domenica, Giugno 1, 2025
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Le elezioni in Corea del Sud, tra alta affluenza e fratture di genere

AGI – Un’alta partecipazione alle urne sta caratterizzando le elezioni presidenziali anticipate in Corea del Sud, in programma per il 3 giugno. Sin dalle prime ore di voto anticipato, lunghe file si sono formate nei seggi, segno di un rinnovato coinvolgimento popolare dopo mesi di turbolenze politiche. L’impeachment dell’ex presidente conservatore Yoon Suk-yeol per aver tentato di imporre la legge marziale ha scosso profondamente la società sudcoreana, alimentando il desiderio di “ripristinare la democrazia”, come ha affermato Kang Joo-hyun, politologa alla Sookmyung Women’s University.

Eppure, a dominare il dibattito elettorale non è tanto la crisi istituzionale quanto la questione di genere. In una democrazia avanzata, nota per i movimenti femministi globali come “Escape the Corset” e il 4B, il tema dell’uguaglianza tra uomini e donne si è trasformato in un terreno minato.

Una corsa a tre

Nessuno dei tre principali candidati ha preso un impegno chiaro sulle riforme a favore delle donne. Lee Jae-myung, leader del Partito Democratico e favorito nei sondaggi, ha evitato proposte esplicite, sebbene abbia accennato in extremis a un possibile rafforzamento del ministero per la Parità di Genere. Kim Moon-soo, candidato del partito conservatore, promette invece di abolirlo del tutto, seguendo la linea dell’ex presidente Yoon. Anche Lee Jun-seok, del Nuovo Partito Riformista, terzo nei sondaggi, cavalca l’onda del malcontento maschile, sostenendo l’abolizione del ministero in nome dell’efficienza amministrativa.

Questo silenzio o aperto rigetto delle politiche di genere riflette una frattura profonda tra giovani uomini e donne. Secondo i dati Gallup, Lee Jun-seok raccoglie un sostegno del 14% tra i giovani uomini, ma solo del 6% tra le giovani donne. La sua retorica contro il femminismo, in linea con una crescente “manosfera” globale, sta attirando una generazione di elettori maschi che si sentono penalizzati dalle politiche di uguaglianza. Le giovani donne, seppur più istruite che mai, evitano matrimonio e maternità per timore di penalizzazioni salariali e discriminazioni. Tuttavia, le loro richieste, come la tutela dell’aborto o una legge contro le discriminazioni, restano inascoltate.

Sul fronte politico, il partito conservatore del Potere del Popolo (PPP) appare in profonda crisi. Scosso dallo scandalo del tentativo di colpo di Stato di Yoon e dalle successive lotte interne, fatica a ritrovare una direzione chiara. Kim Moon-soo, ex attivista sindacale convertito alla destra radicale, cerca di rilanciare il PPP puntando sulla sua immagine di “resistente”, ma la sua candidatura non convince i moderati e rischia di spaccare ulteriormente il partito. Secondo gli analisti, la sconfitta del PPP sembra probabile, e il partito, descritto come “il movimento dell’insurrezione”, rischia un collasso ancora più profondo.

Le tensioni geopolitiche

Oltre alla crisi interna e alla questione di genere, le elezioni si svolgono in un momento in cui la Corea del Sud si trova al centro di tensioni geopolitiche crescenti. Il deterioramento dei rapporti intercoreani, il rafforzamento dei legami tra Corea del Nord e Russia, la competizione tra Stati Uniti e Cina, e la guerra in Ucraina pongono il prossimo presidente davanti a scelte cruciali. Lee Jae-myung ha promesso un ritorno al dialogo con Pyongyang, segnando una rottura con la linea dura di Yoon Suk-yeol. Kim Moon-soo, invece, sostiene un approccio più aggressivo, con la possibilità di aumentare la cooperazione militare con gli Stati Uniti. Sullo sfondo, il tema della sicurezza regionale e la capacita’ di Seul di ritagliarsi un ruolo di “potenza mediana” in Asia potrebbero diventare elementi chiave del nuovo governo.

Il voto del 3 giugno potrebbe quindi sancire non solo la vittoria di Lee Jae-myung, ma anche una svolta generazionale e culturale per la Corea del Sud: da un lato, il tentativo di superare la crisi democratica innescata dal fallito golpe; dall’altro, il confronto sempre piu’ acceso sulla parita’ di genere e le prospettive per le nuove generazioni. La strada per un consenso piu’ ampio e inclusivo resta lunga e incerta. 

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