AGI – Lo aspettavano a pranzo oggi. La tavola imbandita, la gioia di un giorno atteso per una vita intera: l’ultimo in divisa, l’ultimo turno prima della licenza e poi la pensione, i pomeriggi con la moglie eugenia, le passeggiate con le figlie gemelle, appena 14enni, Carla e Paola. Il 25 giugno avrebbe festeggiato 33 anni di matrimonio. Invece, su quella tavola è arrivata la notizia più atroce: il brigadiere capo Carlo Legrottaglie non c’è più. E’ morto a 59 anni – ne avrebbe compiuti 60 il prossimo 5 luglio – colpito durante un inseguimento nelle campagne di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi.
Il suo nome si aggiunge, tragicamente, a quelli dei militari caduti nell’adempimento del dovere. Stava cercando di fermare due banditi in fuga, il 59enne Michele Mastropietro (poi deceduto) e il 56enne Camillo Giannattasio (arrestato), quando uno di loro gli ha sparato. è riuscito a rispondere al fuoco, ferendo uno dei due aggressori, ma non ce l’ha fatta. Lascia la sua famiglia e una comunità intera che, come racconta all’Agi il sindaco di Ostuni Angelo Pomes, “lo ricorda come una persona per bene, a modo, sobria, semplice, che si faceva voler bene. il coro unanime è che fosse un carabiniere integerrimo. Aspetteremo gli esiti delle indagini, ma nel giorno dei funerali proclamerò il lutto cittadino”.
Una vita tra servizio e sacrificio
Legrottaglie prestava servizio al nucleo radiomobile della compagnia di Francavilla Fontana. Ogni giorno percorreva in auto pochi chilometri dalla sua abitazione di via Caduti di Nassiriya, a Ostuni – una via che porta il nome della strage del 2003 in cui morirono 12 carabinieri, quasi un destino beffardo – fino alla caserma. Era un militare esperto, affidabile, rispettato. Francavilla Fontana, dove ha perso la vita, è un luogo che già in passato ha pianto per un altro caduto dell’Arma. Il 14 luglio del 2000, proprio lì, fu ucciso in servizio il maresciallo 33enne Antonio Dimitri, colpito da sette colpi alla schiena durante una rapina a una banca. E ancora, in Puglia, il 13 aprile 2019, a Cagnano Varano, in provincia di Foggia, il maresciallo 47enne Vincenzo Di Gennaro venne ucciso in pattuglia da un pregiudicato armato, Giuseppe Papantuono, oggi condannato all’ergastolo. Anche Legrottaglie è morto così: in strada, in servizio, mentre tentava di impedire che altri innocenti potessero cadere nel mirino di uomini armati. Aveva promesso alla sua famiglia che, con la pensione, avrebbe rallentato: ma non si è sottratto alla sua ultima e tragica corsa.
Il generale Minicucci, “non ha esitato a fare il suo dovere”
“Si tratta di un collega che avrebbe fatto le ultime ore di lavoro, perchè il 5 luglio sarebbe andato in pensione. In questo momento, al di là di tutto, la cosa importante è la dimostrazione di un servitore dello Stato che, a pochi giorni dalla quiescenza, non ha esitato a fare il suo dovere fino alla fine”. Lo ha detto il generale di corpo d’armata Marco Minicucci, vicecomandante generale dell’Arma dei Carabinieri, arrivato a Francavilla Fontana (Br) sul luogo dell’omicidio del brigadiere Legrottaglie. Si tratta di una “storia che si ripete ogni giorno – ha aggiunto – dove gli appartenenti alle forze dell’ordine, a prescindere dai colori della casacca, non evitano di dare sicurezza ai cittadini mettendo a rischio la propria vita”.
Il generale Luongo, “esempio di straordinaria dedizione”
“Con un dolore che ci stringe il petto, a nome di tutta l’Arma e mio personale, esprimo il più profondo cordoglio e la più sentita solidarietà alla famiglia del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, un valoroso carabiniere dell’Aliquota Radiomobile di Francavilla Fontana, strappato alla vita in provincia di Brindisi da un atto di vile violenza, mentre compiva il suo dovere al servizio della comunità. A voi, un abbraccio commosso che sa di gratitudine e rispetto”. A dichiararlo è il comandante generale dei Carabinieri, Salvatore Luongo. “Il suo sacrificio è un esempio fulgido di straordinaria dedizione al dovere e di impavido impegno per la sicurezza dei nostri cittadini – continua il comandante generale – Ogni risorsa, ogni energia è stata concentrata per le ricerche dei due malfattori e lo sforzo congiunto con le altre forze di polizia ha consentito di raggiungere l’obiettivo”.
Il prefetto Carnevale ricostruisce l’agguato
“Il brigadiere ha dato tutto se stesso fino all’ultimo istante, senza alcuna remora, con grande professionalità”. Con queste parole, il prefetto di Brindisi Luigi Carnevale ha ricostruito i drammatici momenti dell’agguato costato la vita al brigadiere capo dei carabinieri Legrottaglie. Il militare, prossimo alla pensione, non ha esitato a intervenire, offrendo, ha sottolineato il prefetto, “l’ennesima prova del senso del dovere che contraddistingue tanti appartenenti alle forze dell’ordine, in passato come purtroppo anche in futuro”.
Secondo quanto riferito dal rappresentante del Governo al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, la pattuglia dei carabinieri di Francavilla Fontana è intervenuta in seguito a una rapina, trovandosi davanti “criminali efferati, uno in particolare, che ha reagito con una violenza spropositata, non necessaria e con totale disprezzo della vita umana, senza un reale motivo, se non il possesso di un’arma o di un’auto rubata”.
Immediata la reazione delle forze dell’ordine – ha spiegato Carnevale – che ha coinvolto unità della provincia di Brindisi e anche della vicina Taranto. I due fuggitivi sono stati localizzati in una zona rurale nei pressi di Grottaglie. Durante l’intervento del commissariato e della squadra mobile di Taranto, si è verificato un secondo conflitto a fuoco. “Ancora una volta – ha detto il prefetto – lo stesso criminale protagonista del primo scontro ha reagito armato, ferendo un agente. È stato poi neutralizzato nella risposta successiva delle forze dell’ordine”.
L’uomo ucciso è Michele Mastropietro, 59 anni, pregiudicato già fermato nel 2013 per una tentata rapina a un furgone portavalori. Il complice, Camillo Giannattasio, 56 anni, incensurato e originario di San Giorgio Ionico, è stato arrestato. “Con questo epilogo, seppur tragico – ha concluso Carnevale – si è chiusa la vicenda e si è chiarito il contesto in cui ci si è trovati”. Poi il prefetto ha voluto esprimere cordoglio: “Oggi il brigadiere Legrottaglie ci ha ricordato cosa significa servire il Paese e onorare il giuramento fatto all’ingresso nell’Arma, alla quale era profondamente legato. Il nostro dovere ora è stringerci attorno alla sua famiglia – la moglie, le due figlie, i genitori, il fratello – e far sentire loro tutta la nostra vicinanza. Siamo certi che continuerà a vegliare su di loro, come ha fatto per tutta la sua carriera con i cittadini di Francavilla e del suo circondario, con amore e dedizione”. “Il suo sacrificio – ha aggiunto – sarà ricordato e servirà a tutti noi come monito sull’importanza di questo lavoro spesso oscuro, sottovalutato, ma essenziale per la tenuta delle nostre istituzioni e per garantire la sicurezza dei cittadini”. I funerali del brigadiere si terranno sabato alle 10 a Ostuni presso la parrocchia di Santa Maria della Stella. La camera ardente sarà aperta già da domani nella stessa città.
L’autopsia: il brigadiere raggiunto da più colpi
Nel pomeriggio, presso l’obitorio dell’ospedale di Francavilla Fontana, è stata eseguita l’autopsia sul corpo del brigadiere capo Carlo Legrottaglie. Stando a quanto appurato dal medico legale Domenico Urso, il carabiniere sarebbe stato raggiunto da più colpi d’arma da fuoco nella zona tronco-addominale. Per stabilire le cause esatte del decesso saranno necessari ulteriori accertamenti, in particolare gli esami istologici sugli organi. La procura di Brindisi ha già disposto la restituzione della salma ai familiari.
E’ invece ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria la salma di Michele Mastropietro. Il corpo è stato trasferito all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, dove sarà sottoposto ad autopsia non appena giungerà la formale richiesta da parte del pm della procura ionica. L’esame sarà utile per capire se il decesso sia avvenuto in seguito allo scontro a fuoco con i poliziotti oppure per le ferite riportate durante il primo conflitto con i carabinieri.
Quanto a Camillo Giannattasio, domani è prevista l’udienza di convalida dell’arresto davanti al gip del tribunale di Taranto. In quella sede si deciderà se mantenere la competenza territoriale a Taranto o trasferire il fascicolo alla procura di Brindisi.