domenica, Novembre 9, 2025
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Lo shutdown ‘acceca’ gli analisti, la Fed torna cauta sui tagli

AGI – In queste ore al Senato Usa si sono intensificate le grandi manovre per porre fine al più lungo shutdown governativo nella storia degli Stati Uniti, poiché le crescenti ricadute politiche, incluso il rischio di perdere voti in vista delle elezioni di midterm del prossimo anno, spinge i parlamentari a trovare un modo per mettersi d’accordo. Una possibile strada per porre fine allo shutdown potrebbe comportare il voto su un pacchetto di tre progetti di legge di spesa annuali per l’edilizia militare e i veterani, l’agricoltura e il ramo legislativo, insieme a una misura tampone che riaprirebbe l’intero governo almeno fino a dicembre.

I democratici stanno discutendo se attendere un accordo con il presidente Trump per estendere i sussidi sanitari previsti dall’Affordable Care Act, o se un voto garantito sarebbe sufficiente. Stanno anche facendo pressione sulla Casa Bianca per una moratoria sui licenziamenti dei dipendenti federali. I leader repubblicani hanno ripetutamente attribuito ai democratici la responsabilità della continua chiusura del governo e delle sue conseguenze sui trasporti aerei. Trump, nel frattempo, insiste affinché i repubblicani scavalchino i democratici modificando la consolidata regola dell’ostruzionismo del Senato per consentire loro di far approvare le proposte di legge con una maggioranza semplice. Ma molti senatori repubblicani hanno respinto l’idea.

Lo shutdown porta incertezza sui mercati Usa

Il più lungo shutdown della storia degli Stati Uniti rischia di provocare un piccolo terremoto nell’economia Usa. A partire dal fatto che i responsabili delle politiche della Fed, attualmente divisi sul futuro della politica monetaria, devono decidere al buio perché i dati governativi non possono uscire, per il semplice motivo che il personale dei dipartimenti che dovrebbero raccoglierli non è in grado di farlo per via delle chiusure delle attività di governo.  L’attenzione di mercati e investitori si concentrerà principalmente sui numerosi interventi di banchieri Fed, in particolare quelli di mercoledì di Williams e Waller, visto che i recenti dati privati sul mercato del lavoro hanno registrato un peggioramento in ottobre.

Dati mensili sul mercato del lavoro Usa peggiori da 20 anni

Inoltre i dati privati, che sono gli unici disponibili, segnalano un forte indebolimento del mercato del lavoro. Giovedì, secondo un rapporto di Challenger, Gray & Christmas, le aziende con sede negli Stati Uniti hanno tagliato più di 150.000 posti di lavoro a ottobre, segnando la più grande riduzione mensile in oltre 20 anni. Il taglio è nettamente superiore ai 50.000 posti che i mercati si aspettavano dai dati di ottobre di fonte governativa, che tuttavia venerdì non sono usciti. Inoltre dal rapporto di Challenger, Gray & Christmas emerge che negli Usa i licenziamenti a ottobre sono aumentati del 175% rispetto all’anno precedente. Dall’inizio dell’anno alla fine di ottobre, le aziende Usa hanno annunciato oltre un milione tagli di posti di lavoro, con un aumento del 65% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Analisti: “Un segnale del peggioramento dell’economia Usa”

“La debolezza del mercato del lavoro che si percepisce dai dati di fonte privata – spiegano gli analisti – non preoccupa tanto perché potrebbe spingere la Fed a non tagliare i tassi a dicembre, ma perché è il segnale di un più generale peggioramento dell’economia americana, legato allo shutdown. Le chiusure sono temporanee, ma potrebbero aver avuto un impatto negativo sulla crescita dell’economia Usa nel quarto trimestre e quindi spingere la Fed a tagliare i tassi a dicembre“. Tra l’altro venerdì non sono usciti i dati sull’occupazione Usa, ma sono invece stati diffusi i dati privati dell’indice dell’Università del Michigan, da cui trapela che a novembre la fiducia dei consumatori americani è scesa al di sotto dei minimi toccati in primavera, dopo che il presidente Trump ha introdotto nuovi dazi doganali globali. Il dato è ora di poco superiore ai livelli a cui la fiducia era scesa a causa dell’inflazione storica che aveva colpito il mercato nel 2022.

Fed torna cauta sull’ipotesi taglio tassi

Insomma, l’uscita a singhiozzo dei dati Usa innervosisce i mercati proprio perché aumenta l’incertezza sulle mosse della Fed, in una fase in cui sarebbe essenziale poter disporre di dati certi, ufficiali e attendibili, per fare le scelte giuste sui tassi. E questo tra l’altro spinge la Fed alla cautela sull’allentamento monetario. Al momento i future sui Fed funds scontano una probabilità di circa il 65% di un taglio dei tassi a dicembre, mentre prima dei commenti di Powell di ottobre, gli investitori consideravano un taglio del genere quasi scontato. Tuttavia se l’economia dovesse peggiorare, secondo gli analisti, la Fed a dicembre taglierà sicuramente. In settimana interverranno diversi banchieri Fed e gli interventi più interessanti saranno quelli di mercoledì di Williams e Waller, ma difficilmente si esporranno più di tanto per non spaventare ulteriormente i mercati.

Caos aereo, a rischio cancellazione 20% voli

Il traffico aereo negli Stati Uniti sarà ridotto in 40 dei principali aeroporti fino al 10% come misura di sicurezza durante lo shutdown a causa delle carenze di personale tra i controllori di volo e gli agenti di sicurezza aeroportuali. E il Segretario ai Trasporti Sean Duffy minaccia di aumentare le cancellazioni dei voli fino al 15%, o addirittura al 20%, se la chiusura delle attività governative dovesse proseguire. L’ordinanza della Federal Aviation Administration e del Transportation Department, che è entrata in vigore venerdì scorso, prevede un graduale aumento dei tagli ai voli. Venerdì la riduzione del traffico è stata del 4%, che è il livello viene abitualmente gestito durante condizioni meteorologiche standard. Le riduzioni raggiungeranno il 6% entro martedì 11 novembre, l’8% entro il 13 novembre e il 10% entro il 14 novembre.

Lo shutdown si sbloccherà prima del Thanksgiving? 

Alcuni funzionari del settore aereo hanno paragonato queste riduzioni pianificate alla gestione di una tempesta invernale. La speranza è che le difficoltà a cui andranno incontro gli americani a causa dei ritardi e delle cancellazioni nel traffico aereo, come è già successo negli altri shutdown, riesca a sbloccare lo stallo nei negoziati per le riaperture tra dem e repubblicani, anche in vista della festività del Veteran Day di martedì 11 novembre e soprattutto in vista del Thanksgiving del 27 novembre, che per gli americani è tradizionalmente l’inizio delle festività natalizie e uno dei periodi di traffico aereo più intensi dell’anno.

Attesi dati importanti dalla Cina sulle terre rare

La prossima settimana non sono attesi dati particolarmente importanti dal momento che, a meno di sviluppi positivi a breve sulla fine dello shutdown, i dati Usa su inflazioneprezzi alla produzione e vendite al dettaglio non saranno pubblicati. Dalla Cina giungeranno invece importanti dati, e in particolare domenica quelli sull’inflazione e venerdì quelli sulle vendite al dettaglio, le quali terranno conto della spesa delle famiglie durante il periodo della golden week, che si è svolta nella prima settimana di ottobre. Inoltre sul fronte dazi, fonti del settore hanno rivelato a Reuters che la Cina ha iniziato a progettare un nuovo regime di licenze per le terre rare che potrebbe accelerare le spedizioni, ma è improbabile che difficilmente comporterà una completa revoca delle restrizioni, come sperato da Washington.

Nuovi permessi non implicano rimozione controlli di Pechino

Secondo le fonti, il ministero del Commercio ha comunicato ad alcuni esportatori di terre rare che in futuro potranno richiedere nuovi permessi semplificati. Introdotte ad aprile e ampliate a ottobre, le norme di Pechino sulle terre rare impongono agli esportatori di ottenere licenze per ogni carico, un processo lungo e oneroso che sta bloccando le esportazioni. Con le nuove procedure le licenze sarebbero valide per un anno e probabilmente consentirebbero volumi di esportazione maggiori, ma secondo le fonti queste licenze non implicheranno la rimozione degli ampi controlli sulle esportazioni di terre rare introdotti dalla Cina ad aprile.

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