martedì, Giugno 24, 2025
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Israele colpisce l’ingresso della prigione di Evin a Teheran. Cosa può succedere ai detenu…

AGI – L’esercito israeliano ha effettuato un attacco simbolico al cancello d’ingresso della prigione di Evin a Teheran, un sito ampiamente visto come un simbolo della repressione politica nella Repubblica islamica. Lo riferisce Iran International. Secondo l’esercito israeliano, l’attacco ha deliberatamente evitato di danneggiare gli edifici che ospitavano i detenuti.

La magistratura iraniana ha confermato gli attacchi israeliani alla prigione di Evin, affermando che sono stati causati danni a parti della struttura. Secondo l’agenzia di stampa Fars, affiliata al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, la situazione è “sotto controllo”.

Le dichiarazioni dei familiari

“L’attacco israeliano alla prigione di Evin è irresponsabile e mette i prigionieri in pericolo mortale”. A lanciare l’allarme è Noemie Kohler, sorella della cittadina francese Cecile Kohler detenuta dal 2022 nel carcere più tristemente famoso di Teheran insieme al suo compagno Jacques Paris. Entrambi sono accusati di spionaggio. “Questo attacco è totalmente irresponsabile. Cecile, Jacques e tutti i prigionieri sono in pericolo di morte”, ha avvertito Noemie, “è davvero la cosa peggiore che sarebbe potuta accadere. Non abbiamo notizie, non sappiamo se siano ancora vivi. Siamo nel panico”.

Testimonianze dalla prigione

Fakhrossadat Mohtashamipour, moglie di uno dei numerosi prigionieri politici in Iran, Mostafa Tajzadeh, ha fatto sapere di essere riuscita a sentire il marito, detenuto a Evin.

“I prigionieri politici della sezione 4 non hanno subito ferite. Non siamo a conoscenza di quanto accaduto nelle altre zone”, ha riferito alla moglie Tajzadeh, politico e intellettuale riformista condannato per propaganda contro lo Stato.

In precedenza, Abolfazl Ghadiani, un altro prigioniero politico figura fortemente criticata della Guida Suprema, ha dichiarato in una telefonata al figlio che tutte le finestre della sezione 4, dove sono detenuti i prigionieri politici e di sicurezza, erano state rotte dall’esplosione. Un altro ex prigioniero politico in contatto con il carcere di Evin, sempre secondo Radio Farda, ha fatto sapere che “la sezione femminile ha subito gravi danni, ma i bambini stanno bene”.

Secondo questa fonte, “la struttura sanitaria e la biblioteca della sezione 4 sono state danneggiate e diverse persone sono rimaste ferite”. L’agenzia di stampa Fars, vicina alle Guardie della Rivoluzione, ha riferito che la prigione è stata presa di mira da un drone o da un piccolo ordigno esplosivo. Israele ha successivamente confermato l’attacco e ne ha diffuso un video. L’agenzia di stampa giudiziaria Mizan ha rilasciato una dichiarazione in cui annunciava che i proiettili avevano colpito la prigione di Evin e “danneggiato parti della prigione“.

Reazione della francia

I due cittadini francesi, Cecile Kohler e Jacques Paris, detenuti a Evin, “non sono stati colpiti” dai danni causati da un attacco israeliano. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri francese. Questo attacco “ha messo in pericolo i nostri cittadini”, che sono “ostaggi da tre anni. Questo è inaccettabile”, ha protestato Jean-Noel Barrot su X. “Ho chiesto al mio omologo iraniano notizie su di loro e il loro rilascio immediato”, ha aggiunto il diplomatico francese, chiedendo “accesso consolare il prima possibile” e “la cessazione delle ostilità per consentire i negoziati”. Cecile Kohler e Jacques Paris sono stati arrestati a ottobre 2022 assieme a sette cittadini di altre nazionalità, tra cui la travel blogger italiana Alessia Piperno, 30 anni, liberata dopo 45 giorni di detenzione in condizioni durissime.

La condanna di Amnesty

Amnesty International Italia ha condannato l’attacco israeliano che ha preso di mira l’ingresso della prigione di Evin, a Teheran, dove sono detenuti molti prigionieri politici e dissidenti. “Siamo estremamente sconvolti dalle immagini e dalle notizie degli attacchi israeliani contro la prigione di Evin, a Teheran, dove sono recluse centinaia di persone, tra cui dissidenti e difensori dei diritti umani”, ha dichiarato il portavoce Riccardo Noury. “Attaccare intenzionalmente obiettivi civili è proibito dal diritto internazionale umanitario e potrebbe costituire un crimine di guerra”, ha denunciato Noury. “Le autorità iraniane devono scarcerare tutte le persone detenute arbitrariamente e trasferire le altre lontano da luoghi che rischiano di essere attaccati da Israele“, è l’appello del portavoce di Amnesty in Italia.

 

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