la segreteria a Elly Schlein. Sospetti alimentati dal fatto che nel Pd tornano a farsi sentire le voci che parlano di congresso anticipato dopo le regionali, a gennaio. “Fantapolitica”, la definisce un deputato della maggioranza dem: in realtaà una ‘moral suasion’ su Decaro sarebbe in corso anche fra esponenti di Energia Popolare.
Un endorsement a Decaro e alla sua linea di rinnovamento arriva da Goffredo Bettini per il quale Decaro pone delle “necessarie condizioni di rinnovamento” chiedendo il passo indietro di Vendola: “Sono fiducioso che in Puglia se ne esca bene. Con Decaro candidato e le necessarie condizioni di rinnovamento che egli ha posto”, sono le parole usate da Bettini che sembra invitare Vendola a seguire l’esempio di Emiliano e fare un passo di lato: “Vendola è di un altro partito, Avs, e per lui la soluzione inevitabilmente sarà discussa nella coalizione. Credo però, che la sensibilità di un dirigente come Vendola di fronte a una possibile rinuncia del candidato migliore, porterà alla comprensione delle ragioni di Decaro”.
Chi rimane lontano dalla partita pugliese, invece, è Dario Franceschini, considerato il king maker di ogni candidatura. All’ex ministro, secondo alcune indiscrezioni, era stata attribuita la volontà di ‘minare’ il percorso di Schlein proprio a favore di Decaro. Niente di tutto questo, l’esponente Pd rimane al fianco della segretaria, ribattono fonti dem riconducibili all’area politica di Franceschini.