lunedì, Novembre 10, 2025
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La danza proibita delle donne di Riyadh

AGI – Il tamburo batte piano, come un cuore che cerca di non farsi sentire. A Riyadh, in una palestra senza insegne, alcune donne si muovono in cerchio, i piedi nudi sul pavimento lucido, le sciarpe che brillano sotto la luce artificiale. Ondeggiano, sorridono, si liberano per un istante dal peso del silenzio. È una danza proibita, nascosta dietro porte chiuse: la danza del ventre, praticata in segreto nel cuore dell’Arabia Saudita.

Qui, lontano dagli sguardi dei familiari e dalle rigide regole della società, il corpo torna a parlare. Ogni movimento è una piccola ribellione, ogni passo un atto di coraggio. “Non dico alla mia famiglia che prendo lezioni di danza del ventre – ha confidato in anonimato una delle partecipanti all’Afp – non capirebbero. Temerei per la loro reputazione, e per la mia.” Perché, nonostante le riforme e il vento di modernizzazione che soffia sul regno, la danza del ventre resta un tabù. Troppo sensuale, troppo libera, troppo distante dalle tradizioni della penisola arabica. Un’arte che divide, che ancora oggi si pratica solo di nascosto, tra paura e desiderio.

Un rifugio di libertà e forza

Dentro quella palestra, però, la paura lascia spazio alla gioia. Le donne ridono, seguono il ritmo dei tamburi, si incoraggiano a vicenda. Le istruttrici, che si fanno chiamare Coach Oni e Coach Roro per proteggere la propria identità, hanno trasformato un’antica arte in una forma di allenamento. “Abbiamo fatto della danza uno sport”, spiega Oni sui social, dove le immagini non mostrano mai un volto. I telefoni sono banditi, le finestre chiuse. Ma dentro si respira aria di libertà. “È come una festa tra donne, un modo per liberare lo stress e sentirsi forti”, ha raccontato Roro. In un paese dove, fino a pochi anni fa, le donne non potevano nemmeno entrare in una palestra, quelle onde di fianchi e sorrisi rappresentano molto più di un semplice passatempo. Sono un linguaggio nuovo, un gesto che sfida senza urlare perché “La danza ci dà forza”, dice Coach Oni.

Modernizzazione e tabù persistenti

Negli ultimi anni, l’Arabia Saudita ha avviato una lenta apertura: le donne possono guidare, lavorare, frequentare gli stadi, vestirsi con maggiore libertà. Ma la modernizzazione, pur visibile nelle strade di Riyadh, non ha cancellato il peso dei tabù. Come ha ricordato la professoressa Lisa Urkevich della Georgetown University all’Afp, la danza del ventre “non proviene dalla penisola arabica ed è più provocatoria delle danze tradizionali locali”. Non stupisce quindi che molte famiglie la considerino ancora sconveniente.

Il battito segreto del cambiamento

Eppure, tra le pareti di quella palestra, accade qualcosa di straordinario. Non è solo danza: è identità che si riaffaccia, è corpo che si riappropria del suo spazio, è tradizione reinventata in chiave moderna. È il battito di un tamburo che accompagna il cambiamento silenzioso di un paese. E forse è proprio in questo ritmo segreto ma ostinato che si sente il vero battito del cambiamento saudita: lento, ma inarrestabile.

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