AGI – “Il 2026 è l’anno del grande rilancio Fiat. Un rilancio, globale”. Ad affermarlo, Olivier Francois, Ceo del Brand Fiat, oggi a Torino, in occasione della presentazione della 500 ibrida, che sarà prodotta a Mirafiori.
“La testa di tutto il piano è qui, a Torino – ha detto – il cuore di Fiat, la 500, sarà made in Mirafiori, made In Italy”. “Alcune cose non si toccano – ha proseguito – Torino vuol dire Fiat, e Fiat vuol dire Torino”.
“Le prime consegne della 500 ibrida avverranno a dicembre, l’obiettivo è di produrne 5mila già quest’anno. A regime – ha spiegato – saranno prodotti 100mila pezzi l’anno. Questo significa l’avvio del secondo turno in fabbrica e la discesa progressiva della cassa integrazione. C’è poi l’impatto sull’indotto: su questa vettura lavorano piu’ di 145 fornitori nazionali, di cui piu’ di 70 sono basati in Piemonte”.
“Torino vuol dire Fiat e Fiat vuol dire Torino. Per questo il lancio ufficiale di novembre della 500 ibrida sarà al Torino Film Festival. E la prova stampa sarà proprio li’, intorno alla Mole” annunciando l’uscita in autunno della “500 Torino”.
“500 un gioiellino”
“Prodotta qui, a Mirafiori, fin dal primo giorno, e amata ovunque nel mondo. Un gioiellino. E fatemi dire, un manifesto: la dimostrazione di come si può trasformare una responsabilità, un dovere verso l’ambiente, una cosa razionale, dunque, in un’emozione”. “Ora, ovviamente, il mondo è cambiato – ha affermato Francois – ci sono Paesi, che sono ancora in ritardo sulle infrastrutture e diciamoci la verità: noi come industry non siamo ancora arrivati ad avere un costo, e quindi un prezzo, accessibile a tutti”.
“E tutta la visione di Sergio Marchionne e mia era il ruolo sociale di Fiat – ha proseguito – l’importanza di fare macchine per la gente vera. Dunque, ora si apre un nuovo capitolo: quella della 500 pragmatica. Il capitolo della ritrovata rilevanza. Ed è stata un’altra bella sfida riportare a casa la versione ibrida”.
“Perché, anche se i clienti ancora si chiedono perché abbiamo chiuso la 500 termica – ha aggiunto – sono le regole europee che ci hanno spinto in quella direzione. La scommessa che ci sarebbe stato un allineamento astrale su costi, tecnologia, colonnine, clienti e governi. Questa era la scommessa dell’automotive. Dunque, nel Gruppo Stellantis, sulla 500 ibrida, c’è stato dibattito. Ma ce l’abbiamo fatta. Grazie a una squadra convinta, fino in fondo, che bisogna scommettere sul cliente. Quindi, promessa mantenuta”.
Nel 2027 la versione elettrica a prezzo accessibile
“Nel 2027 saranno i 70 anni della 500, e noi torneremo alla 500 elettrica, ma con la carica giusta. Cioè con una 500 elettrica attorno ai 20mila euro. Un grande passo avanti, che ci permetterà finalmente di offrirla a tutti”.
“Il segreto? Le nuove batterie ‘made in Stellantis’ – ha aggiunto – un’altra bella iniezione di energia per Mirafiori”.
Il sindaco di Torino, produzione 500 ibrida buona notizia
“Continuiamo a pensare che Mirafiori e Torino siano il cuore di una grande azienda internazionale che ovviamente ragiona su uno scenario globale, ma che non può fare a meno del contributo che questo territorio ha sempre dato e sta dando alla industria dell’auto”. Ad affermarlo, il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, a margine della preview della 500 ibrida, che sarà prodotta a Mirafiori.
“Oggi ci è stata presentata la fase di messa a terra della linea di produzione della 500 ibrida – ha detto – che mi sembra davvero un buon segnale”. Secondo Lo Russo “L’anticipo della produzione che era stata annunciata per il 2026, alla fine del 2025 è un segnale positivo, con questo modello che Fiat ha voluto chiamare Torino proprio a simboleggiare in qualche modo il fatto che la produzione avviene qua nella nostra città”.
“Gli effetti occupazionali sono estremamente importanti per tante ragioni – ha proseguito – certamente il poter permettere il rientro dalla cassa integrazione. Oggi è stato anche addirittura annunciato l’arrivo, qualora le previsioni di produzione di vendita venissero confermate, di un secondo turno. Questo è un elemento che ovviamente ci fa ben sperare, continuiamo come istituzioni a confrontarci con l’azienda con le parti sociali”.
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