domenica, Dicembre 14, 2025
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Le prove dei rapporti, i bonifici e le relazioni: chiuso il cerchio sulla Triestina calcio

AGI – Siamo nel 2023 e la Triestina calcio vive un momento difficile. La salvezza in Lega Pro arriverà ai playout dopo un campionato nel quale la squadra aveva sofferto le pene dell’Inferno. Al timone c’è Simone Giacomini che – spiegano alcune fonti interpellate da AGI -, da gennaio manifesta l’intenzione di cedere l’attività. È da questo particolare che gli investigatori della Capitale sono partiti in queste ore per chiudere il cerchio dell’inchiesta della procura di Roma sui mutui allegri concessi da Banca Progetto. 

Chi indaga ha ricostruito le prove dei rapporti molto stretti tra Alessandro Di Paolo, Antonio Scaramuzzino, Piergiorgio Crosti e Andrea Centofanti che, secondo quanto apprende l’AGI, avrebbe curato il passaggio di proprietà per conto di Giacomini stesso che, a fine stagione, cederà poi la società. 

La moglie di Centofanti è Ida Ruggiero, agente mandatario di Banca Progetto. La ricostruzione dei rapporti non è un fatto secondario. I pm della Capitale lavorano, infatti, su un bonifico alla Triestina da quasi un milione di euro partito dalla Au 79, società di produzione e servizi che ha la sede in via Eustachio Manfredi 8, a Roma, all’interno di un immobile riconducibile alla famiglia Di Paolo. Questa sarebbe una delle ‘prove’ – secondo chi indaga -, dei legami finanziari esistenti e del rapporto strettissimo tra Antonio Scaramuzzino, difeso dall’avvocato Fabio Lattanzi, tra i migliori penalisti della Capitale, e lo stesso Di Paolo. 

Buon amico di Giacomini è Piergiorgio Crosti – indagato nel maxi fascicolo della procura di Roma sui mutui ‘facili’ dati da Banca Progetto e che sarebbero stati utilizzati da alcune società di calcio. La Triestina, nel 2023, è al centro di flussi finanziari considerati sospetti dagli inquirenti. Durante il mercato estivo, lo stesso Crosti aveva convinto l’ex presidente della Triestina Giacomini a comprare un giovane giocatore dell’Ostiamare, società che militava quell’anno in Serie D. Un passaggio ‘strano’ che le fonti raccontano come un ‘favore’ di Crosti a Di Paolo – allora titolare della società di Ostia e oggi indagato nel procedimento -, per il tramite dell’allora patron della Triestina. Ma non finisce qui. 

I rapporti tra Giacomini, Crosti e Antonio Scaramuzzino, si intensificano dopo il mercato di gennaio. Diverse fonti, infatti, ricostruiscono “incontri surreali“, nei quali al posto dell’ex presidente della Triestina si presentava Scaramuzzino. E di un incontro, in particolare, con Crosti che, mentre mangiava patatine Crick Crock – ironia della sorte società amministrata da Scaramuzzino -, diceva all’allora dirigenza di non comprare invece un altro calciatore. 

Le relazioni strette tra Giacomini e Di Paolo di nuovo ritornano anche nelle carriere di alcuni dirigenti. Ernesto Salvini, per esempio, è uno di questi. Da sempre vicino alla famiglia di Alessandro Di Paolo, direttore sportivo con grande esperienza nei campi di C, tra il 2022 e il 2023 ha visto la sua carriera in bilico tra Triestina e Ternana. Ma anche Angelo Fabiani, attuale direttore sportivo della Lazio e ‘vecchia volpe’ del mondo del calcio, è considerato in rapporti con la galassia che fa riferimento alla famiglia Di Paolo.

E alla Triestina il ds biancoceleste – estraneo all’indagine giudiziaria -, ha dato un giocatore. Si tratta di Cristiano Lombardi passato, nell’estate del 2022, dalla Lazio alla Triestina con la formula del prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione in Serie B. Nel fascicolo di indagine si legge dell’esistenza di “un quadro unitario riconducibile a gruppi tra loro interconnessi: Giacomini/galassia Stardust, Di Paolo/galassia Crosti-Scaramuzzino, Marando-7 Colli che hanno beneficiato complessivamente di 60/70 milioni di euro, oggi in larga parte in sofferenza, attraverso società formalmente intestate a prestanome ma riconducibili ai medesimi centri decisionali”.

E c’è una società che collega questi due universi: la Au 79, perquisita recentemente dalla Gdf, e che il 23 dicembre del 2022 aveva ricevuto dal comitato crediti di Banca Progetto, “indebitamente”, secondo gli inquirenti, “un mutuo chirografario per 1 milione e 50 mila euro, in violazione di ogni criterio di valutazione del merito creditizio, esponendo dati mendaci relativi alla situazione economico – finanziaria dell’impresa ed omettendo informazioni rilevanti”. 

Una parte di questi soldi sarebbero finiti a finanziare la Triestina calcio, è il forte sospetto degli inquirenti, insieme al fatto che Alessandro Di Paolo abbia ottenuto risorse pubbliche e usato una parte di queste per sostenere, tramite false sponsorizzazioni o finanziamenti simulati, altre società calcistiche. Tra queste anche l’Ostiamare, la Ternana e l’Ancona. Anche se, in quest’ultimo caso, la ‘Romana Film’, per bocca del titolare, ha smentito soldi dati da Di Paolo.

Ma tornando alla Triestina, i finanziamenti utilizzati per sostenere la squadra giuliana – secondo gli investigatori -, sono stati ottenuti attraverso diverse società di comodo con fondi provenienti da Banca Progetto per un totale di circa 16 milioni di euro e “richiesti per finalità mai realizzate”. È su questo ultimo punto che si concentra l’attenzione di chi indaga che ritiene “Alessandro Di Paolo il dominus di un’intera struttura di cui ha il ruolo di coordinamento, indirizzo e gestione”.

E poi sui legami tra Di Paolo, Scaramuzzino e Ida Ruggiero, l’agente mandatario della banca, oggi al centro dell’inchiesta della procura – aggiunto Giuseppe Cascini, pm Mario Dovinola e Vincenzo Palumbo -, e del Nucleo Pef della Guardia di Finanza.

Ruggiero, compagna di vita del “facilitatore” Andrea Centofanti avrebbe favorito – secondo la procura di Roma -, l’erogazione dei mutui ‘allegri’ concessi alle società di cui erano amministratori di fatto Di Paolo e Scaramuzzino, omettendo di effettuare le verifiche antifrode ed antiriciclaggio e non avrebbe effettuato nessuna analisi autonoma sulle effettive modalità di utilizzo del finanziamento finalizzato alla realizzazione del lungometraggio dal titolo “I Fratelli Re”. Ed è proprio seguendo i soldi finiti alle squadre di calcio e la rete di rapporti tra le due galassie imprenditoriali che gli inquirenti sembrano aver chiuso il cerchio delle indagini.

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