martedì, Agosto 26, 2025
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Immigrati ma di lusso. Questa è Dubai

 

AGI – Da anni sinonimo di lusso sfrenato, torri scintillanti e centri commerciali con piste da sci al coperto, Dubai sta vivendo un nuovo boom: quello dell’immigrazione milionaria. Secondo la società di consulenza Henley & Partners, entro la fine del 2025 ben 9.800 milionari si trasferiranno negli Emirati Arabi Uniti, con un numero record che supera quello di qualsiasi altra nazione al mondo. 

Alla base di questo afflusso c’è una combinazione esplosiva di politica fiscale ultra favorevole, sicurezza interna, qualità della vita, zero imposte sul reddito e una burocrazia pressoché inesistente. Non sorprende, quindi, che sempre più individui ad alto patrimonio netto stiano lasciando l’Occidente per stabilirsi nella città del deserto. “Molti dei nostri clienti ci dicono che nei loro Paesi d’origine il successo è diventato un peso”, afferma Mike Coady, CEO di Skybound Wealth Management. “Sono tassati di più, controllati di più, e ottengono sempre meno in cambio. A Dubai, invece, la ricchezza non è nascosta, è normalizzata”.

Un paradiso per chi ha troppo da perdere

A spingere il trasferimento, sono soprattutto professionisti tra i 30 e i 40 anni: imprenditori tech, consulenti finanziari, gestori di fondi e imprenditori di seconda generazione. Uno di loro, fondatore britannico di una società cloud, ha deciso di lasciare il Regno Unito temendo imposte sulle plusvalenze in seguito alla vendita dell’azienda. Il Regno Unito, oggi uno dei principali “esportatori” di milionari, secondo le stime potrebbe perdere quest’anno 16.500 ricchi residenti, complice anche la stretta sulla figura dei “non-dom”, ovvero coloro che risiedono nel Paese ma sono domiciliati altrove e quindi godono di importanti agevolazioni fiscali. Il miliardario John Fredriksen, uno degli espatriati più celebri, non ha usato mezzi termini: “La Gran Bretagna è andata all’inferno”, ha dichiarato.

Il richiamo del deserto

Dubai non è solo esenzione fiscale. È uno stile di vita. Lo spiega bene Max Maxwell, CEO di Paddco Real Estate: “Stiamo tutti cercando uno stile di vita, qualunque cosa significhi per ognuno di noi”. Trasferitosi con la famiglia dagli Stati Uniti, racconta di vivere “meglio, con la stessa cifra”. Il programma di visti d’oro degli Emirati Arabi Uniti garantisce un permesso di soggiorno di 10 anni a investitori, imprenditori e professionisti qualificati. Un invito formale e chiaro che, secondo gli esperti, ha avuto grande successo: “Gli Emirati si sono posizionati con un messaggio semplice – siamo aperti agli affari”, afferma Philippe Amarante di Henley & Partners.

Un parco giochi dorato… ma non per tutti

Dubai è diventata anche il mercato immobiliare di lusso più attivo al mondo: nel 2024 sono state vendute 435 proprietà del valore di 10 milioni di dollari o più, superando Londra e New York messe insieme. Secondo Faisal Durrani di Knight Frank, alcuni acquirenti cercano appartamenti da 100 milioni di dollari. “Ma a Dubai, a quel prezzo, puoi comprare un intero edificio”, dice. Con oltre 81.200 milionari e 20 miliardari già residenti, Dubai si è affermata tra le prime 20 città più ricche del mondo.

Ombre e disuguaglianze a Dubai

Tuttavia, questa ricchezza sfrenata non è priva di ombre. Il rapido sviluppo si regge sul lavoro di migranti sottopagati, spesso impiegati in condizioni difficili nei settori delle costruzioni, dei servizi e dell’assistenza. E c’è anche il lato oscuro della finanza: nel 2022, gli Emirati sono finiti nella “lista grigia” del GAFI per preoccupazioni sul riciclaggio di denaro e sull’afflusso incontrollato di capitali, specialmente dalla Russia. Da allora, Dubai ha intrapreso una serie di riforme e arresti eccellenti, riuscendo a uscire dalla lista nel 2024.

Il rifugio per i super-ricchi

La trasformazione di Dubai in hub globale per i super-ricchi riflette un trend in crescita: la ricchezza sta diventando sempre più nomade. Dove un tempo Londra, New York o Ginevra rappresentavano l’élite finanziaria mondiale, oggi è il Golfo a offrire stabilità, vantaggi fiscali e un contesto favorevole al business. Per chi può permetterselo, Dubai rappresenta un rifugio, una vetrina e un punto d’accesso privilegiato al mondo degli affari. Ma per altri, è anche lo specchio di crescenti disuguaglianze, tra chi può permettersi di “comprare un edificio” e chi costruisce quelle torri lavorando sotto il sole del deserto.

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