sabato, Luglio 27, 2024
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In Francia asse tra Le Pen e i repubblicani, ma la proposta di Eric Ciotti spacca la destra

AGI – La proposta di Eric Ciotti, presidente Les Republicains (LR) di stringere un’alleanza elettorale con il Rassemblement National (RN) sta provocando un’onda di shock che rischia di spaccare il partito di destra gollista. Alzata di scudi, insurrezione interna alla formazione politica conservatrice con critiche aperte dei pesi massimi a Ciotti, di cui chiedono le dimissioni, mentre alcuni esponenti LR in Senato lasciano l’incarico in polemica aperta. Nel contempo il partito di Marine Le Pen chiude la porta in faccia al potenziale alleato di estrema destra, il partito Reconquete di Eric Zemmour, segnando un punto di rottura. A destra, travolta da un vero e proprio terremoto ideologico, secondo la stampa francese “e’ giunta l’ora del chiarimento” – come scrive Le Figaro – mentre per Le Monde “la destra è sull’orlo dell’implosione“. Ira del presidente dei deputati LR, Olivier Marleix, secondo cui, la risposta alla mano tesa di Jordan Bardella “impegna soltanto Ciotti che deve lasciare la presidenza”, respingendo a priori un’alleanza con il partito di estrema destra francese alla presidenziali del 30 giugno. “Saremo candidati con i nostri colori, senza alcun accordo”, ha puntualizzato Marleix, mettendo in primo piano l’eredità del generale de Gaulle. Parole shock quelle pronunciate da Ciotti che sta scuotendo anche il Senato, tradizionalmente più a destra rispetto all’Assemblea nazionale. “In seguito alle dichiarazioni di Eric Ciotti, ritengo che egli non possa più presiedere il nostro movimento e debba dimettersi da presidente dei Republicains”, ha scritto su X il presidente del Senato, Gerard Larcher. “Non avallerò mai, con nessun pretesto, un accordo con il RN che sia contrario agli interessi della Francia e della nostra storia”, ha sottolineato l’esponente di spicco dei Repubblicani.

 

 

Nel contempo due influenti senatori, la vicepresidente Sophie Primas e il relatore sul bilancio Jean-Francois Husson, hanno annunciato di voler lasciare il partito gollista. Entrambi i senatori hanno optato per una posizione di indipendenza e preso le distanze dai vertici LR. “Davanti al campo di rovine in cui si e’ trasformato il paesaggio politico francese dopo il voto di domenica, il gruppo di senatori Les Republicains riafferma all’unanimità’ quella che deve essere la linea chiara e responsabile della destra francese: rimanere se stessa mantenendo la sua indipendenza e la sua autonomia nei confronti del campo di Macron e del campo di Le Pen”, si legge in una nota postata da Sophie Primas. Al presidente Macron addossano la responsabilità della “situazione catastrofica” della Francia, il suo declino sul piano dell’economia e della sicurezza, la destabilizzazione delle istituzioni e della democrazia, l’ascesa dell’estrema destra. Di fronte, “il progetto portato avanti dal Rassemblement National non è per sua natura atto a risollevare la Francia, anzi è lontano da questa prospettiva. La demagogia non ha mai permesso di dirigere un paese”, prospettano i senatori della destra conservatrice. Vale’rie Pecresse, candidata sconfitta alle presidenziali 2022 e presidente della regione Ile de France, ha denunciato la “manovra” di Ciotti senza mezzi termini. “Vendere l’anima per un piatto di lenticchie e presentarlo come essere nell’interesse del Paese… questo è ciò che ho sempre rifiutato. Onore, rettitudine e convinzioni non sono parole vuote. Non tutto si può comprare. I repubblicani devono denunciare immediatamente l’accordo proposto da Ciotti con il RN”, ha reagito Pecresse.

 

Laurent Wauquiez, presidente LR della regione Auvergne Rhone-Alpes, uno dei volti più noti del partito, si è detto incredulo, accusando Ciotti di “tradimento” e chiedendo “una parola indipendente” per la sua famiglia politica, rifiuta il “salto nel buio del RN”. Anche Vincent Jeanbrun, sindaco di L’Ha-les-Roses e portavoce dei Republicains, si oppone fermamente a un’alleanza: “La destra non è in vendita, non deve mai scegliere il peggio, sottomettersi al compromesso“, ha scritto su X.

 

 

Xavier Bertrand, anche lui in lizza alla corsa all’Eliseo nel 2027 e presidente regionale, ha invitato il suo partito a chiarire la sua posizione: “Il DNA della destra repubblicana non è mai l’estremo, mai il Fronte Nazionale, mai Marine Le Pen. Questa è sempre stata la mia battaglia e lo sarà sempre”. Una linea di condotta condivisa dall’ex presidente dell’UMP (Unione per un Movimento Popolare), Jean-Francois Cope’, che ha denunciato “una questione di estrema gravità (…) per cui chiedo che venga convocato un ufficio politico entro 24 ore”. La spaccatura politica a meno di 20 giorni dal voto cruciale riguarda anche l’estrema destra francese. Non ci sarà nessun accordo tra il Rassemblement National di Le Pen e Reconquete, il partito di Eric Zemmour. Lo ha annunciato Marion Marechal, leader della lista zemmourista alle elezioni europee nonché nipote di Marine Le Pen, con la quale è in rotta da anni. Marechal ha deplorato “un cambio di posizione” di RN che “rifiuta il principio stesso di un accordo”, nel quadro delle elezioni legislative del 30 giugno e 7 luglio. “Nonostante i miei tentativi di negoziazione, la deplorevole argomentazione che mi e’ stata avanzata e’ che non vogliono alcun legame diretto o indiretto con Eric Zemmour”, ha spiegato la leader 34enne. Mare’chal ha incontrato ieri pomeriggio Jordan Bardella e Marine Le Pen presso la sede del Rassemblement National e aveva espresso il suo “ardente desiderio” di “trovare un modo per riunirsi”. “Mentre stavamo per concludere un accordo che prevedeva la rappresentanza degli 1,4 milioni di elettori di Reconquete alle elezioni europee in una coalizione legislativa, Bardella mi ha informato di un cambio di posizione”, ha scritto in un comunicato stampa. “Questa decisione improvvisa e contraddittoria, rispetto ai nostri numerosi scambi e lavori preparatori, non è all’altezza della speranza dei francesi”.

 

 

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