mercoledì, Ottobre 15, 2025
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Lecornu alla prova dell’Assemblea: governo appeso a pochi voti decisivi

AGI – La sopravvivenza del governo di Sébastien Lecornu sarà decisa da una manciata di voti. L’aula dell’Assemblea Nazionale esaminerà e voterà domani a partire dalle 9 le due mozioni di censura contro l’esecutivo presentate dal Rassemblement National e da La France Insoumise. Sulla carta i numeri per sfiduciare Lecornu non ci sono. I voti combinati di RN, LFI, Ecologisti e Comunisti non raggiungeranno la maggioranza assoluta di 289, e i voti favorevoli alla censura, se tutti i deputati seguiranno le indicazioni di partito, dovrebbero fermarsi a quota 265, 24 in meno della maggioranza necessaria a far cadere l’esecutivo.

Insidie nel voto di censura

Ma anche le insidie non mancano. Alcuni deputati socialisti, “almeno tre” su 69 secondo il segretario del partito, Olivier Faure, hanno già annunciato che voteranno per sfiduciare Lecornu, così come qualche défaillance si potrebbe registrare tra le fila dei Repubblicani e del blocco macronista che ha mal digerito la decisione di Lecornu di fare un passo indietro sulla riforma delle pensioni, bandiera del mandato di Emmanuel Macron.

Socialisti, dopo avere incassato l’apertura del primo ministro sul rinvio della contestatissima riforma previdenziale approvata nel 2023, hanno lasciato intendere che non voteranno la censura, senza dichiararlo esplicitamente. Ma il partito ha già messo sul tavolo un’altra richiesta che potrebbe far vacillare la fragile ‘maggioranza’ mentre l’Assemblea è alle prese con il dibattito sulla manovra di bilancio, ovvero la tassa sui ‘super-ricchi’, misura invisa ai centristi dell’area Macron e alla destra moderata dei Repubblicani.

Strategie dei partiti di opposizione

La sinistra radicale de La France Insoumise, con Ecologisti e Comunisti, punta a far cadere Lecornu votando la propria mozione, mentre l’estrema destra del Rassemblement National intende votare sia la propria mozione che quella di LFI pur di impedire a Lecornu di restare a Matignon. Non voteranno la ‘sfiducia‘ il Partito Socialista, il gruppo Liot e i Repubblicani, mentre i gruppi macronisti non hanno dato istruzioni chiare ai loro deputati, ma il loro voto, salvo defezioni, si considera scontato. Anche i centristi di Horizons sono in difficoltà. La vicepresidente del partito, Christelle Morancais, ha dichiarato che se fosse stata parlamentare, avrebbe votato “per censurare il governo, che sta svendendo il futuro del popolo francese sull’altare degli interessi di partito”. Una posizione che comunque “non impegna il partito”, ha chiarito l’entourage del leader ed ex premier Édouard Philippe. Molti parlamentari credono comunque che se anche il governo dovesse sopravvivere al voto di censura di domani con una ventina di voti di scarto, bisognerebbe comunque approvare il bilancio, cammino pieno di insidie per la sopravvivenza di Lecornu. Se il governo non cade domani, “non durerà a lungo”, vaticina Marine Le Pen, che prevede lo scioglimento dell’Assemblea “tra tre settimane o tre mesi”.

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