martedì, Ottobre 7, 2025
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L’affondamento dell’Endurance, Shackleton sapeva delle carenze della nave ma salpò lo stesso

AGI – L’Endurance, la famosa nave conosciuta per il viaggio in Antartide, presentava debolezze strutturali che la rendevano meno robusta rispetto ad altre imbarcazioni polari dell’epoca, ma il suo capitano ne era a conoscenza prima della partenza. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Polar Record, condotto dagli scienziati dell’Università di Aalto. Il team, guidato da Jukka Tuhkuri, ha integrato analisi tecniche, ricerche sui diari di bordo e la corrispondenza.

L’Endurance, la nave di Sir Ernest Shackleton, fu schiacciata nei ghiacci dell’Antartide e affondò nel novembre del 1915. L’imbarcazione divenne l’emblema dell’esplorazione antartica, ed è stata considerata la nave polare più resistente del suo tempo, anche se una debolezza del timone si ritiene ne provocò l’affondamento. Secondo i ricercatori, il celebre esploratore era ben consapevole delle criticità strutturali dell’imbarcazione.

Le debolezze strutturali dell’Endurance

«Una semplice analisi strutturale – afferma Tuhkuri – dimostra che la nave non era stata progettata per le condizioni di compressione del ghiaccio che hanno contribuito al suo affondamento». Il pericolo del ghiaccio in movimento e dei carichi di compressione, spiegano gli esperti, era già noto in quel periodo.

Il ritrovamento del relitto e le nuove scoperte

Nel 2022, il team di Tuhkuri, in missione in Antartide, ha individuato il relitto della Endurance. “La nave – sottolinea – presentava chiaramente diverse carenze strutturali rispetto ad altre navi antartiche. Questo mette in discussione la narrazione secondo cui l’imbarcazione fosse la più resistente del suo tempo, e smentisce l’idea che il timone fosse il suo unico punto debole”.

Perché Shackleton partì nonostante i rischi?

Dopo aver analizzato i diari di Shackleton, la corrispondenza personale e altre comunicazioni dell’equipaggio, ciò che risulta meno chiaro è il motivo per cui il famoso esploratore scelse di navigare nella pericolosa banchisa antartica a bordo dell’Endurance. «Prima di partire – riporta Tuhkuri -, Shackleton si lamentò delle debolezze della nave in una lettera alla moglie, per cui non sappiamo come mai abbia comunque intrapreso il viaggio».

Nuove prospettive sull’impresa dell’Endurance

Il lavoro, precisano gli studiosi, non sminuisce le imprese dell’esploratore e degli uomini che oltre un secolo fa viaggiarono con lui fino al Mare di Weddell. Tuttavia, gli autori sperano che queste nuove scoperte possano aggiungere una nuova prospettiva al modo in cui si pensa all’impresa dell’Endurance. “Possiamo ipotizzare pressioni finanziariesfide politiche o limiti di tempo – conclude Tuhkuri -, ma potremmo non sapere mai cosa spinse Shackleton a partire nonostante le sue stesse rimostranze. Il nostro lavoro, però, fornisce dati più concreti per arricchire le storie”.

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