venerdì, Giugno 6, 2025
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Il Re che sfidò Hitler e lo beffò

Il 7 giugno 1940 era arrivato in esilio a Londra, abbandonando la Norvegia su cui regnava, dopo essersi rifiutato di asservirla a Hitler che continuerà a combattere sino alla fine; il 7 giugno 1945 rientrava trionfalmente a Oslo tra due ali di folla nel segno della ritrovata libertà. L’unico re del XX secolo eletto dal popolo è stato anche uno dei più amati, ma anche tra i meno conosciuti al di fuori del suo Paese. Haakon VII (1872-1957) durante la seconda guerra mondiale ha incarnato la fierezza, la resistenza e la rettitudine morale.

Nato Carlo di Danimarca venne eletto dal popolo

Nel 1905 la Norvegia si era separata dalla Svezia, alla quale era unita dal 1814. I norvegesi scelsero con un referendum se essere repubblica o monarchia: alla consultazione partecipò il 79% degli aventi diritto al voto, che si espressero per la corona con schiacciante maggioranza: 259.563 a favore e 69.264 contrari. La scelta del sovrano fu indirizzata dapprima verso il principe Carlo di Svezia, ma la candidatura cadde per il veto del padre Oscar, ultimo re del regno unito di Svezia e Norvegia, il quale escluse che al trono potesse salire qualsiasi Bernadotte.

Venne allora individuato il principe di Danimarca, Carlo, di lontana discendenza norvegese, trentatreenne, sposato con la principessa Maud figlia del re d’Inghilterra Edoardo VII. Carlo accettò il trono offertogli dal parlamento (Storting) su mandato popolare e scelse il nome di Haakon VII, riprendendo quello degli antichi monarchi norvegesi di mezzo millennio prima. La solenne cerimonia di incoronazione avverrà nella cattedrale di Trondheim il 22 giugno 1906. La scelta di quel re si rivelerà felicissima.

 

 

Una famiglia reale sempre vicina ai sudditi

La prima cosa che la famiglia reale fece, fu di viaggiare per conoscere da vicino la Norvegia, creando così un forte e sincero legame con il popolo. La corte, per precisa scelta dei sovrani, era piccola, lo stile di vita modesto e sobrio in tutte le manifestazioni, e questo era particolarmente apprezzato dai norvegesi. Haakon aveva giurato sulla costituzione ed era fermamente convinto della linea di governo costituzionale, anche se desiderava essere sempre informato su tutti gli affari di stato.

Non manifestò mai alcuna simpatia o vicinanza a nessun partito

In politica estera mantenne neutrale la Norvegia durante la prima guerra mondiale, in quella interna compì il gesto per l’epoca rivoluzionario di nominare nel 1928 il primo governo laburista. Nel 1938 perse l’amata moglie Maud, quando sull’Europa si addensavano le nubi di un nuovo conflitto.

L’attacco tedesco e le beffe del sovrano imprendibile

Il 9 aprile 1940 anche la Norvegia entra nelle mire di Adolf Hitler. Con l’ennesimo blitz le forze tedesche si impadroniscono fulmineamente di Oslo senza riuscire però a mettere le mani su Haakon, la famiglia reale e i deputati dello Storting. Il Führer pretende la cattura del re “con ogni mezzo possibile”, anche perché vuol indurlo a nominare primo ministro Vidkun Quisling, un filonazista il cui nome diventerà sinonimo di traditore e collaborazionista, che lo stesso 9 aprile si autonomina capo del governo.

Haakon sfugge due volte a Elverum a una trappola del ministro plenipotenziario tedesco, che lo rivuole a Oslo per ufficializzare il governo fantoccio, facendogli riferire che non lo farà e che il governo legittimo all’unanimità ha deciso che continuerà a combattere contro l’invasore “fino a quando sarà possibile”. Poi il re rivolge un appello radiofonico al suo popolo esortandolo alla resistenza. Il parlamento gli ha trasferito i pieni poteri per il periodo della guerra, e Haakon sarà all’altezza della difficile situazione, rivelando doti politiche di statista e grande dirittura morale ed etica.

Il collaborazionista Quisling tenta inutilmente di convincerlo

È allora che Quisling tenta il tutto e per tutto. L’11 aprile gli fa sapere che è pronto a servire il re con lealtà, ma quando il suo rappresentante gli riferisce il messaggio, Haakon rimane in un gelido silenzio, poi gli volta le spalle e se ne va. I tedeschi non possono consentirlo e nello stesso giorno chiedono un’udienza urgente con il solo scopo di catturarlo e chiudere quella imbarazzante questione. Beffati dalla risposta diplomatica, bombardano dal cielo il villaggio di Nybergsund dove si trovano il sovrano e il suo governo, che però è stato lasciato per tempo, riparando nei boschi. L’unica via rimasta è quella di raggiungere l’Inghilterra e da lì coordinare la resistenza.

Il 7 giugno famiglia reale e governo legittimo sono a Londra.

Haakon diviene il simbolo della resistenza, le sue trasmissioni radiofoniche dalla Bbc incoraggiano i norvegesi sottoposti a una dura occupazione e i soldati norvegesi militano nelle fila degli Alleati per sconfiggere il Terzo Reich. In patria le monete coniate durante il suo regno vengono adoperate come bottoni dei vestiti, quali segni di vicinanza spirituale all’indomito e fiero sovrano.

La fine della guerra e il ritorno trionfale in patria

Alla sconfitta di Hitler, all’annientamento della Germania nazista e con la fine della guerra, Haakon torna nella sua Norvegia lo stesso giorno in cui era riparato esule a Londra.  Il 7 giugno 1945 il rientro a Oslo avviene in un bagno di folla. Girerà in lungo e in largo per il Paese per vedere con i suoi occhi le devastazioni apportate dalla guerra e le lacerazioni sociali dell’occupazione che ricuciva con la sua carismatica presenza. Il collaborazionista Vidkun Quisling, processato per alto tradimento e crimini di guerra (tra cui la deportazione degli ebrei e l’esecuzione dei patrioti norvegesi), verrà condannato alla pena capitale e fucilato il 24 ottobre 1945 nella fortezza di Akershus, nei pressi di Oslo.

La pena di morte, abolita nel 1815 nel regno di Svezia-Norvegia, era stata reintrodotta in Norvegia nel 1942 proprio dal governo in esilio a Londra. La vedova di Quisling, comunque, in un secondo tempo si vedrà riconosciuta dalla Corte suprema una pronuncia di incostituzionalità sulle condanne a morte, compresa quella del marito. Haakov VII si spegnerà il 21 settembre 1957, a 85 anni. Aveva regnato per 52 anni, amatissimo dal suo popolo, come poche volte accade per un sovrano.

 

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