sabato, Luglio 27, 2024
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L’universo social di Trump è fatto di 13mila post di vendetta

AGI – Il desiderio di vendetta di Donald Trump nei confronti dei suoi avversari è il sentimento che più emerge dall’analisi di oltre 13 mila post che il tycoon ha scritto nell’ultimo anno e mezzo. È quanto rileva l’analisi condotta dai ricercatori del Citizens for Responsibility and Ethics in Washington, una noprofit americana che monitora l’atteggiamento dei politici e ne chiede loro conto.

Secondo lo studio, il tycoon ha minacciato più volte di usare il governo federale per dare la caccia a Joe Biden, nel caso Trump vinca le elezioni a novembre. Lo ha promesso chiaramente venticinque volte dall’inizio del 2023. Ma ha detto anche molto altro.

Nelle minacce si promettono anche raid dell’Fbi, indagini, incriminazioni e l’eventualità di sbattere in carcere i suoi avversari. Trump ha anche auspicato la possibilità che l’agenzia federale di investigazione e il dipartimento di Giustizia mettano nel mirino senatori Democratici, giudici, organizzazioni non governative e membri della famiglia Biden. “Promette – ha spiegato il vice presidente della CRE, Robert Maguire – di perseguire tutti coloro che secondo lui sono suoi avversari politici. Promette in pratica di usare per i propri scopi personali il governo e di farlo contro chiunque non venga ritenuto fedele con lui o che si sia schierato apertamente contro”. Trump ha lanciato la sua piattaforma social, Truth, all’inizio del 2022 dopo essere stato escluso dai maggiori social, come Facebook e come Twitter, ora diventata X, a causa dei messaggi violenti pubblicati prima e dopo il 6 gennaio 2021, giorno dell’assalto del Congresso da parte di centinaia sostenitori trumpiani.

 

Su Truth il tycoon ha una platea molto più piccola – su Twitter aveva 87 milioni di follower, qui meno di 7 milioni – e decisamente molti meno contatti mensili rispetto a prima. Su Truth, fino a febbraio, sono stati in media cinque milioni, mentre su TikTok sono stati due miliardi e su Facebook tre miliardi.

Questi numeri, secondo la ricerca, indicano che le minacce più inquietanti sono rimaste sottotraccia proprio perché contano su una platea ridotta. “I suoi messaggi – secondo Maguire – vengono commentati in forma indiretta, la gente ne parla ma sul tipo ‘Trump ha detto oggi’, non come reazione live alle sue dichiarazioni, che attraverso Truth arrivano non con la stessa forza di prima”. Il senso di quei messaggi resta.

Negli oltre 13 mila post pubblicati tra l’1 gennaio 2023 e l’1 parile 2024 il tycoon ha insistito sulle minacce ai suoi avversari politici. Nell’agosto 2023 minacciava: “Voi mi perseguite, io perseguirò voi”, scritto tutto a caratteri maiuscoli. A dicembre il tycoon si era limitato a pubblicare una sola parola: “revenge”, vendetta. In un post dedicato al procuratore speciale Jack Smith, che ha messo sotto inchiesta Trump per il suo coinvolgimento nei fatti del 6 gennaio, Trump ha avvertito che ci sarebbero state “ripercussioni molto più grandi di quanto Biden e la sua teppa possano immaginare”.

Se le inchieste dovessero andare avanti, aveva minacciato in un altro post, si sarebbe aperto il “Vaso di Pandora” della rappresaglia. Per Trump il messaggio in questi mesi è stato chiaro: una volta alla Casa Bianca avvierà la resa dei conti, sicuro che gli americani saranno dalla sua parte. 

 

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