venerdì, Maggio 23, 2025
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L’addio a Papa Francesco dal mondo islamico e dall’Africa

AGI – La scomparsa di Papa Francesco ha suscitato profonde reazioni nel mondo islamico e africano, ricordando il suo instancabile impegno per la pace e il dialogo interreligioso. Dall’Arabia Saudita alla Giordania, dall’Egitto all’Iraq, le massime autorità politiche e religiose hanno espresso le loro condoglianze per la scomparsa del pontefice all’età di 88 anni. Re Salman e il principe ereditario Mohammed bin Salman dell’Arabia Saudita hanno inviato messaggi ufficiali di cordoglio al Vaticano. A loro si è unito anche Re Abdullah II di Giordania, che ha sottolineato come Papa Francesco “abbia dedicato la sua vita alla giustizia e alla ricerca della pace”, lasciando “un’eredità spirituale e morale che rimarrà impressa nei cuori di milioni di persone”. Dal Cairo, il Grande Imam di Al Azhar, Ahmed el Tayyeb, ha descritto Francesco come “simbolo di umanità”, elogiandone il ruolo nella promozione della fratellanza tra popoli e religioni. Il Grande Imam ha anche menzionato la firma congiunta del “Documento sulla Fratellanza Umana” ad Abu Dhabi nel 2019, considerata una svolta nelle relazioni tra cristiani e musulmani. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha descritto la morte del Papa come “una profonda perdita per il mondo intero”, poiché il pontefice era “una voce di pace, amore e compassione”, ma anche “un paladino della causa palestinese, che difendeva i diritti legittimi e chiedeva la fine del conflitto”.

 

 

Anche l’ayatollah sciita Ali al-Sistani, leader spirituale iracheno, ha ricordato lo storico incontro del 2021 a Najaf, durante il viaggio apostolico del Papa in Iraq, riconoscendogli il merito di aver “svolto un ruolo importante nel promuovere la convivenza e sostenere gli oppressi”. Dall’Iran, il presidente Masoud Pezeshkian ha parlato di una figura “dedita alla pace, alla giustizia e alla libertà”, esaltandone la ferma condanna della guerra a Gaza e il sostegno ai civili palestinesi. La Guida Suprema Ali Khamenei non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale. Il rispetto per il pontefice è stato espresso anche da leader palestinesi come Hamas, che lo ha definito “uno dei più importanti difensori dei diritti del popolo palestinese”. Le reazioni ebraiche sono state più contenute: mentre il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha sottolineato “un pontificato improntato a rispetto e apertura”, l’ex ambasciatore israeliano in Italia, Dror Eydar, ha duramente criticato Francesco, accusandolo di antisemitismo per alcune recenti dichiarazioni sulla guerra a Gaza, da lui definite “opuscoli sanguinosi contro Israele”.

Nell’Africa subsahariana, reazioni emotive sono arrivate da molti capi di Stato e di governo. Il Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha reso omaggio alla “straordinaria storia di vita” di Francesco e alla sua “preoccupazione per individui e gruppi emarginati”, mentre il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed ha espresso la speranza che “la sua eredità di compassione, umiltà e servizio all’umanità possa ispirare le generazioni future”. Il Presidente nigeriano Bola Tinubu ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di un “instancabile paladino dei poveri” e della “voce più incisiva” al mondo contro il cambiamento climatico. Il presidente keniano William Ruto ha definito la sua morte “una grave perdita per i fedeli cattolici e il mondo cristiano”, mentre il presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye ha parlato di lui come di una “figura spirituale di grande importanza”.
 

 

 

Un solenne omaggio è giunto dalla Repubblica Democratica del Congo, Paese visitato dal Papa nel gennaio 2023: il Presidente Félix Tshisekedi ha citato la “vivace testimonianza di fede, umiltà e incrollabile impegno di Francesco per la pace, la giustizia e la dignità umana”, e nella capitale, Kinshasa, le campane delle chiese hanno suonato a mezzogiorno in memoria del Pontefice. Messaggi di cordoglio sono stati espressi anche dai leader di Malawi, Madagascar e Sierra Leone, mentre il Presidente della Commissione dell’Unione Africana (UA), Mahmoud Ali Youssouf, ha sottolineato “il coraggioso impegno del Papa per il continente africano, amplificando le voci di chi non ha voce, sostenendo la pace e la riconciliazione e mostrando solidarietà con le persone colpite da conflitti e povertà”.

Durante i suoi 12 anni di pontificato, Papa Francesco ha compiuto cinque viaggi apostolici in Africa, visitando in totale dieci Paesi. Il pontefice ha compiuto il suo primo viaggio nel continente dal 25 al 30 novembre 2015, visitando Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana. Due anni dopo, il 28 e 29 aprile 2017, il pontefice ha visitato l’Egitto su invito di quattro persone: il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi, Sua Santità il Patriarca copto ortodosso Tawadros II, il Grande Imam di Al-Azhar, lo sceicco Ahmed Al-Tayyeb, e il Patriarca copto cattolico Ibrahim Isaac Sidrak. Francesco ha visitato l’Università di Al-Azhar, la più antica università islamica e la più alta istituzione accademica dell’Islam sunnita. Successivamente, Papa Francesco si è recato in Marocco su invito di Re Mohammed VI, con il quale ha firmato un Appello per Gerusalemme, “affinché la Città Santa sia preservata come patrimonio dell’umanità e luogo di incontro pacifico, in particolare per i fedeli delle tre religioni monoteiste”. L’ultimo viaggio apostolico di Papa Francesco in Africa si è svolto dal 31 gennaio al 5 febbraio 2023 nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sud Sudan. Il pontefice ha compiuto il suo “pellegrinaggio di pace” con l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e il Moderatore Generale della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields, lanciando un accorato appello “contro la violenza e la rassegnazione” e “per la riconciliazione e la speranza”. Al suo ritorno, questi discorsi pronunciati durante la visita in terra congolese sono stati raccolti in un toccante libro intitolato “Giù le mani dall’Africa!”. Secondo le più recenti statistiche vaticane, l’Africa ospita circa il 20% dei cattolici del mondo, la maggior parte dei quali risiede nella Repubblica Democratica del Congo, in Nigeria, Uganda, Tanzania e Kenya.

 

 

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