AGI – L’Unione europea – spinta anche dalle ultime violazioni russe dello spazio aereo – accelera sul muro di droni, definendolo “una priorità” che sarà al centro della strategia per la difesa europea. Il progetto rientra nel piano ‘Eastern Flank Watch‘ che prevede tre pilastri: sistemi anti-mobilità ai confini terrestri, il muro di droni per rilevare e neutralizzare velivoli senza pilota e uno scudo marittimo per la sicurezza nel Baltico e nel Mar Nero.
L’impulso è arrivato dalla riunione in videoconferenza dei ministri della Difesa dei Paesi Ue del confine orientale: Bulgaria, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania. Presenti anche Ungheria, Slovacchia, Ucraina e la presidenza di turno danese del Consiglio, con la presenza della Nato come osservatore.
Impegno del commissario europeo Kubilius
Il commissario europeo alla Difesa, il lituano Andrius Kubilius, si è impegnato a garantire che l’iniziativa abbia il necessario “slancio politico” a Bruxelles e tra i partner dell’Ue in vista del Consiglio europeo informale che si terrà a Copenaghen il primo ottobre.
Kubilius ha insistito sulla necessità di “sviluppare ulteriori capacità in materia di droni” e ha dichiarato che definirà una “tabella di marcia tecnica dettagliata con l’aiuto di esperti nazionali e la consulenza dell’Ucraina”, un Paese con una vasta esperienza nella lotta ai droni russi.
Esperienza ucraina sul campo di battaglia
Non a caso il ministro della Difesa ucraino, Denys Shmyhal, ha condiviso l’esperienza pratica dell’Ucraina sul campo di battaglia con i suoi omologhi dell’Ue. Il commissario europeo ha inoltre affermato che cercherà di mobilitare l’industria della difesa europea e di creare una serie completa di strumenti finanziari dell’Ue per rendere questo scudo una realtà. Gli esperti ritengono che il “muro anti-droni” potrebbe essere pronto entro un anno. “Le ripetute violazioni del nostro spazio aereo sono inaccettabili. Il messaggio è chiaro: la Russia sta mettendo alla prova l’Ue e la Nato e la nostra risposta deve essere ferma, unita e immediata”, ha dichiarato dopo la videoconferenza.
Sviluppo di un sistema di rilevamento efficace
La “priorità principale” al momento è sviluppare un sistema di rilevamento efficace, poichè l’Europa ha un’elevata capacità di rilevare aerei e missili, ma non di localizzare piccoli droni a bassa quota. “Abbiamo bisogno di radar, sensori acustici e di ogni tipo di apparecchiatura tecnologica di sorveglianza“, ha affermato Kubilius. A suo avviso, oltre a creare una rete di rilevatori integrati nei sistemi di sorveglianza, all’Europa servono mezzi efficaci per distruggere i droni che sorvolano il suo spazio aereo, come gli intercettori elettronici per droni o i sistemi di artiglieria tradizionali come quelli utilizzati dall’Ucraina. E soprattutto non è sostenibile “utilizzare missili da un milione di euro per abbattere droni che costano 10 mila euro”.
Finanziamento del muro anti-droni
Per quanto riguarda il finanziamento del “muro anti-droni”, il commissario europeo ha osservato che si tratta di una questione che deve essere concordata dai leader degli Stati membri dell’Ue, sebbene siano disponibili diversi strumenti. Tra questi, ha menzionato il programma Safe per l’approvvigionamento congiunto di equipaggiamenti per la difesa, che eroga prestiti fino a 150 miliardi di euro, o il nuovo Programma europeo per l’industria della difesa (Edip), che prevede di erogare 1,5 miliardi di euro di sostegno finanziario dal bilancio dell’Ue tra il 2025 e il 2027.
Kubilius ha inoltre sottolineato che, sebbene sia specificamente progettato per difendere il fianco orientale dell’Europa dalle minacce russe, questo progetto fa parte di una strategia di difesa più ampia a cui altri Stati membri potrebbero aderire. Cio’ che è chiaro è non puo’ essere responsabilità solo di chi sta a Est o a Nord.
E lo ha evidenziato il ministro della Difesa finlandese, Antti Hakkanen: “Pensiamo che, poichè l’Europa settentrionale ha mostrato grande solidarietà verso l’Europa meridionale durante la pandemia, ora sia il nostro turno. I Paesi del fianco orientale e dell’Europa del nord devono a loro volta ricevere solidarietà dall’Europa occidentale e meridionale. Ognuno, prima o poi, affronta qualche tipo di minaccia. E ora tocca a noi”.