lunedì, Giugno 30, 2025
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L’orchestra di Goebbels, anatomia della propaganda nazista

AGI – Nel suo nuovo saggio “L’orchestra di Goebbels”, Giovanni Mari, giornalista del Secolo XIX, compie un’opera di ricostruzione puntuale e sconvolgente: la trasformazione della stampa tedesca in uno strumento docile e obbediente del Terzo Reich. Pubblicato da Edizioni Lindau (264 pagine, 23 euro), il libro getta luce sul metodo con cui Joseph Goebbels, ministro della Propaganda, piegò l’informazione al servizio del regime, con una meticolosità che non lasciava spazio all’improvvisazione.

La propaganda come strumento rivoluzionario

Mari suddivide il volume in tre sezioni, ciascuna delle quali affronta un aspetto essenziale del meccanismo propagandistico nazista. Si parte dall’analisi teorica: Goebbels concepiva la propaganda come attività rivoluzionaria e “attiva”, destinata a modellare l’opinione pubblica più che a informarla. Doveva parlare “la lingua del popolo” e semplificare la realtà in formule accessibili. L’obiettivo? Entrare nella testa delle persone, fino a modificarne la percezione del vero e del falso.

Censura e omologazione della stampa

La seconda parte del volume affronta la trasformazione del panorama editoriale tedesco: censura, rimozione di direttori sgraditi, soppressione di testate, omologazione totale dei contenuti. La stampa, secondo Goebbels, doveva diventare come un’orchestra che suona all’unisono, eseguendo la partitura scritta dal regime. Una rete capillare e disciplinata, non lasciata al caso ma strutturata, controllata, quotidianamente indirizzata.

Le veline e la riscrittura della realtà

Il cuore del libro si trova nella terza sezione, che offre una preziosa selezione di documenti originali: le famigerate “veline” inviate alle redazioni, nelle quali Goebbels e i suoi funzionari definivano ogni aspetto del racconto pubblico. Dai toni da adottare al lessico, dai titoli alle interpretazioni politiche, nulla era lasciato all’iniziativa giornalistica. Particolarmente agghiacciante è l’attenzione dedicata all’antisemitismo: le disposizioni dovevano “eliminare ogni residuo di pietà borghese” verso gli ebrei, da presentare sempre come colpevoli, pericolosi, infiltrati in ogni settore della società.

L’Anti-Juden-Sondernummer e la propaganda razziale

Un capitolo emblematico è quello sull’Anti-Juden-Sondernummer, un’edizione speciale del Deutscher Wochendienst del maggio 1943, interamente dedicata all’odio razziale. In 32 pagine, Goebbels orchestrava ogni elemento della narrazione antiebraica, fornendo articoli, tabelle e slogan. Le veline, in parallelo, riscrivevano la storia in tempo reale: così la disfatta di Stalingrado diventava “un’eroica resistenza“, simbolo di sacrificio e rinascita.

Un documento necessario per il presente

Giovanni Mari non si limita a denunciare, ma dimostra come l’arma della propaganda sia stata usata con consapevolezza, freddezza e metodo. Il suo libro è un documento necessario per comprendere quanto il controllo dell’informazione sia centrale nei regimi totalitari. “L’orchestra di Goebbels” è un viaggio nella costruzione sistematica delle fake news.

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