AGI – Il Pride sfida Viktor Orban: un numero record di partecipanti è atteso alla marcia di oggi a Budapest nonostante il divieto imposto dal premier ungherese. La coalizione di governo ha modificato le leggi e la Costituzione per vietare la celebrazione annuale e “proteggere i minori“, ma mentre Orban si è sentito incoraggiato dall’offensiva anti-diversità di Donald Trump, le sue iniziative hanno suscitato proteste in patria e condanne da parte dell’Ue e dei gruppi per i diritti umani.
Ieri il premier ha avvertito che, anche se la polizia non “disperderà” la 30esima edizione della marcia del Pride, coloro che vi prenderanno parte devono essere consapevoli di andare incontro a “conseguenze legali“. Nonostante il rischio di una multa, si prevede che oltre 35.000 persone si raduneranno alle 14 vicino al municipio di Budapest, un’ora prima dell’inizio della marcia. Ministri di diversi paesi dell’Ue e decine di parlamentari europei parteciperanno, sfidando il divieto, come accaduto a Mosca nel 2006 e a Istanbul nel 2015.
“Non stiamo solo difendendo noi stessi. Se questa legge non verrà abrogata, l’Europa orientale potrebbe trovarsi ad affrontare un’ondata di misure simili”, ha dichiarato Viktoria Radvanyi, organizzatrice del Pride. La presidente dell’Ue Ursula von der Leyen ha invitato le autorità ungheresi a revocare il divieto e lo stesso hanno fatto trentatré Paesi che si sono espressi a sostegno della marcia. Mentre gli organizzatori della parata rischiano fino a un anno di carcere, i partecipanti possono incorrere in multe fino a 500 euro.
Le ultime modifiche legislative autorizzano le autorità a utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti: telecamere appena installate sono apparse sui lampioni lungo il percorso previsto per la marcia. Tuttavia, il sindaco di Budapest, Gergely Karacsony, oppositore di Orban, ha insistito sul fatto che nessun partecipante potrà subire ritorsioni, poiché la marcia – questa volta co-organizzata dal municipio – è un evento comunale e non richiede l’autorizzazione della polizia.
“La polizia ha un solo compito domani, ed è serio: garantire la sicurezza dei cittadini ungheresi ed europei che partecipano all’evento”, ha dichiarato Karacsony durante un briefing con la commissaria europea per le pari opportunità, Hadja Lahbib. I gruppi di estrema destra hanno annunciato diverse controproteste lungo il percorso. Il ministro della Giustizia Bence Tuzson ha inviato questa settimana una lettera alle ambasciate dell’Ue, mettendo in guardia diplomatici e personale dal partecipare a causa del divieto imposto dalla polizia.
Dal ritorno di Orban al potere nel 2010, l’Ungheria ha costantemente ridotto i diritti Lgbtq. Le modifiche legislative hanno di fatto impedito alle coppie dello stesso sesso di adottare bambini, hanno impedito alle persone transgender di cambiare nome o genere nei documenti ufficiali e una legge del 2021 ha vietato “l’esposizione e la promozione” dell’omosessualità ai minori di 18 anni.
A marzo, i legislatori hanno approvato un disegno di legge contro la marcia annuale del Pride, modificando la legge del 2021 per vietare qualsiasi raduno che ne violi le disposizioni. Un mese dopo, anche il parlamento ha adottato una modifica costituzionale per rafforzare le basi giuridiche del divieto “Orba’n sta utilizzando una ricetta collaudata in vista delle elezioni del prossimo anno, generando un conflitto”, dice l’analista politico Daniel Mikecz “e polarizzando la società”. Ma i sondaggi non lo premiano e suggeriscono che il partito Fidesz stia perdendo terreno rispetto all’opposizione.