AGI – La crescita dell’Italia nel 2025 si attesta a +0,5%, il rapporto deficit/Pil al 3%. Il documento di programmazione di finanza pubblica approvato dal Cdm aggiorna le previsioni sui conti e traccia la rotta in vista della prossima legge di bilancio. La manovra, specifica il Mef, “avrà come obiettivo la ricomposizione del prelievo fiscale riducendo l’incidenza del carico sui redditi da lavoro” e “garantirà un ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale”.
Ci saranno inoltre “specifiche misure volte a stimolare gli investimenti delle imprese” e a “garantirne la competitività”. E poi interventi a “sostegno della natalità e della conciliazione vita-lavoro”. “Confermiamo la linea di ferma e prudente responsabilità che tiene conto della necessita’ della tenuta della finanza pubblica nel rispetto delle nuove regole europee e delle imprescindibili tutele a favore della crescita economica e sociale dei lavoratori e delle famiglie”, commenta il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il titolare del Mef – a quanto apprende l’AGI – avrebbe invitato i colleghi nel corso del Cdm ad una revisione della spesa dei loro dicasteri per ottimizzare l’utilizzo dei fondi in sede di legge di bilancio. Giorgetti prosegue sulla linea della prudenza, vista l’incertezza sui mercati dovuta al contesto geopolitico, che richiederà anche maggiori spese per la difesa.
Lo scenario programmatico del Dpfp conferma l’andamento dell’indebitamento netto previsto dal Piano strutturale e ribadito nel Dfp dello scorso aprile (2,8% per l’anno 2026, 2,6% per l’anno 2027 e a 2,3% per l’anno 2028) e consente di rispettare il percorso della spesa netta concordato a livello europeo in quanto è coerente con la traiettoria. Il documento da conto anche dell’incremento del Pil dello 0,15% nel 2026, di 0,3% nel 2027 e di 0,5 nel 2028 da destinare alle spese della difesa. Tale aumento, però, sarà subordinato all’uscita dalla procedura di disavanzo eccessivo. Il tasso di crescita del valore del Pil programmatico si attesta nel 2026 allo 0,7%; nel 2027 allo 0,8%; nel 2028 allo 0,9%. Il tasso di crescita tendenziale risulta invece pari allo 07% nel 2026 e nel 2027 e allo 0,8% nel 2028.
Il Tesoro sottolinea che si tratta di stime “assai prudenziali” che “risentono anche del contesto geopolitico internazionale”. Il debito si attesta su valori inferiori al PSB (dove era pari al 137,8 nel 2026) e, in termini programmatici, in riduzione anche rispetto a quelli tendenziali del documento di primavera. Tale indicatore inizia a ridursi già nel 2027 e si attesta nel 2028 a un valore pari al 136,4 quando verrà meno l’effetto del Superbonus. Per finanziare la manovra si procedera’ con una combinazione di misure dal lato delle entrate e di interventi sulla spesa.
Il lavoro sulla manovra, che potrebbe approdare in Cdm il 14 ottobre, proseguirà nei prossimi giorni. Ci sarebbero circa 8 miliardi a disposizione delle misure chiave della prossima legge di bilancio, la meta’ potrebbero andare per la riduzione dell’Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50 mila euro. Per arrivare fino a 60mila ne servirebbero altri 2, che sarebbero di difficile reperibilità nell’immediato. Alcune simulazioni parlano di un aumento delle buste paga di alcune decine di euro per il ceto medio.
Nel corso del Cdm – a quanto apprende l’AGI – si sarebbe parlato di circa 400 euro complessivi in più nelle buste paga. Il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, viene riferito, nelle riunioni con le forze di maggioranza avrebbe rassicurato invece che l’importo aggiuntivo sullo stipendio dei dipendenti fissi potrebbe aggirarsi attorno ai 100 euro. Il pacchetto famiglia dovrebbe essere chiuso a breve: si ipotizza un bonus libri per le fasce di reddito più basse, sul modello di quello di Veneto e Lombardia, e la spinta su misure che applichino un quoziente familiare.
Prosegue intanto il lavoro per arrivare ad una possibile revisione dei criteri per la formazione dell’Isee, che però dovrebbe essere oggetto di un provvedimento specifico. L’esecutivo starebbe ragionando anche sul rafforzamento della previdenza per le persone non autosufficienti. La detassazione degli straordinari, invece, potrebbe entrare in Manovra in un secondo momento con un emendamento d’Aula, una volta chiarite le risorse a disposizione.