AGI – “Più di 50 denunce sono state presentate come Unione su diverse situazioni gravi. L’antisemitismo è fenomeno in crescita”. Lo riferisce Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, durante la conferenza stampa di fine anno. Di Segni precisa che “non si tratta solo di scritte. Per quelle, abbiamo un canale diretto con il Comune per cancellarle. Ci sono offese sui social, minacce. Ma i casi sono centinaia e centinaia ed evidenziano la situazione in cui si trovano oggi gli ebrei”.
In particolare, si sottolinea che gli episodi di antisemitismo nei primi nove mesi di quest’anno sono stati 766 e 50 le denunce. “È capitato – ha aggiunto Di Segni – che alcune denunce vengano anche archiviate perché magari si definiscono come espressione del libero pensiero o ad opera di un giovanissimo, o perché si sceglie la via del percorso rieducativo come per esempio, far passare una giornata in un museo, collaborare a una iniziativa ecc”.
Come si sentono oggi gli ebrei? “Isolati – ha detto ancora Di Segni, presidente uscente dell’Ucei che a breve andrà a nuove elezioni – gli ebrei hanno la sensazione di non essere più parte di un contesto che prima aveva delle certezze, aveva persone di riferimento su cui poter contare in contesti anche informali. Oggi ci si sente isolati e non più parte di ambiente che eravamo portati a frequentare. Bisogna decifrare con chi si parla per non essere a disagio. La nostra non è la paura della bomba che esplode, perché siamo fiduciosi nell’operato delle forze dell’ordine. Ma sono le cose quotidiane che ci preoccupano, quelle che dobbiamo gestire da soli come il non poter giare con i simboli religiosi, perché veniamo etichettatati o non poter fare riunione e convegni perché tutto è soggetto al rischio dell’arrivo del gruppo pro-pal che magari sfascia tutto”.



