AGI – Il primo test è anche quello decisivo: chi vince nelle Marche mette una seria ipoteca sugli altri voti nelle regioni. Elly Schlein lo sa e, nella giornata in cui il governo arriva in forze ad Ancona, per sostenere Domenico Acquaroli, si presenta sul palco di Pesaro con il candidato Matteo Ricci e con il presidente dem Stefano Bonaccini. Un’immagine di unità che è, per Schlein, la prima condizione per vincere nelle Marche.
Scalzare il presidente meloniano in carica, per Schlein sarebbe il prologo migliore agli altri appuntamenti con i territori, Veneto incluso, e soprattutto in vista delle politiche. La coalizione, rivendica Schlein, è solida: “Unità nel Pd e unità nel resto della coalizione”, dice la segretaria guardando a Stefano Bonaccini, una delle figure di riferimento della minoranza dem, e lo stesso Matteo Ricci. Le distanze con gli alleati, specie su temi di politica estera ci sono e vengono rivendicate. Lo ha fatto lo stesso Conte sottolineando che il M5s, alleanze o meno, non rinuncerà ai propri valori e alla propria identità. C’è poi il nodo della premiership, rinviato da entrambi i leader, ma che verrà prima o poi al pettine del fronte progressista. Matteo Renzi non lo aggira: “Chi fa il premier? Il capo del principale partito, se vince questa regola a occhio tocca alla Schlein. L’alternativa è che si facciano le primarie di coalizione. Se cambia la legge elettorale, trovo più facile che si facciano le primarie. Con questa legge, è più normale che sia il capo del principale partito”. Intanto, però, l’unità regge.
La candidatura di Ricci è stata la cartina di tornasole della solidità della coalizione. Dopo l’inchiesta Affidopoli, Giuseppe Conte è sembrato incerto sulla possibilità di continuare a sostenere il candidato dem. Il faccia a faccia di Ricci con i magistrati, però, ha convinto Conte. È in quel momento che Schlein ha capito che la strada era in discesa per chiudere l’alleanza ovunque. La partita, però, rimane in salita per i dem e i loro alleati: i sondaggi non sorridono a Ricci. L’appello, quindi, è di andare a convincere i delusi, gli indecisi “nei luoghi di lavoro, a casa, anche al bar”. Far capire che la differenza fra gli schieramenti c’è, eccome: “Lo dimostrano i cinque anni di malgoverno di Acquaroli”, spiega.
L’invito al voto di Ricci: “La meta si conquista sommando ogni centimetro”
Ricci sottolinea lo stesso concetto con una citazione da cinefilo: Al Pacino, in Ogni maledetta domenica, spiega ai giocatori di una squadra di Football Americano che la meta si conquista sommando ogni centimetro conquistano da ciascuno. “Sostituite i centimetri con i voti”, dice Ricci: “Queste elezioni si giocano su un pugno di voti, sarà un testa a testa fino alla fine”. Il candidato dem vede “una disparità di forze in campo” dato che “per ogni manifesto nostro ce ne sono cinque dei loro”. Bonaccini, tuttavia, vi scorge un segnale positivo: “è la prova che hanno paura” altrimenti “non si spiegherebbe perché vengono nelle Marche ogni giorno e promettono soldi a pochi giorni dal voto, dopo essere stati assenti per cinque anni”.
Quello di Matteo Ricci, al contrario, è un progetto di governo basato su tre pilastri: Giovani, imprese e turismo. “Dateci un motivo per fare rimanere qui i figli. Oggi abbiamo fatto una nuova proposta: vogliamo tenere qui i giovani laureati per provare a costruire qui il loro futuro. E riportare i giovani laureati che sono andati fuori dalle Marche, facendo pagare meno tasse”, dice Ricci durante il suo intervento. “Metteremo subito 10 milioni di euro per rispondere ai Dazi Usa. Abbiamo bisogno di aiutare le imprese sul fronte dell’innovazione. Dobbiamo aiutare le imprese ad applicare l’intelligenza artificiale alla manifattura”.
Infine il turismo: “Questa estate è stata una stagione moscia. Undici milioni di italiani hanno rinunciato o ridotto le vacanze. È il presidente della Regione il primo promoter del territorio, cosi’ come è stato Bonaccini per l’Emilia Romagna. Dobbiamo puntare a diventare la regione con la più alta qualità della vita. E scommettere sul turismo culturale. Roma, Napoli e Venezia sono overbooking: noi siamo la patria di Leopardi, di Padre Matteo Ricci. Dobbiamo puntare a un grande progetto culturale. Diciamo la verità: al centrodestra la cultura fa un pò schifo”.
Tuttavia, aggiunge Ricci, “noi saremo una regione popolare. Ma con la testa nel mondo: non ci giriamo dall’altra parte rispetto alle grandi tragedie della nostra era. Abbiamo deciso che alla prima seduta del consiglio presenteremo un Odg per il riconoscimento dello Stato Palestinese”. E Schlein ne approfitta per volgere lo sguardo alle bandiere della Palestina in piazza: “Vedo queste bandiere attorno a noi, è giusto che ci siano, perché anche da qui dobbiamo dire che bisogna fermare i crimini di Natenyahu a Gaza e in Cisgiordania, interrompere la collaborazione con Israele e riconoscere uno Stato di Palestina. Diamo pieno supporto alla Global Sumud Flotilla e agli attivisti che stanno facendo quello che dovrebbero fare i governi e l’Ue”.
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