sabato, Settembre 27, 2025
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Le alternative alle sigarette hanno diminuito il fumo tra giovani

AGI – Laddove le alternative alle sigarette diventano più diffuse, il fumo combusto diminuisce. Specialmente tra i giovani, dove si è registrata una riduzione dei consumi di sigarette dal 33 al 18%.

È quanto emerso alla vigilia della Cop11 – la Conferenza delle parti della convenzione quadro dell’Oms per il controllo del tabacco – durante l’Expert meeting internazionale, moderato da Carlo Stagnaro dell’Istituto Bruno Leoni. Le evidenze sono sempre più chiare: nei Paesi che hanno adottato in modo responsabile alternative al fumo tradizionale – come sigarette elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato – si registra un calo significativo dei consumi, soprattutto tra i giovani. È il caso di Giappone, Nuova Zelanda, Regno Unito e Svezia, dove questo approccio ha prodotto risultati concreti. All’interno dell’Unione europea, però, la situazione è più articolata: Francia e Spagna seguono una linea più restrittiva anche verso i prodotti senza combustione, mentre Italia, Grecia e Romania sostengono una regolamentazione differenziata che tenga conto del potenziale di riduzione del rischio.

Il dibattito europeo e la confusione tra i fumatori

Queste differenze si riflettono anche tra le istituzioni europee: il Parlamento ha più volte riconosciuto il valore delle alternative meno dannose, mentre la Commissione europea mantiene una posizione più rigida e distante dalle best practice internazionali che hanno dimostrato di funzionare. “Sui giovani si alimenta un ‘bias di interpretazione’ che influisce negativamente sul dibattito scientifico e, soprattutto, crea confusione tra i fumatori“, spiega Fabio Beatrice, direttore del Board Scientifico del MOHRE. “Il fumo di sigaretta continua a essere diffuso tra gli adolescenti: quasi uno studente su tre – continua – ha fumato sigarette almeno una volta nella vita (il 32% in media).

Un fenomeno che fa parte del processo di sperimentazione di questa fascia di età, difficilmente modificabile. Se guardiamo ai dati degli ultimi 30 anni di ESPAD, il calo della prevalenza è stato maggiore proprio tra i giovani (dal 70% al 30%). Il fumo quotidiano è diminuito dal 20 all’8%. Questo ci dice che dove le alternative alle sigarette diventano più diffuse, il fumo combusto diminuisce. I Paesi con i dati più incoraggianti sulla lotta al fumo sono quelli che non hanno demonizzato i nuovi prodotti”.

L’importanza degli aromi e la riduzione del danno

Kostantinos Farsalinos, Dipartimento di salute pubblica e comunitaria, Università dell’Attica Occidentale, Grecia, aggiunge: “Il dibattito sugli aromi nei prodotti per la riduzione del danno da tabacco si basa esclusivamente su argomenti emotivi sui giovani, ignorando una consistente mole di prove sulla loro importanza per la cessazione del fumo e sull’impatto delle restrizioni. Le future normative sulle sigarette elettroniche dovrebbero tener conto del loro impatto sui fumatori.

La ricerca evidenzia dati significativi: l’uso di aromi diversi dal tabacco è stato costantemente associato a una maggiore probabilità di smettere di fumare. Allo stesso tempo, pesanti restrizioni o divieti hanno portato alla creazione di un mercato nero, sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati, mentre le prove suggeriscono che potrebbero persino aumentare il fumo. Le sigarette elettroniche volgono un ruolo cruciale come sostituti del fumo in un approccio di riduzione del danno. Vietare gli aromi avrebbe conseguenze indesiderate, come un ritorno al fumo tradizionale“.

Le linee guida NCCN e il ruolo dei prodotti a rischio modificato

Anche le Linee Guida per la cessazione da fumo del National Comprehensive Cancer Network americano pubblicate nel maggio 2025 indicano che, nonostante l’obiettivo della cessazione vada applicato non solo alle sigarette tradizionali ma anche alle alternative, esistono crescenti evidenze che le sigarette elettroniche siano effettivi strumenti per la cessazione da fumo. Anche se mantengono la dipendenza e producono sostanze chimiche potenzialmente dannose, i prodotti alternativi possono contribuire all’obiettivo principale che è quello della completa astensione dal fumo di sigaretta.

Alcuni di questi prodotti sono stati inseriti dall’Fda nella categoria dei Modified Risk Tobacco Products, determinando così la minore tossicità e inserendoli in una categoria chiamata a ‘rischio modificato‘. NCCN ribadisce che ‘la transizione completa dal fumo di sigaretta ai prodotti innovativi senza combustione può ridurre i casi di cancro e le malattie correlate‘. “È necessario che le politiche siano guidate da dati scientifici e non da credenze morali o ideologiche che mal si conciliano con la necessità di proteggere la salute pubblica, non solo dei non fumatori ma anche delle persone coinvolte in una dipendenza vera e propria”, conclude Johann Rossi Mason, direttrice del MOHRE.

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