AGI – Si profilano due Cdm differenti per approvare il Documento di programmazione di bilancio, un Dl in materia di fisco e la manovra economica per il prossimo anno. Martedì 14 ottobre, a quanto viene riferito da fonti qualificate, il Consiglio dei ministri dovrebbe affrontare il Documento di programmazione di bilancio, che va inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre. Giovedì 16 ottobre, invece, dovrebbe tenersi un secondo Cdm, per dare modo di limare fino all’ultimo le misure da inserire nella legge di bilancio, a partire dal nuovo contributo a carico degli istituti di credito, si parla di un possibile prelievo tra 3 e 4 miliardi, su cui sarebbe ancora in corso una mediazione tra l’esecutivo e le banche.
Si annuncia una manovra ‘leggera’, con misure per circa 16 miliardi, pari allo 0,7% del Pil, focalizzato principalmente sul taglio delle tasse per il ceto medio – dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro – un pacchetto di misure per la famiglia e alcuni interventi su sanità e casa. È previsto anche un graduale aumento delle spese per la difesa, visti gli impegni presi in sede internazionale, con il target di una crescita prima dello 0,15% e poi dello 0,20% del Pil annuo.
L’approccio prudente del Governo
Si lavora al testo fino all’ultimo, la manovra “non è ancora chiusa” avrebbe riferito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel tavolo di confronto con le imprese. Il governo ha scelto un approccio prudente ai conti pubblici, vista l’incertezza del contesto internazionale tra guerre e dazi commerciali, e ipotizza ulteriori interventi più espansivi qualora il contesto globale divenisse più favorevole.
Le misure ancora in discussione
Due le misure su cui il confronto nella maggioranza e con le associazioni datoriali è ancora aperto. Il contributo da parte delle banche, che potrebbe aggirarsi sopra i 3 miliardi. E poi l’entità della nuova rottamazione in 9 anni con 108 rate, che si annuncia ‘selettiva‘ e su una platea più ristretta.
Le posizioni della maggioranza
La Lega spinge sulla pace fiscale ed il contributo da parte degli istituti di credito, mentre Forza Italia ha espresso le sue perplessità, soprattutto sul prelievo nei confronti delle banche. Con Fratelli d’Italia a mediare tra le varie istanze, ‘frenando’ quelle che avrebbero richiesto impegni di spesa ritenuti troppo onerosi.
Il parere delle associazioni datoriali
Le associazioni datoriali approvano il percorso di rimodulazione dell’Irpef per il ceto medio, ma chiedono una minore pressione fiscale e maggiori interventi su competitività, crescita e per frenare l’inflazione. Confindustria è la più diretta e avverte: “Siamo a rischio stagnazione. Servono otto miliardi l’anno per non fermarsi. Da gennaio terminano tutti gli incentivi e l’industria italiana è nuda”. Il presidente Emanuele Orsini incalza: “Credo che manchi molto la parola crescita all’interno di questa legge di bilancio“.
Le critiche delle opposizioni
Per le opposizioni invece si tratta di una manovra che non incide sulla crescita e penalizza gli investimenti in favore delle spese militari. “Non possiamo accontentarci di una crescita dello zero virgola”, analizza il Pd. Mentre per il M5s parla di “austerità micidiale solo per spendere in armi“.
Il giudizio dei sindacati
I sindacati invece procedono in ordine sparso nel giudizio sul testo: la Cgil lo boccia sostenendo che “non affronta i nodi di fondo”, per la Cisl “va nella direzione delle nostre richieste”, mentre la Uil chiede la “detassazione degli aumenti contrattuali“.
Il cuore della manovra: taglio Irpef e straordinari
Il cuore della manovra è il taglio di due punti dell’Irpef per il ceto medio, per i redditi fino a 50mila euro, che dovrebbe lasciare in busta paga circa 440 euro in più all’anno. Una misura da circa 4 miliardi, che segue gli interventi sui redditi medio-bassi operati nelle ultime due leggi di bilancio. Si parla anche di una possibile tassazione al 10% per gli straordinari, fino a 4mila euro annui. Insomma, delle misure pensate per un recupero del potere d’acquisto come incentivo alla crescita.
Interventi per famiglia e casa
Tra le misure attese anche alcuni interventi su natalità e welfare. Il pacchetto famiglia varrebbe circa 1 miliardo. Dovrebbero trovare spazio in questa voce di spesa un bonus per l’acquisto dei libri scolastici destinato alle famiglie con Isee contenuto, sul modello di quello in vigore in Lombardia e Veneto. Possibile anche la presenza di misure modulate in favore delle famiglie con almeno due figli, mentre finora le agevolazioni avevano riguardato quelle numerose con tre o più figli, che sono meno dell’8% del totale. Si va inoltre verso la proroga delle detrazioni del 50% sulla prima casa. Si ipotizza anche una modifica dell’Isee che tenga la prima casa fuori dal calcolo.
Risorse per la Sanità
Il governo lavora anche per interventi destinati alla sanità, il ministero della Salute confiderebbe in oltre 2 miliardi in più da destinare a nuove assunzioni a partire dagli infermieri e allo smaltimento delle liste di attesa.
Il nodo della previdenza
Il capitolo della previdenza invece potrebbe essere affrontato solamente in sede di interventi in Commissione. Da settimane si parla del lavoro per sterilizzare l’aumento dell’età pensionabile di tre mesi prima del 2027, ma per evitarlo servirebbero almeno 1,5 miliardi, risorse che al momento sarebbero difficilmente reperibili.