lunedì, Ottobre 14, 2024
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La transizione elettrica sta piegando l’Europa dell’auto, vendite sempre più in calo

AGI – Il settore dell’automotive in Europa è in crisi, alle prese con gli effetti della difficile transizione all’elettrico, che per ora vede i marchi cinesi e la statunitense Tesla nettamente in vantaggio nella competizione globale. Nonostante i dazi imposti dalla Ue sui veicoli in arrivo dalle case automobilistiche di Pechino. Nel giro delle ultime due settimane prima Bmw, poi Volkswagen e oggi anche Stellantis hanno rivisto al ribasso le stime per il 2024.

 

Tanto che nelle ultime ore hanno ripreso a circolare le indiscrezioni sulla possibile fusione tra Stellantis e Renault, che creerebbe un super gruppo proprietario di una ventina di marchi, capace forse di resistere agli urti del mercato. Il presente però è fatto di calo delle vendite – in un mix tra costo della transizione, concorrenza da parte dei brand cinesi, cambiamento delle abitudini che ha portato ad un minore uso delle automobili – con il rischio di un calo occupazionale nella filiera.

 

 

Il settore automotive europeo contribuisce per 460 miliardi di euro al prodotto interno lordo del Vecchio Continente, e impiega 4 milioni di lavoratori. Da settimane in Germania si discute della possibilità di chiudere uno stabilimento della Volkswagen, sarebbe la prima volta in quasi 90 anni di storia del gigante tedesco, una discussione analoga si sta svolgendo in Belgio su un siti Audi, che fa parte dello stesso Gruppo. Si parla di possibili tagli che coinvolgerebbero tra 15 e 30mila lavoratori. La scorsa settimana Volkswagen ha abbassato le previsioni sulle consegne, sui ricavi e sul risultato operativo a causa del “contesto di mercato difficile e di sviluppi inferiori alle aspettative iniziali”. 

 

Stellantis ha rivisto la guidance del 2024 a causa “dei problemi di performance in Nord America” e “del deterioramento nelle dinamiche globali del settore”, in un contesto in cui “le dinamiche competitive si sono intensificate per effetto sia della maggiore offerta sia dell’accresciuta concorrenza cinese”.

 

Il gruppo prevede che il margine del risultato operativo adjusted per l’intero anno in corso sarà tra il 5,5% e il 7%, in calo rispetto al precedente ‘double digit’, una riduzione dovuta per circa due terzi alle azioni correttive in Nord America, mentre altri fattori includono vendite inferiori alle attese nel secondo semestre in diverse aree geografiche del mondo. Il risultato: oggi il titolo ha perso il 14,72% a Piazza Affari, il risultato peggiore degli ultimi due anni. Le perdite trascinano tutto il comparto, con Renault che cede il 5,52%.

 

Non va meglio nel comparto del lusso. Aston Martin oggi segna -25% alla Borsa di Londra, dato che non prevede più di raggiungere un free cash flow positivo nel primo semestre e sta tagliando il suo obiettivo di volumi all’ingrosso per il 2024 di circa 1.000 veicoli per affrontare il problema. I margini di profitto lordo per l’anno dovrebbero essere “modestamente” inferiori al 40%, rispetto al precedente obiettivo del 40% circa.

 

Stesso discorso per Mercedes-Benz (-3,2% in Borsa) che ha abbassato il proprio obiettivo di redditività annuale per due volte nel corso dell’anno, citando un clima economico sfavorevole, in particolare in Cina. Discorso leggermente diverso per Bmw che a inizio settembre è stata costretta a ridurre i suoi obiettivi annuali a causa di un sistema frenante difettoso che ha portato al richiamo e all’interruzione delle consegne di 1,5 milioni di veicoli. Nel 2024 le consegne di veicoli dovrebbero diminuire “leggermente” rispetto all’anno precedente, con ripercussioni sulla redditività dell’azienda.

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