venerdì, Novembre 28, 2025
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La giovane santa contro i femminicidi

AGI – Una santa contro i femminicidi. È la venerabile Maria Goretti “in odore” per essere nominata dal Vaticano protettrice delle donne vittime di violenza. La notizia del suo nuovo “incarico spirituale” potrebbe avere luce verde, all’esame del dicastero per il Culto divino competente in materia: una delle pratiche “incompiute” lasciate in eredità a Leone XIV.

La storia della venerabile è emblematica. Nel 1902, all’età di 11 anni Marietta (come la chiamavano parenti e amici) reagì a un tentativo di stupro nelle campagne malariche intorno a Latina, in località Le Ferriere. Fu massacrata con un arnese appuntito e prima di morire, si racconta, riuscì a perdonare il suo aggressore e a bisbigliare che l’avrebbe aspettato in Paradiso. Gesto per il quale il 24 giugno 1947 Pio XII la proclamò beata e tre anni dopo santa: “Piccola e dolce martire della purezza”, disse. Quel pomeriggio, in piazza San Pietro oltre a migliaia di fedeli erano presenti pure il presidente della Repubblica Luigi Einaudi, la madre della santa e il suo assassino, da anni uscito di galera.

Maria Goretti: patrona e luogo di culto

Maria Goretti è uno dei “tesori” del Lazio segreto. Su di lei sono stati scritti libri e girati film. È patrona di Latina, festeggiata il 6 luglio (data della sua morte) di ogni anno. Le sue spoglie sono conservate nel santuario della Madonna delle Grazie a Nettuno, sul litorale romano, ed è meta di continui pellegrinaggi.

L’attenzione del Vaticano e le parole dei pontefici

Nel corso degli ultimi tempi il tema dei femminicidi è rimbalzato in varie stanze vaticane e anche in quelle papali. Prima di Papa Prevost, altri pontefici e cardinali hanno mostrato attenzione per il caso della ragazzina salita agli onori degli altari: Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e lo stesso Francesco. Tante le parole spese sulle virtù eroiche di Maria Goretti. Nel 1969, Papa Montini la definì: “Atleta del Signore”. Wojtyla (2002): “Tra le sante più amate del secolo ventesimo”. Quattro anni dopo a Fatima, in Portogallo, il cardinale James Francis Stafford: “Star della mia generazione grazie alla sua testimonianza di purezza e di coraggio”. Ancora, Benedetto XVI (2010): “Ragazza che, seppure giovanissima, seppe dimostrare forza e coraggio contro il male”. E Bergoglio (2016): “Testimone del perdono”.

La cronaca e il richiamo alla figura della santa

Gli archivi ricordano anche un riferimento rivolto alla santa nel 1947 da un giovane Enrico Berlinguer, allora dirigente della Federazione giovanile comunista che parlava a una platea di ragazze. I fatti richiamano di continuo la figura della venerabile. La cronaca, infatti, non smette di raccontare casi di omicidi, stupri e maltrattamenti di donne. L’ultimo è quello saputo pochi giorni fa a Roma, anche se avvenuto il 25 ottobre scorso nel parco di Tor Tre Teste, nella zona est della città. Vittime due ventenni. Secondo le indagini, lei violentata da tre (già fermati e indagati), lui costretto a guardare.

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Di recente è stata anche la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dall’Onu nel dicembre 1999. La data del 25 novembre non è stata scelta a caso. In quel giorno del 1960 nella Repubblica Dominicana vennero trucidate le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche e oppositrici del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. La loro storia è un simbolo della lotta contro la violenza di genere.

Dettagli dell’omicidio e contesto sociale

Maria Goretti fu scempiata il 5 luglio 1902 in un casale di campagna (la Cascina Antica) da un uomo solo: Alessandro Serenelli, 20 anni. Usò un punteruolo affilato lungo 23 centimetri. L’autopsia accertò 14 ferite esterne. Spirò il giorno dopo.

Fu la povertà a far incontrare vittima e carnefice. Maria era nata il 16 ottobre 1890 a Corinaldo, nelle Marche. I suoi genitori, Luigi e Assunta, erano contadini. Cercando lavoro, si trasferirono prima a Paliano, dove conobbero i Serenelli, e poi nelle campagne dell’Agro pontino, vicino Nettuno. Nel 1900, il padre di Maria morì di malaria. La famiglia Goretti dovette lasciare la casa per andare a stare nel casolare dei Serenelli, condividendo la grande cucina, per spendere meno soldi.

L’aggressore: il profilo di alessandro serenelli

Dalle ricostruzioni, quella mattina il contadino ventenne Alessandro Serenelli non resiste ai suoi impulsi. Lo storico Giordano Bruni Guerri, nel suo libro “Povera santa, povero assassino”, analizza l’episodio e il profilo psicologico di Serenelli. Il 5 luglio, il giovane trascina Marietta nella cucina del casale. La piccola reagisce e scatta la rabbia omicida.

Dopo aver scontato 27 anni di galera, Alessandro Serenelli fu accolto in un convento nelle Marche, dove divenne francescano terziario e morì nel 1970. Nel suo testamento del 1961, Serenelli scrisse: “Consumai a vent’anni un delitto passionale del quale oggi inorridisco al solo ricordo. Maria Goretti, ora santa, fu l’angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti ai miei passi per salvarmi”.

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