lunedì, Aprile 29, 2024
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LA SEDUCENTE MALINCONIA DI KARIN ANN

La cantante slovacca sta entrando nel cuore delle nuove generazioni con la sua musica e il suo attivismo.

Karin Ann è una giovanissima ed eclettica cantautrice slovacca. Capelli corti e due magnetici occhi verdi, Karin è una star alternativa e pop-rock, e una polistrumentista: suona la chitarra, l’ukulele e l’armonica. Si identifica come She/They, ed è da sempre una accesa sostenitrice dei diritti civili, battendosi tenacemente contro le discriminazioni, facendosi portavoce della comunità LGBT+ in tutta l’Europa dell’Est. In contesti come l’Europa Orientale, essere una icona LGBTQ+ è importantissimo a livello sociale, laddove l’omofobia è spesso la regola.

Ad agosto 2021 è stata scelta da Spotify per la campagna Equal Global, in qualità di testimonial dei diritti umani e LGBT, e nel 2022 è stata protagonista come supporter del tour in Italia della cantante LP, musicista americana gender-neutral. Grazie al suo impegno, oltre che alla sua arte, Karin Ann si sta dunque rapidamente affermando come icona della Gen Z in Europa e nel mondo.

Karin, cosa significa, oggi, essere un punto di riferimento per la generazione Z? Quali pensi siano i valori di questa generazione e quali i messaggi che vorresti mandare ai giovani di oggi attraverso la tua musica?

“Non posso parlare per un’intera generazione, ognuno è diverso e ha valori diversi. Da parte mia, io mi sforzo di creare una comunità sicura per le persone che forse non ne hanno una o che potrebbero non trovare le parole giuste per esprimersi. Scrivo di tematiche che mi riguardano e, se le altre persone si riconoscono in esse, questo mi rende felice”.

La generazione Z è stata spesso definita “genderless”: il termine, insieme ad altri termini come  gender fluid, gender neutral, non-binary sono tutti termini che la società ha iniziato a conoscere negli ultimi anni, soprattutto perché sono molto utilizzati dalle generazioni più giovani. Tu credi che la Gen Z sia in cerca di una propria identità o di una definizione?

“Chiunque di noi, a un certo punto della propria vita, è alla ricerca di un’identità. In realtà, persone non binarie, fluide, transgender e gender neutral sono sempre esistite, ma ora abbiamo finalmente la terminologia giusta per parlarne”.

Tu sei molto conosciuta anche per il tuo sostegno alla comunità LGBTQ+. Anzi, c’è chi ti ha definita una vera e propria paladina dei diritti civili. Come vedi il tuo ruolo e il tuo impegno, in tal senso?

“Cerco solo di usare la mia piattaforma per parlare di cose importanti come l’uguaglianza. Sarebbe stupido da parte mia avere una piattaforma e l’opportunità di usarla per aiutare le persone e non farlo”.

Hai iniziato molto presto a scrivere canzoni. Quando hai deciso di fare la cantante, “da grande”?

“Non ho mai ‘deciso’ di diventare un cantante. Mi sono avvicinata al mondo della musica dopo che sono stata costretta a lasciare la scuola d’arte, a causa di un infortunio. Ho fatto iniziato incidendo alcune demo, che hanno ottenuto un po’ di attenzione da parte di alcune persone del settore musicale (all’età di 14 anni Karin scrisse la prima canzone, attirando l’attenzione dei rinomati produttori Tomi Popovic e Matt Schwartz, ndr), quindi ho deciso di cogliere l’occasione e… mi sono lanciata”.

Il 9 febbraio sarà lanciato un tuo nuovo pezzo. Cosa puoi dirci in proposito?

“Non c’è molto da dire (ride)… Soffro di insonnia e spesso non riesco a dormire, quando accade scrivo. Ho composto questa canzone durante una di queste notti in cui non riuscivo a dormire. Quando stavo lavorato su questo ultimo singolo, ho cercato di scrivere una canzone felice perché la maggior parte, se non tutte le mie canzoni, sono abbastanza tristi. Per me è molto difficile scrivere canzoni felici, quindi l’obiettivo principale con questa canzone era quello di scrivere una canzone che non fosse triste”.

Fra i tuoi brani ce n’è uno in particolare a cui sei legata? Magari qualcosa che parli di te, della tua storia personale?

“Le mie canzoni preferite non sono ancora uscite e usciranno molto presto, quindi la gente dovrebbe tenerle d’occhio. Dalle canzoni che ho scritto e che sono già presenti sul mercato, potrei dirvi che le mie preferite siano A Stranger With My Face e Put Me Back Together. Ho scritto entrambe le canzoni con Benjamin Lazar Davis (polistrumentista, cantautore, arrangiatore, compositore e produttore discografico americano) e Will Graefe (musicista americano), con il quale mi piace moltissimo lavorare. Entrambe queste 2 canzoni sono riferite alla mia persona, ma non mi piace mai raccontare alla gente ciò che le mie canzoni vogliono comunicare perché mi piace che il pubblico cerchi di relazionarsi con i miei testi senza condizionamenti da parte mia, che ciascuno possa trovare i propri significati nelle mie parole”.

Oltre che cantante, sei anche molto attiva sui social. Ti si potrebbe, in un certo senso, definire un’ influencer.

“Io non mi considero un’influencer. Cerco di concentrarmi principalmente sulla mia arte. Penso che tutti dovrebbero essere uguali e dovrebbero avere il diritto di vivere una vita normale, quindi uso i social per parlare di questo, dare la mia opinione e magari lanciare un messaggio positivo. Poi sta a chi mi ascolta decidere se accoglierlo o meno”.

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