sabato, Luglio 27, 2024
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La strage dei randagi. Istanbul dichiara guerra ai cani

AGI – Sotto slogan come “Non state in silenzio, dite no al massacro”, migliaia di persone hanno manifestato a Istanbul contro un controverso disegno di legge che propone di sopprimere i cani randagi per fermarne la proliferazione. I manifestanti si sono riuniti in piazza Yenikapi, nella parte europea di Istanbul, con alcuni che indossavano magliette con immagini di cani e gatti. Altri reggevano striscioni di cani con sguardi imploranti.

I sostenitori degli animali di tutte le età e convinzioni politiche si sono opposti a un’iniziativa del partito di governo AKP, che cerca di controllare una popolazione di quattro milioni di cani randagi in tutta la Turchia, secondo le stime ufficiali. Nel 2022, il Ministero dell’Agricoltura ha dichiarato che erano dieci milioni.

Attualmente è in fase di elaborazione una legislazione che consentirebbe loro di essere catturati in massa, sterilizzati e chippati e, se non adottati entro 30 giorni, soppressi. Gli oppositori, invece, invocano vere e proprie campagne di sterilizzazione e denunciano la mancanza di mezzi per affrontare il problema.

“Non è un bene per gli animali, è una legge killer”, ha detto Sule Giritlioglu, un ingegnere di 27 anni. “Pensiamo che i gatti saranno il prossimo obiettivo”, ha detto all’AFP.

Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha riconosciuto questa settimana che la Turchia ha un “problema di cani randagi che non esiste in nessun paese sviluppato” e ha citato l’aumento dei casi di rabbia.

“Dobbiamo passare a metodi più radicali”, ha insistito il capo dello Stato, sostenendo campagne di sterilizzazione e adozione per evitare di “passare alla fase successiva”.

Nessuna giustizia

Cani e gatti randagi sono parte integrante della vita quotidiana dei turchi e molte persone si prendono cura di loro. Mert Tuncel, 28 anni, aiuta gli animali vittime di violenza, ad esempio, con donazioni raccolte attraverso la sua pagina Instagram Arazi_mamadestek. Il giovane è seduto sull’erba con “Sans” (fortunato, in turco), un cane che è stato maltrattato.

“Non c’è nessuno che lo punisca (…). Non c’è giustizia”, ha detto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera tuttavia la Turchia un paese “ad alto rischio” in termini di casi di rabbia. Negli ultimi cinque anni, almeno 55 decessi sono stati causati da cani, sia per morsi che in incidenti stradali.

Mancanza di rifugi

Una legge in vigore dal 2021 obbliga i comuni a creare rifugi, ma secondo la Federazione per i diritti degli animali (Haykonfed), 1.100 dei 1.394 comuni della Turchia non ne hanno.

Negli ultimi mesi, sia la stampa che i social network hanno fatto eco a diversi incidenti che hanno sconvolto il Paese. Un video registrato quest’inverno nella parte asiatica di Istanbul mostra un cane che si avventa su una donna anziana, che cade a terra. Un altro filmato mostra i gravi morsi inflitti a una giovane ragazza ad Ankara, la capitale, a dicembre.

Ma per Emre Onuk si tratta di una campagna di “cattiva propaganda”, diffusa prima delle elezioni municipali del 31 marzo.

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