mercoledì, Luglio 9, 2025
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La Casa Giusta come motore della città smart: Roma lancia la sfida

AGI – La transizione digitale non può lasciare indietro la casa. Nell’ottica di una città smart, non si può fare a meno di scattare una fotografia del patrimonio immobiliare esistente e capire quanto gli edifici che abitiamo siano al centro della transizione digitale, ma anche sociale in atto. A provare a delineare il quadro della città di Roma è stato il convegno “La Casa giusta nella città smart” promosso dai consiglieri capitolini Antonella Melito, Riccardo Corbucci (presidente della commissione Statuto e Innovazione tecnologica) e Sandro Petrolati. 

 “Il convegno si inserisce nel percorso avviato con la proposta di delibera presentata, già approvata dalle commissioni competenti, che mira a intervenire sulle procedure edilizie, modulistica e registrazioni per rendere certa la verifica delle infrastrutture digitali e della produzione energetica da fonti rinnovabili nei progetti edilizi – ha detto Melito aprendo i lavori – Una casa abitabile per legge, oggi, deve avere le infrastrutture per la sua trasformazione digitale ed energetica, e le procedure edilizie devono garantire che ciò avvenga nell’interesse generale dello sviluppo sostenibile. Tra le misure previste dalla proposta, vi è anche la modifica dei modelli del permesso di costruire sulla piattaforma Suet, per recepire quanto stabilito dalle modifiche apportate nel 2015 al Testo unico dell’edilizia (Dpr 380/2001), in materia di trasparenza e completezza documentale nei procedimenti edilizi. Il convegno coinvolgerà rappresentanti istituzionali, ordini professionali, operatori del settore, gestori di servizi pubblici, notai, associazioni dei consumatori e cittadini, con l’obiettivo di aprire un confronto operativo su come integrare, in modo sistematico, infrastrutture digitali e criteri energetici nei processi di pianificazione e autorizzazione edilizia”. 

“Se Roma scala le classifiche delle città smart è perché ha beneficiato di importanti investimenti legati al Giubileo e al partenariato con il privato – ha spiegato Corbucci – è una questione di sviluppo economico della città. Quando diciamo che la tecnologia fa parte delle opere primarie, stiamo dicendo che le case hanno trasformato la loro funzione nel tempo: oggi a casa si lavora in smart working, cosa che prima non accadeva. Oggi pensiamo che la rigenerazione degli spazi passi dall’intelligenza dei luoghi. L’obiettivo è quello di costruire una Capitale che sia locomotiva per tutto il paese”

 

 

Ai saluti iniziali ha partecipato anche l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia, che ricordando quanto sia centrale il tema dell’abitare per le città italiane ed europee, poi ha spostato il focus sullo stato di salute del patrimonio immobiliare della città che giudica “di bassa qualità”, soprattutto guardando a quei palazzi venuti su con il boom economico. Ma chi paga il costo delle transizioni? Per Veloccia non c’è dubbio: “Serve un grande piano di investimenti nazionale e internazionale”.

E su questi input, la mattina ha visto alternarsi gli interventi di esperti, del presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti che ha ricordato come “le città sono il luogo dell’uomo del futuro e che il patrimonio edilizio non può beneficiare solo di risorse straordinarie ma c’è bisogno di creare un circuito che riesca ad alimentare il mercato immobiliare”. Al tavolo dei relatori si sono susseguiti esperti dell’Istat, tecnici, esperti in sostenibilità e città smart, i rappresentanti degli ordini professionali (geometri, architetti), le aziende come Infratel, Areti, Inwit. 

Così partendo dalla delibera tutti i professionisti del settore hanno potuto discutere di cosa significa modernizzare il patrimonio edilizio esistente: passando dalle parole ai fatti. Secondo la delibera Melito – Corbucci – Petrolati “per realizzare la sua rivoluzione tecnologica digitale non può prescindere dalla esistenza fisica della necessaria infrastrutturazione dei beni immobili, pubblici e privati ed in particolare di tutti gli edifici, residenziali e di altra destinazione d’uso”. Obiettivo tutt’altro che semplice come si legge nella delibera stessa che denota come “alle circa 2.678 abitazioni che, secondo l’ISTAT sono state realizzate dal 2015 al 2023 (a Roma), come, ad esempio, mostra l’esperienza dell’intervento di rigenerazione urbana ed edilizia nel Comparto di Edilizia Economica e Popolare R5 a Tor Bella Monaca, dove, a fronte di una consistenza di 400 abitazioni si vorrebbero realizzare le infrastrutturazioni obbligatorie di cui all’art.135 bis T.U. Edilizia solo per 40 di esse senza alcuna plausibile spiegazione”. Con questa giornata, i consiglieri hanno voluto proporre un metodo di lavoro: partendo dalle norme esistenti, mettere insieme chi è chiamato ad attuarle. La proposta prevede l’aggiornamento della modulistica edilizia e, soprattutto, l’istituzione di un gruppo tecnico congiunto, il GLIME, che coinvolgerà rappresentanti dell’amministrazione e degli Ordini professionali. Perchè in una città come Roma il digitale può diventare il veicolo verso una città più green, equa e accessibile e questa trasformazione non può che partire dalla casa: “La casa Giusta”.

 

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