mercoledì, Giugno 11, 2025
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La Perla, è salva la lingerie di successo nata 70 anni fa

AGI – È lunga e piena di aneddoti divertenti, la storia di La Perla, da sempre sinonimo di lingerie di prestigio e famosa per la sua linea estremamente raffinata e con materiali e tecnologie di pregio, come il ricamo Cornelly o la dentelle de Calais. Pochi sanno ad esempio che La Perla ha vestito, se di vestito si può parlare, anche l’attore Daniel Craig che nel 2006 nel film di 007 Casino Royale, indossò un costume da bagno Grigioperla. Cimelio che nel 2012 è stato poi battuto dalla casa d’aste Christie’s in occasione del cinquantenario del primo film di James Bond, per 44.450 sterline (oltre 50 mila euro).

Gestione e cambi di proprietà

Guidata dalla fondatrice Ada Masotti dal 1954 al 1981, La Perla, ‘nata’ a Bologna, passò alla sua morte al figlio Alberto Masotti che dopo aver conseguito una laurea in medicina, decise di dedicarsi interamente all’impresa di famiglia, guidandola dal 1981 al 2007. Nel 2008, questo pezzo importante di Made in Italy venne venduto a JH Partners, una private equity con sede a San Francisco e focalizzata sugli investimenti in aziende di servizi e marchi di lusso.

Acquisizioni e rilanci

Poi nel 2013 ritornò italiana, essendo stata acquisita dall’imprenditore Silvio Scaglia, tramite la holding Pacific Global Management, che comprò l’azienda all’asta organizzata dal tribunale fallimentare di Bologna per 69 milioni di euro rilanciandola successivamente con un piano di sviluppo mirato al consolidamento dell’identità del marchio. Per questo scopo vennero investiti 350 milioni. Ma poi nel febbraio 2018 venne venduta a una società olandese con sede a Londra, Sapinda Holding di proprietà di un finanziere tedesco, Lars Windhorst, un investitore con la fama di scommettere su aziende dal futuro incerto con in portafoglio miniere di carbone in Sudafrica e piantagioni in Africa.

Crisi e rilancio

Nel luglio 2019 Tennor, a Bologna vennero annunciati licenziamenti. A causa della crisi, l’attuale proprietà aveva riferito di non riuscire a pagare gli stipendi ai 350 dipendenti nonostante tre mesi fa avesse annunciato come imminente un rilancio. Poi il passaggio e l’apertura all’amministrazione controllata, da parte del Tribunale di Bologna e il tavolo di crisi istituito presso il Ministero. L’offerta di Peter Kern è stata ritenuta la migliore, e ora il rilancio può partire.

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