AGI – “Se la Flotilla sarà fermata, ci mobiliteremo per bloccare il porto di Venezia. È li’ che continueremo la nostra azione, trasformando lo sdegno in azione diretta, la solidarietà in disobbedienza”. A prometterlo sono i Centri sociali del Nordest e Adl Cobas, ricordando come la manifestazione di sabato scorso al Lido di Venezia sia stata “una straordinaria dimostrazione di forza collettiva: un segnale potente di opposizione radicale allo Stato genocida di Israele e all’intero apparato politico-istituzionale che alimenta e sostiene il regime di guerra globale. Sempre più chiaramente, la lotta del popolo palestinese segna una linea di demarcazione netta: da una parte chi difende la giustizia e la libertà, dall’altra chi continua a nascondersi dietro ambiguità, doppi standard e il cerchiobottismo tipico del dibattito politico italiano ed europeo”.
“Quasi per uno scherzo del destino – prosegue il documento nelle stesse ore in cui a Venezia scendevamo in piazza, anche l’altra gloriosa Repubblica marinara del passato, Genova, si mobilitava in massa per sostenere la partenza della Gaza Sumud Flotilla, diretta verso la Palestina assediata. Nel capoluogo ligure, da mesi i portuali portano avanti una lotta esemplare: impedire, con scioperi e blocchi mirati, il transito nei porti di navi cariche di armamenti destinati a Israele. Proprio da Genova, sabato sera, è giunto un messaggio forte e chiaro: ‘Se toccano la Gaza Sumud Flotilla, dal porto di Genova non uscirà più un chiodo. Siamo pronti a bloccare l’Europa. Raccogliamo senza esitazioni questo appello”.
“Le minacce del ministro israeliano Ben Gvir – concludono i Centri sociali e Adl Cobas – lasciano poco spazio all’illusione. Ma è proprio per questo che dobbiamo essere presenti e ci muoveremo con determinazione i riflettori che abbiamo acceso sulla Palestina non devono spegnersi, perché finché c’è quella luce, c’è possibilità di resistenza. E noi non abbiamo intenzione di smettere”.
A bordo delle navi anche due eurodeputate di The Left
L’eurodeputata francese del gruppo The Left, Emma Fourreau, si trova a bordo della missione della Global Sumud Flotilla. L’eurodeputata aveva già partecipato, a fine luglio, alla missione della “Handala”, organizzata sempre dalla Freedom Flotilla Coalition. Un’altra eurodeputata del gruppo, l’irlandese Lynn Boylan – anche presidente della delegazione dell’Europarlamento per i rapporti con la Palestina – partecipa a una nave di osservatori legali indipendenti, con un equipaggio di esperti giuridici e legislatori, per documentare e monitorare le presunte violazioni del diritto internazionale da parte di Israele in acque internazionali.
“Mentre l’Unione europea e i governi nazionali non prendono provvedimenti contro il genocidio a Gaza, eurodeputati di The Left e rappresentanti nazionali dei partiti membri si uniscono alla Global Sumud Flotilla per rompere l’assedio e la fame imposti illegalmente a Gaza”, afferma il gruppo The Left in una nota.
“Abbiamo promesso che invieremo tutte le navi necessarie per rompere il blocco illegale imposto da Israele a Gaza. Questa iniziativa internazionale è la più grande flottiglia umanitaria della storia. Essa chiama i governi alle loro responsabilità: sostengono il criminale di guerra genocida Netanyahu, o i popoli del mondo che si stanno mobilitando in sostegno della Palestina? I cittadini stanno rischiando la vita nel tentativo di fermare questo genocidio. Il nostro dovere è stare al loro fianco e proteggerli il più possibile”, afferma Fourreau.
“Negli ultimi mesi, Israele ha intercettato illegalmente in due occasioni navi in acque internazionali che cercavano di consegnare aiuti al popolo affamato di Gaza. Io sto viaggiando a bordo di una nave di osservatori legali indipendenti per documentare ogni violazione del diritto internazionale e garantire che la Flotilla possa svolgere il suo cruciale lavoro umanitario senza ostacoli”, aggiunge Boylan. I partiti di The Left di Francia, Irlanda, Spagna, Portogallo e Grecia sono rappresentati nella Flotilla, con altri che si prevede si uniranno nei prossimi giorni. A Bruxelles, The Left chiede alla Commissione europea di garantire la protezione diplomatica, legale e fisica della Flotilla, oltre alla sospensione delle relazioni istituzionali con Israele a partire da un embargo totale sulle armi e pretende che si faccia ogni sforzo per portare Benjamin Netanyahu all’Aia, come ordinato dalla Corte penale internazionale.