mercoledì, Settembre 3, 2025
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La peggiore ondata di incendi della storia spagnola è finita. Ma il bilancio è tragico

AGI – Agosto si è concluso e la Spagna si lascia alle spalle la peggiore ondata di incendi forestali della sua storia: quattro morti e circa 300.000 ettari devastati nei 93 roghi dichiarati, 23 dei quali attivi simultaneamente in cinque comunità autonome. La Protezione civile ha assicurato che, dopo oltre 20 giorni di lotta senza sosta contro le fiamme, l’emergenza si può considerare chiusa: la Spagna passa così dalla fase di “preemergenza” a quella di “allerta e monitoraggio”. La decisione è stata presa dal Comité Estatal de Coordinación (Cecod), che ha riscontrato un miglioramento sufficiente delle condizioni generali.

 Un dato positivo accompagna l’ultimo giorno di agosto: la Galizia è ufficialmente libera dal fuoco, dopo lo spegnimento dei tre megaincendi dell’estate – Larouco (arrivato fino a Lugo), Chandrexa de Queixa-Vilariño de Conso e Oímbra-Xinzo – che, secondo la Xunta, hanno devastato oltre 78.500 ettari. Attualmente restano solo pochi incendi ancora sotto osservazione, tutti nella provincia di León. Nel più esteso, a Igüeña, già stabilizzato, la UME (Unidad Militar de Emergencias) è impegnata in lavori di raffreddamento.

 

 

Il 16 agosto, la giornata peggiore

Ad agosto sono stati registrati  93 incendi forestali, 59 dei quali hanno comportato interventi invasivi da parte dei pompieri. Di questi, 39 sono stati classificati come “grandi incendi” per aver superato la quota di 500 ettari bruciati. Secondo i dati del satellite europeo Copernicus, la superficie devastata supera i 300.000 ettari. Il 16 agosto è stato il giorno peggiore: 23 roghi di grossa entità, di cui 12 in Castilla y León, 5 in Galizia, 3 in Extremadura, 2 nelle Asturie e 1 in Cantabria. Al momento risultano 57 persone arrestate e 142 indagate in relazione agli incendi.

L’anomalia meteorologica

Secondo Barcones, la situazione è stata aggravata da una forte anomalia meteorologica. L’Agenzia Statale di Meteorologia (Aemet) aveva emesso il primo allarme per ondata di calore il 31 luglio, mantenendolo fino al 18 agosto. Quella ondata è stata “la più intensa e la terza più lunga almeno dal 1975”. Quattro giornate (11, 12, 16 e 17 agosto) hanno registrato i valori più alti mai rilevati da quando esistono dati, negli anni Cinquanta.

La presenza di una massa d’aria africana, l’elevata insolazione, le temperature altissime e l’umidità bassissima hanno reso difficile stabilizzare i roghi. A peggiorare la situazione hanno contribuito raffiche di vento e temporali secchi, in particolare il 12 e 13 agosto, definiti i giorni “più avversi”.

Il Governo ha rafforzato il personale dedito alle operazioni di emergenza e ha elaborato ad agosto 348 bollettini speciali sugli incendi, di cui 307 solo per la Castilla y León. Le brigate del Ministero della Transizione Ecologica (Miteco) hanno operato al massimo della capacità. Il numero record di mezzi aerei impiegati in un solo giorno è stato di 53, saliti a 57 contando i supporti internazionali. Il meccanismo europeo di protezione civile (CECIS) è stato attivato l’11 agosto. Dieci Paesi hanno inviato aiuti: Francia, Italia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca ed Slovacchia con mezzi aerei; Francia, Germania, Finlandia, Grecia, Romania e persino Andorra (fuori dal meccanismo europeo, ma legata da un accordo bilaterale) con mezzi terrestri. In totale, un terzo delle risorse antincendio europee è stato mobilitato per la Spagna.

 

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