AGI – “Il presupposto di questa storia era di partire dal buio, dall’abisso di una persona e di capire cosa può succedere nell’animo suo e scoprire che ci sono dei dilemmi, che c’è uno sguardo severo verso se stessi, che c’è un sentimento di discussione della propria vita e che questa discussione riguarda alcune tematiche: cosa vuol dire essere un padre? Cosa vuol dire generare dei figli? Che cos’è una famiglia?”. Presenta così, Paolo Virzì, il suo ultimo film ‘Cinque secondi’, con Valerio Mastandrea, Galatea Bellugi, Ilaria Spada, Anna Ferraioli Ravel e Valeria Bruni Tedeschi presentato in anteprima mondiale alla Festa del cinema di Roma nella sezione Grand Public.
Il protagonista è un avvocato, un uomo devastato da una tragedia che lo ha colpito che lo ha messo contro la famiglia, col figlio adolescente che non gli vuole più parlare e la moglie che gli fa causa. E lui si sente responsabile di tutto. È un tipo scontroso dall’aria trascurata che vive da solo nelle stalle ristrutturate di Villa Guelfi, una dimora disabitata e in rovina. Passa le giornate a non far nulla, fumando il mezzo toscano ed evitando il contatto con tutti. E quando si accorge che nella villa si è stabilita abusivamente una comunità di ragazze e ragazzi per curare quella campagna abbandonata, si innervosisce e vorrebbe cacciarli.
Sono studenti, neolaureati, e tra loro c’è Matilde, che da bambina lavorava la vigna con il nonno Conte Guelfo Guelfi. Anche loro sono incuriositi da quel misantropo dal passato misterioso: perché sta lì da solo? Mentre avanzano le stagioni, arriva la primavera, poi l’estate e maturano i grappoli, il conflitto con quella comunità di ragazze e ragazzi si trasforma in convivenza. E il misantropo si troverà ad accudire nel suo modo brusco la contessina Matilde, che è incinta di uno di quei ragazzi.
Valerio Mastandrea, nel film, “è un borghese di Roma Nord al quale è successo un pasticcio tremendo che segnerà per sempre la sua esistenza – spiega Virzì – solitario misantropo che viene da una parte disturbato dai vicini di casa che poi lo riattiveranno, dall’altra che subisce con fastidio delle incursioni di una sua socia di studio, Giuliana, che arriva a scuoterlo, a rompergli le scatole. E anche questa relazione poi verrà fuori come una specie di cura“.
“Questo borghese di Roma Nord stabilisce un rapporto con questa comunità di ragazzi, forse Woke, o comunque portatori di un mondo nuovo, dopo essersi guardati con curiosità e sospetto diventano alleati. E in qualche modo aiuta a rinascere quest’uomo sconsolato che sembrava incapace di vivere”. La scelta di Valerio Mastandrea come protagonista, spiega ancora Virzì, è nata fin dall’inizio. “Quando avevo scritto solo un racconto mi ha chiamato dicendomi: famolo Pa’. Lui aveva bisogno di fare questo film come anche io ne avevo bisogno. Come un’urgenza”, aggiunge.
E Mastandrea, dal canto suo, sottolinea come questo soggetto gli sia entrato nel cuore fin da subito: “Mi ero commosso già nella lettura del soggetto di 15 pagine. Con Paolo siamo abituati a lavorare e riusciamo a contaminare di leggerezza anche i personaggi anche più cupi. Ma questo personaggio ha toccato cose mie e forse è il personaggio più vicino a me che ho fatto nella mia carriera”.
Scritto da Paolo Virzì, Francesco Bruni e Carlo Virzì, ‘Cinque secondi’ è prodotto da Greenboo Production e Indiana Production, in associazione con Vision Distribution e Motorino Amaranto, in collaborazione con Sky e Playtime, sarà al cinema dal 30 ottobre con Vision Distribution.