martedì, Novembre 11, 2025
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La paura che salva: il potere delle emozioni per prevenire le calamità naturali

AGI – L’uso delle emozioni, come la paura, ha un ruolo cruciale nella comunicazione del rischio di calamità naturali, rendendo le persone più preparate a gestire eventuali disastri naturali. Lo rivela uno studio, condotto da Caroline Rowe, dell’Università di Otago, in Nuova Zelanda, pubblicato sul Journal of Science Communication, JCOM.

La ricerca si concentra sul programma Alpine Fault magnitude 8, AF8, in Nuova Zelanda, una delle regioni sismicamente più attive al mondo. Nella zona c’è una probabilità del 75% che si verifichi un terremoto di magnitudo 8 o superiore sulla Faglia Alpina nei prossimi 50 anni. Lo studio indaga la modalità più efficace per comunicare un rischio così elevato e spaventoso.

Strategie di comunicazione emotiva

Lo studio si è articolato in due parti, con un’analisi documentale dei materiali AF8 e interviste ai professionisti della gestione delle emergenze, che hanno rivelato una strategia di comunicazione emotiva sfumata. I materiali di comunicazione AF8 non trasmettevano il rischio con un tono cupo, ma con entusiasmo e positività riguardo la scienza e la straordinaria geologia dell’Isola del Sud.

Connettere rischio e territorio

La comunicazione di AF8 ha abilmente collegato la minaccia al paesaggio mozzafiato che è stato plasmato dalle stesse forze geologiche. Il messaggio era: “Sì, questo rischio esiste, ma fa anche parte del luogo in cui viviamo e ci ha portato bellezza e valore economico”.

Autoefficacia e prevenzione

I materiali AF8 hanno gestito gli appelli emotivi con un tono coinvolgente ma rassicurante. L’uso di dati storici ha fornito un contesto di certezza, rendendo il rischio non un “se”, ma un “quando” inevitabile. Il punto cruciale è stato l’inserimento di messaggi di autoefficacia, come “possiamo agire e prepararci”. Questo ha impedito che la paura si trasformasse in paralisi, trasformandola in motivazione. Animazioni, mappe e immagini “da cartolina” delle Alpi Meridionali sono stati, inoltre, usati per rendere il rischio tangibile senza esagerare la paura.

Emozioni: non eliminare, ma gestire

Lo studio ribalta l’idea che le emozioni debbano essere rimosse o minimizzate nella comunicazione del rischio. “Le persone proveranno emozioni in ogni caso; chi si occupa di comunicazione del rischio deve accettarlo e gestirlo,” ha affermato Rowe. “Eliminare le emozioni è impossibile“, ha aggiunto Rowe.

Riconoscere e canalizzare le emozioni permette agli aspetti positivi, come l’autoefficacia, la fiducia in sé stessi e la motivazione ad agire, impedendo che la pura paura ostacoli la preparazione. Secondo lo studio, se il rischio è presentato con messaggi di empowerment e iniziativa, le persone sono più capaci di gestirlo, trasformando la paura intrinseca in un motore per l’azione preventiva.

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